Daum Nancy

Le Vetrerie Artistiche dei F.lli Daum

 

 

Giorgio Catania

 

 

                                                             

 

Galleria delle Opere

 

 

 

 

 

 

In Francia, la storia del vetro artistico art nouveau, è stata scritta da artisti, che con la loro passione e dedicandosi un'intera esistenza alla ricerca, hanno raggiunto risultati di vera eccellenza. Un precursore, in particolare nella pate-de-verre, è stato Henry Cros. Con il suo interesse per l'archeologia, egli ha riesumato le antiche tecniche di fabbricazione egizie, greche e romane. Cros, nella sua ricerca, ha cercato soluzioni alle molteplici problematiche che questa tecnica comportava: i materiali da utilizzare e l'opacità degli stessi, la tridimensionalità dell'oggetto, i componenti chimici ed i coloranti, le terre refrattarie per la cottura, fino ai forni di raffreddamento. Un altro dei nomi di rilievo in questo campo è stato Georges Despret, il primo artista, che partendo dagli studi di Cros, sia riuscito a rendere la pate-de-verre parzialmente permeabile alla luce e traslucente, caratteristica questa tanto apprezzata e considerata un elemento essenziale di qualità. Un altro artista il quale ha dedicato molti anni alla ricerca in questo settore è stato Albert Dammouse, che dopo il praticandato nello studio dello scultore François Jouffroy (seguace di Cros), apprende e utilizza la tecnica della pâte-sur-pâte, vale a dire la decorazione della pasta colorata o incolore di porcellana, applicata con un pennello per creare effetti di trasparenza come nei cammei antichi. Questa tecnica sarà molto utile a Dammouse nella produzione di vetro artistico in pâte-de-verre, facendogli raggiungere, dopo il 1904, livelli di preziosa raffinatezza. Citiamo ancora Amalric Walter, artista per eccellenza nella pâte-de-verre, il quale dopo un lungo tirocinio alla "Manifattura Nazionale di Porcellana di Sèvres", manifesta il suo interesse per il vetro artistico, realizzando opere di straordinaria qualità e complessità esecutiva.

 

 

Amalric Walter, Piccolo vaso a motivo floreale, pâte-de-verre. Firma incisa: Daum Nancy e croce di Lorena

 

 

In Francia, già alla fine del XIX° secolo, le manifatture di Emile Gallé, e la Verrerie de Nancy (Daum), sono i massimi esponenti nel settore del vetro artistico e godono di buona fama internazionale.

 

 

 

 

Di queste grandi vetrerie artistiche, ai giorni nostri, solo la Daum è ancora attiva, non smettendo mai di lavorare il vetro, ad eccezione delle chiusure tecniche dovute alle due guerre mondiali.
Importanti studi retrospettivi su questa famiglia di maestri vetrai, hanno consentito l'analisi delle varie tecniche di lavorazione e l'opera dei loro collaboratori.

 

 

 

 

Daum Nancy, gli esordi
La storia delle vetrerie artistiche Daum pone i suoi antefatti a Bitche in Alsazia, dove Jean Daum (1825-1885), nato a Bischwiller, nel Basso Reno, dopo essersi laureato in legge ed aver lavorato prima a Hagenau, poi Niederbronn, incontra la figlia di un locandiere, Louise Isenmann, e la sposa nel 1851. A Bitche, Daum rileva uno studio notarile, ottenendo un discreto successo ed annoverando tra i suoi clienti diversi vetrai di Meisenthal e Saint-Louis, (dopo essere entrato in politica, ottiene la carica di vice Sindaco). A seguito della guerra combattuta dal 19 luglio 1870 al 10 maggio 1871, tra il secondo Impero francese e il Regno di Prussia (sostenuto dalla Confederazione Tedesca del Nord e alleato con gli stati tedeschi di Baden, Baviera e Württemberg), che si concluderà con la vittoria della Prussia e dei suoi alleati e la successiva annessione di quelle aree geografiche alla Prussia, Jean Daum è costretto a lasciare la sua professione ed abbandonare la città, peraltro in gran parte distrutta dai bombardamenti.

