ALBERT
DAMMOUSE (Parigi 1848 -
Sèvres
1926)
Albert Dammouse nasce a Parigi il 22 ottobre 1848. Figlio dello scultore e decoratore di porcellana Pierre-Adolphe Dammouse e fratello di Edouard-Alexandre, Albert, tra il 1863 e il 1869 frequenta la Scuola di disegno, poi l'Ecole des Arts Décoratifs di Parigi. Il padre lavora presso la fabbrica di porcellane di Sèvres ed incoraggia i figli fin dalla tenera età ad acquisire una formazione artistica in scultura e pittura.
Sevres. -
Pierre-Adolphe Dammouse.
Coupe de Rivoli,
pâte-sur-pâte,
1877-1878.
Durante il biennio 1868-69, Albert fa praticandato nello studio dello scultore François Jouffroy, il quale segue le orme di Henri Cros. Collabora inoltre con il decoratore e ceramista Marc Louis Solone (chiamato Milès), fino al 1870, data in cui questi decide di trasferirsi in Inghilterra. Nel 1869, anno in cui il suo nome compare nel primo documento ufficiale, Dammouse vince il primo premio del concorso di composizione decorativa della "Union Central des Arts Décoratifs" (UCAD). Nel 1875 lavora con Félix Bracquemond (1833-1914), e per diversi anni esegue lavori per altri produttori: da Pouyat a Debreuil (produttori di porcellana di Limoges), e per Carlo Haviland di Parigi, al quale fornirà modelli per l'esecuzione di un servizio in pasta tenera decorata a soggetto "uccelli". Nel 1874 si aggiudica una medaglia d'oro presso l'Unione Centrale des Arts Décoratifs. È questo un periodo in cui la moda riscopre l'arte dell'Estremo Oriente; Dammouse asseconda il movimento con opere in ceramica ispirate alla Cina e al Giappone, modelli che riproporrà successivamente anche nella produzione di vetri. Le sue porcellane decorate, presentate all'Esposizione Universale di Parigi del 1878 e 1879, ottengono un grande successo. Dal 1882, sotto l'impulso di Ernest Chaplet, recentemente nominato direttore artistico e tecnico della fabbrica Haviland, Dammouse, senza mai trascurare la porcellana e maiolica, intraprende anche la lavorazione della pietra arenaria. Nel 1892 apre un suo studio artistico a Sèvres, in rue des Fontaines 12. Nel laboratorio, dove collabora anche il fratello Edouard-Alexandre, si utilizza anche la tecnica della pâte-sur-pâte, appresa dal Solone, vale a dire la decorazione della pasta colorata o incolore di porcellana, che si applica con un pennello per creare effetti di trasparenza come nei cammei antichi.
Albert Dammouse. Vaso, pâte-de-verre, 1898 ca.
Dal 1897 inizia una produzione di vetro artistico in pâte-de-verre (vasetti e ciotole decorati a temi naturalistici), i quali risultano piuttosto opachi e grossolani; spesso i bordi sono troppo sottili e fragili, danneggiandosi facilmente.
Albert Dammouse. Coppa, pâte-de-verre, dopo il 1900.
I pezzi che presenta all'Exposition Universelle del 1900 mostrano importanti progressi tecnologici: il materiale è diventato più trasparente e di una sorprendente leggerezza, il problema dei bordi, ancora sottili, verrà risolto però a partire dal 1904, con l'aggiunta di altro materiale e con una tecnica che trae spunto dai lavori di Thesmar Fernand. Dopo la cottura del modello in uno stampo, i bordi vengono completati a decori, con un impasto di diversa composizione, che può essere chiamata «pâte d'émail», costituita da elementi di vetro in polvere di una miscela di vari borati e silicati che fondono a bassa temperatura, e che, sotto l'influenza del calore, si combinano a tutti o quasi tutti gli ossidi metallici, acquistando vari colori, secondo i desideri dell'artista. Le sculture di Dammouse utilizzano colori soft, per lo più blu, turchese, grigio, verde; i modelli decorativi si fondono tra loro con grande armonia traendo ispirazione dai pittori impressionisti e simbolisti, dei quali egli è un grande ammiratore. I disegni delle decorazioni, nello spirito dell'Art Nouveau, sono spesso opera di suo fratello Edward: piccole corone di fiori, foglie o alghe dalle quali a volte fa capolino un pesce. Da questo momento l'artista dimostra di essere in pieno possesso della tecnica, realizza, sempre in pasta di vetro, vasi, lampade, maschere e pannelli decorativi.
Esecutore
solitario, Dammouse ha lasciato poche indicazioni dei suoi metodi di lavoro; si
ritiene che i diversi colori ottenuti nelle decorazioni dei bordi, siano il
risultato di
successive applicazioni di ossidi e di progressive, certosine
cotture.
L'opera di
Dammouse, prosegue instancabilmente fino alla sua morte,
avvenuta nel 1926, rimando sempre
fedele al suo stile, con pochissime varianti,
però caratterizzata da un costante perfezionamento della tecnica.
Janine Bloch-Dermant, L'Art du Verre en France. Denoel 1974
D. Zühlsdorff, Markenlexikon, porcellana e ceramica Report 1885-1935. 1988
Cappa Giuseppe. L'Europe de l'art verrier. 1991
Cappa Giuseppe. Le Genie Verrier De L'Europe. 1998
Lara-Vinca Masini, Il Liberty - Art Nouveau. Giunti 2000
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