Amalric Walter - Video│ a cura di Giorgio Catania ____________________________________________________________________________________________________________
La ricerca sulle tecniche e metodologia di Amalric Walter 1870-1959
Nel 2008/2011, una nuova mostra della stessa collezione sarebbe stata allestita a Sunderland, al National Glass Centre. La ricerca in questione, ricreando stampi e modelli, era tesa ad una maggiore comprensione delle tecniche e materiali utilizzati da Walter nella produzione di pâte(s)-de-verre. La tecnica, nella sua descrizione semplificata, già menzionata precedentemente, utilizza vetro macinato in granuli, il quale viene inserito in uno stampo di supporto refrattario, che viene portato ad una temperatura che varia dagli 800 ai 1000°, provocando la fusione dei singoli granelli in un'unica massa. L'uso dei grani di vetro a strati successivi per riempire lo stampo, consente di colorare con sfumature l'oggetto all'interno del vetro, ottenendo talvolta anche un effetto di profondità. Al di fuori di questo metodo di base però, ogni artista ha sviluppato un metodo personale che ha dato ai suoi prodotti un carattere individuale. Dopo la morte dei principali artefici di questa tecnica (Walter è stato l'ultimo del gruppo), la produzione in Pâte(s)-de-verre si è ridotta considerevolmente, ed i suoi segreti vennero in parte dimenticati. Nel caso di Walter, inoltre, la tecnica di realizzazione delle sue opere, contrariamente ad suoi altri colleghi, sono scarsamente documentate e molti quesiti importanti sulle sue tecniche rimanevano senza risposta. Il progetto si prefiggeva quindi i seguenti obiettivi: capire come Walter otteneva una tale padronanza di colore e dettaglio; quali metodi aveva impiegato per produrre i colori che gli sono caratteristici; quanto avesse influito il background a Sèvres e il suo lavoro alla Daum, nel suo sviluppo di artista. La ricerca non solamente avrebbe consentito una ricostruzione dei suoi passaggi e scoperte, ma quanto emerso sarebbe servito da trampolino di lancio per una nuova generazione di professionisti nel campo della pâte-de-verre.
Risultati della ricerca
Il ricercatore Max Stewart, partendo da quanto era già noto sui metodi di
Walter,
ha eseguito
un'analisi dettagliata di ciascuno dei 160 pezzi della collezione, facendo
osservazioni e mettendoli a confronto fra loro. Sono stati interpellati
ceramisti, archivisti, tecnici, ingegneri e artisti del
vetro, esaminati gli archivi Daum del Musée de l'Ecole
di Nancy e L'Inventaire Generale de Lorraine, la Fabbrica
Daum e i Musées
des Beaux Arts di Nancy e Parigi. Un lavoro sistematico mai affrontato
precedentemente e di grande valore scientifico.
Uno
dei fattori peculiari dell'opera di Walter è
certamente il suo controllo dettagliato e preciso del colore sulla
superficie dei suoi pezzi, tecnica messa a punto durante la sua lunga formazione come
pittore di ceramica. Nella produzione in
pâte-de-verre, gli strati sovrapposti di vetro colorato contribuiscono a creare la profondità
all'interno dei pezzi.
Walter fece anche uso di oli vegetali,
l'olio
di canfora e l'olio grasso (realizzato per
riduzione della trementina),
ampiamente usati nella ceramica come
collante nei pigmenti.
Amalric Walter. Vaso in ceramica con prove di colore. Milano, collezione privata
Walter utilizzava una gamma limitata di colori, circa tredici:
Tutti i
colori,
tranne gli ultimi tre, sono stati utilizzati da Walter sia in forma traslucida,
sia opaca.
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Aggiornamenti: Il Dr. Max Stewart, dopo la pubblicazione dei risultati della ricerca, ha fatto ulteriori approfondimenti con l'utilizzo di microscopia elettronica a scansione, spettroscopia Raman e fluorescenza ai raggi X, che hanno permesso di stabilire con esattezza il contenuto di piombo nelle paste di vetro di Walter. Contraddicendo le precedenti teorie che davano questa percentuale prossima al 50%, questa percentuale non risulta essere superiore al 42% (anche considerata la volatilizzazione, non più del 43-44%).
Nuovi studi sulla tavolozza dei colori utilizzata da Walter, hanno rivelato dati inediti: vi studi "Ho testato tutti i 161 pezzi di Walter (rappresentativi di tutto il suo percorso artistico), presenti nella Broadfield House Glass Museum, (West Midlands), con un contatore Geiger.
A. Walter, esemplare in pasta di vetro sottoposto alla misurazione della radioattività e ai raggi UV
A. Walter, vari esemplari in pasta di vetro, sottoposti a test
A. Walter, Vide poche lucertola su foglia gialla
I colori giallo, arancione, marrone, talvolta il rosso scuro e il viola, risultano costituiti da componenti d'uranio, con una radioattività che può essere 25 volte la norma (come nel caso del giallo dorato)2. Alcuni di questi esemplari in vetro, esposti ai raggi UV, brillano - anche se questo non è sempre un test sicuro, in quanto alcuni composti dell'uranio utilizzato per colorare il vetro, non sempre risaltano ai raggi UV. Nella lucertola su foglia gialla - questi valori, sul contatore Geiger, risultavano 25 volte superiori ai valori di fondo - cioè 50 conteggi per secondo, contro i 2-4 che sarebbero normali. (Max Stewart - luglio 2011)
P.S.: Questa relazione, grazie all'apporto del Dr. Max Stewart e del Prof. Cummings Keith, verrà periodicamente integrata e aggiornata.
Bibliografia: Cummings Keith, voce A. Walter in Tecniques of Kiln-formed Glass. 1997. Pagg. 84-85 Cummings Keith, A History of Glassforming. 2002
Cummings Keith -
Max Stewart. The Amalric Walter Research
Project (1870-1959). 2006-07
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