 


Nancy e la Lorena
La città di Nancy, che contava una solida tradizione di raffinatezza fin dalla corte di Stanisław Bogusław Leszczyński, suocero del re di Francia Luigi XV, ha senz'altro giocato un ruolo primario nelle arti decorative in Francia, tra la fine del XIX° e l'inizio del XX° secolo. 
La "Scuola di Beaux-Arts", nata nel 1702 come Accademia di Pittura, divenne nel 1827 "Scuola di Disegno", inglobando la ceramica, la pittura decorativa, la scultura in legno e persino il ricamo.
Alla fine dell'Ottocento Nancy superava già i 100.000 abitanti, per il fatto che (essendo città di frontiera), alla fine della guerra franco-prussiana molti esuli vi trovarono rifugio. Questi, diedero origine alle più diverse attività, incrementarono ogni forma di commercio e di artigianato e facendola divenire in breve un centro prospero e ricco.
 


 

La Verrerie de Nancy
All'inizio del 1870, Guillaume Avril, proprietario delle  "Verreries des 3 Fontaines", e Josué-Victor Bertrand, socio nella "Sars Poteries" nel nord-est della Francia, formano una società con i fratelli Eugenio e Auguste Villaume per aprire un
nuova vetreria. La fabbrica, situata
in un sobborgo di Nancy, su un terreno appartenente ai fratelli Villaume (i quali si ritirarono dalla società prima che l'edificio fosse terminato), prese il nome di "Verrerie Sainte-Catherine" ed inaugurata nell'agosto 1875. Ben presto, in seguito ai grandi investimenti iniziali ed al poco lavoro, si resero necessari nuovi finanziamenti privati e Jean Daum intervenne in più riprese con prestiti garantiti.

Date le crescenti difficoltà economiche e l'impossibilità di pagare i creditori, la vetreria venne messa in vendita, e acquistata da Jean Daum, nella speranza di recuperare parte del suo denaro. Jean Daum, fino a quel momento, non aveva alcuna esperienza di come si potesse condurre un'azienda di quel tipo; assunse  un ex manager della "Sars Poteries" al quale affidò l'aspetto tecnico della ditta, mentre lui si occupava personalmente della parte amministrativa. La "Verrerie Sainte-Catherine" prese il nome di Verrerie de Nancy, e verso la fine del 1879 il figlio Auguste (1853-1909), il quale aveva conseguito una laurea in giurisprudenza a Parigi, rinunciò alla sua carriera per venire in aiuto del padre nella manifattura. Rapidamente Auguste riuscì a consolidare la gestione dell'azienda ed a mettere in atto un programma di sviluppo, che venne facilitato dal matrimonio conseguito nel 1883 con Jeanne Constantin, figlia del fondatore della fabbrica di Gas Nancy, e dalla sua cospicua dote.

Jean Daum, nel 1891, decide la creazione di un "dipartimento d'arte", la cui direzione artistica viene affidata al figlio minore Antonin (1864-1930), laureato in ingegneria ed entrato a far parte della ditta nel 1887, grande amante della letteratura, della musica e delle arti. Il fratello Auguste, continuerà ad occuparsi dell'amministrazione e del marketing. Alla produzione classica, costituita da vetri per orologio e da bicchieri spessi per trattoria, viene affiancata una produzione di vetri eleganti da tavola e vengono apportate le prime grandi innovazioni tecniche che incrementeranno lo sviluppo dell'azienda. Oltre all'incisione alla ruota ed alla punta di diamante, vengono introdotte la decorazione a smalto e oro (dal 1891) e la lavorazione all'acido su vetri a più strati di colore (dal 1893), tecnica già in uso da tempo presso la manifattura di Emile Gallè. La grande capacità inventiva di Antonin, supportata da validi collaboratori, conduce ai successi ottenuti all'Esposizione Universale di Chicago nel 1893 e a Bruxelles nel 1897, fino al Gran Premio ottenuto nel 1900 all'Expo Universale di Parigi, iniziando a godere, quasi al pari di Gallé, di una grande fama mondiale.

 

 

 

 

Daum, Vaso con paesaggio e funghi, vetro a più strati, inciso all'acido e alla ruota, 1908-1910 ca. Firma incisa: Daum Nancy e croce di Lorena. Collezione Aldo Stock, Trieste.

 

La decorazione, composta da funghi carnosi in un adagio di erbe di bosco, resa a rilievo dall'azione dell'acido e poi rifinita alla ruota, è impreziosita dalla colorazione delle polveri. Sulla linea dell'orizzonte, un raffinato e soffuso paesaggio boschivo, sfumato di rosa degradante, dona evidenza ai primi piani.
 

 


Quando l'11 febbraio 1901, Emile Gallè costituisce l'Ecole de Nancy con la finalità di mettere in comunicazione i vari centri di produzione e di vendita delle industrie artistiche francesi con musei e scuole, e di organizzare esposizioni, egli vuole Antonin Daum al suo fianco come vice presidente della fondazione, a comprova della grande considerazione e stima nutrita nei suoi riguardi.

Dal 1904, con la prematura morte di Gallé, la manifattura Daum non ha più concorrenti, ospitando vari artisti e decoratori di qualità eccezionale, le loro creazioni di vetro artistico sono richieste in tutto il mondo, ottenendo ovunque continui riconoscimenti.

 

 

 

 

 

 

LE  PRINCIPALI  TECNICHE

 

 

La produzione Daum, nella sua continua ricerca di nuove soluzioni e di lavorazioni sempre più complesse e raffinate, ha utilizzato tutte le possibili tecniche, spesso  combinandole assieme, fino ad ottenere esemplari di rara preziosità, dalle delicate sfumature.

 

 

 

 

 

 

Vetro multistrato

Il vetro multistrato, lavorato a caldo, si ottiene per successive sovrapposizioni di strati di vetro di diverso colore. Solitamente gli strati sovrapposti sono due o tre, raramente quattro o cinque. La lavorazione è abbastanza delicata e complessa, e richiede che i diversi strati abbiano gli stessi coefficienti di espansione ed elasticità, onde evitare le soventi rotture in fase di raffreddamento.
 

 

 

V

 

 

Incisione alla ruota, "battuto"  o "martellato"
Questa tecnica è conosciuta ed utilizzata fin dall'antichità nell'incisione del cammeo e delle pietre preziose. Le ruote utilizzate per la lavorazione possono essere di ferro, rame, piombo, legno o sughero, ed ognuna di esse conduce a risultati estetici diversi. L'oggetto in vetro, bagnato con liquidi contenenti grassi e sostanze abrasive, viene inciso con una di queste ruote in movimento, il che consente di eliminarne il materiale in eccesso e rifinire i contorni della decorazione.
Gli effetti della ruota sulla superficie del vetro, possono anche creare un'insieme di numerose piccole sfaccettature che ricordano proprio l'effetto "battuto" o "martellato", dai squisiti giochi di luce.

 

 

 

 

 

 

Incisione all'acido
In questo tipo di lavorazione la superficie del vetro viene sottoposto all'azione dell'acido fluoridrico, al fine di ottenere incisioni più o meno profonde. Questa tecnica, conosciuta già nel XVIII° secolo, e molto utilizzata nella produzione artistica da Emile Gallé, divenne ben presto, per le Vetrerie Daum, tra quelle maggiormente usate. Dopo aver ricoperto la superficie del vaso o dell'oggetto con uno strato di pasta oleosa (il cosiddetto "bitume di Giudea"), si disegna con uno strumento metallico appuntito, fino a raggiungere il vetro stesso. L'esemplare viene quindi trattato con dei tamponi inzuppati nell'acido fluoridrico, oppure immerso completamente in esso, per il tempo necessario ad intaccare la superficie non protetta, modulando la profondità della corrosione del vetro. Questo trattamento, in presenza di strati vetrosi di diversi colori, riporta in superficie gli stessi, creando interessanti effetti decorativi e cromatici.

 

 

Daum.  Vaso con foresta, lavorazione all'acido con polveri in vetrificazione, 1906.

Collezione Aldo Stock, Trieste.

 

 

Polveri di vetro
La tecnica consiste nell'applicare sulla superficie del vetro, ancora caldo, delle polveri ottenute da vetro polverizzato, che possono essere di vari colori. Queste polveri, vengono distese accuratamente sopra un ripiano di marmo, seguendo eventuali disegni e disponendone il cromatismo. Il vaso, ancora caldo, viene fatto rullare sullo strato di polveri che si attaccano alla superficie, ottenendo l'effetto voluto, poi, con una seconda cottura si ottiene la fusione delle polveri ed una perfetta coesione con l'oggetto.

Le polveri colorate possono anche essere applicate alla superficie del vaso o interposte tra gli eventuali strati di esso. Questa tecnica rappresenta uno dei procedimenti più originali e peculiari della vetreria Daum.
 

 

 

 

 

Decorazione "intercalaire"
Questa tipologia di lavorazione, allo studio fin dal 1891 e brevettata da Daum nel 1899, consiste nell'applicare al vaso, già lavorato all'acido o alla ruota, un ulteriore strato di vetro (più o meno trasparente) che rende le linee più mosse ed i toni soffusi,  ottenendo effetti pittorici e prospettiva. A seguito del passaggio dalla lavorazione a freddo a quella a caldo, l'esecuzione incontra notevoli difficoltà e frequenti sono i rischi di rotture. All'Esposizione Universale del 1900, la Daum presentò 38 pezzi realizzati con questa tecnica, ottenendo un grande successo.
 

 

 

 

 

 

Decorazione a smalto

Questa tecnica, utilizzata fin dai tempi antichi, in gran uso presso gli arabi e i veneziani, consiste nel dipingere con colori a smalto l'oggetto in vetro, che poi viene temperato al fine di fissarne il processo.


 

 

 

 

Le applicazioni
Si tratta di decorazioni in rilievo, di varie forme, applicate quando il vetro è ancora caldo, talvolta incastonate per pressione, altre volte semplicemente adagiate sulla superficie, alla quale aderiscono consolidandosi con il raffreddamento. Possono successivamente essere lavorate in vari modi: a smalto, incise all'acido o alla ruota.
 

 

 

Rana in Pâte de verre. Firma incisa sulla base: Daum Nancy e croce di Lorena.

Collezione Aldo Stock, Trieste.

 

 

Pâte de verre

Il processo della pâte-de-verre consiste nel mettere il vetro freddo, spesso colorato, frantumato o macinato in granuli o in polvere, in stampi refrattari per essere portato a fusione all’incirca a 800-1000° C. La superficie dello stampo può essere spolverato di sabbia colorata o polveri minerali, dando così ulteriore colore alla superficie dell'oggetto.
Lo stampo veniva spesso realizzato in gesso o miscele di gesso, mentre il modello poteva essere fatto di cera, legno o metallo; dopo aver preso un calco del modello,  questo veniva rimosso dallo stampo. Molto utilizzato fu il metodo a "cire perdue" o "cera persa", cotto al vapore o bruciato in un forno. Il forno, riscaldato ad una temperatura elevata, scioglieva il vetro che riempiva lo stampo. L'oggetto ottenuto, poi, veniva rimosso e collocato in un forno di ricottura a raffreddare lentamente (anche due-tre giorni), onde evitare che si spaccasse o si formassero delle crepe superficiali. Successivamente veniva pulito e spazzolato con una soluzione diluita di acido fluoridrico, rifinito ed eventualmente lucidato.

 

 

 

LE  FIRME

 

 

          

Dipinte in oro: 1890-1896       

 

Incisa alla ruota: 1896

 

Incisa e dorata: 1897

 

     

Incisa e dorata: 1900    -   Incisa all'acido: 1900

 

   

Incise e dorate: 1902 - 1903

 

Incisa all'acido: 1910

 

    

Incise alla ruota: 1904 -1914

 

 


Giorgio Catania

 

 

P.S.: Un sentito ringraziamento ad Aldo Stock per il costante supporto di competenza e per aver messo a disposizione esemplari della sua collezione.
 

 

 

 

Bibliografia:

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Bloch-Dermant Janine. L'Art du Verre en France 1860-1914. 1974

Arwas Victor. Glass Art Nouveau to Art Deco. 1977

Daum Noël. Daum - Maitres Verriers. 1980

Daum Noël. La Pâte-de-Verre. 1984

Helga Hilschenz-Mlynek - Helmut Ricke. Glas, Historismus, Jugendstil, Art Déco. 1985

Claude Pétry - Nathalie Maury, Daum dans les Musées de Nancy, 1989

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Cappa Giuseppe. Le Genie Verrier De L'Europe. 1998

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