Collana firmata Lalique,
1890 circa. Perle naturali da 2,90 a 3,40 mm. Montatura in oro.
René Lalique nasce nel 1860 a
Ay, in Champagne, da ragazzo frequenta come apprendista il gioielliere Louis
Aucoc che gli insegna le tecniche orafe, e frequenta i corsi di disegno e di
modellato alla Scuola d'Arti Decorative di Parigi, che lascerà nel 1878,
trasferndosi per due anni in Inghilterra dove farà esperienza.
Al suo ritorno a Parigi incomincia a lavorare assumendo incarichi di
progettazione e disegno per nuovi modelli di gioielli, sia per articoli usuali
sia per articoli di lusso per rinomate case come: Jacta, Cartier, Acno, Renu e
Gariod, finché diviene nel 1886 fabbricante lui stesso, quando acquista la
piccola ditta di Jules Destape, che molto rapidamente trasferisce per già
ingrandirsi al numero 20 di rue Thérèse a Parigi, disegnandone lui stesso i
mobili e l'arredo. Produce inizialmente lavori di spirito simbolista praticando
il procedimento della fusione a cera persa.
Gioiello-Pavone, 1898, oro,
smalti, opali e diamanti, h. 9,2 cm, lungh. 19 cm.
Museo Calouste Gulbenkian Lisbona.
Le
prime ricerche di René Lalique sui vetri hanno data 1890, quando realizza i suoi
elementi per gioielli in vetro, con le tecniche degli smalti e dell'incisione al
«touret» (alla rotella montata su piccolo tornio). Per questi
bijoux che Lalique
disegna e realizza, il trionfo avviene nel 1900 all'Esposizione Universale di
Parigi, esponendo con altri grandi maestri del vetro Art Nouveau, quali Emile
Gallé e Antonin Daum, ove sarà premiato per i suoi originalissimi gioielli, e
riporterà un successo che diventerà ben presto di fama mondiale.
Il gioiello nel 1900 si trova in un punto importante per le arti decorative,
esso appartiene all'architettura, alla scultura, alla pittura e alla vetreria.
I gioielli Art Nouveau hanno per tecnica, principalmente, la smaltatura, questa
è stata applicata dapprima all'oreficeria, dopo essere stata largamente
sviluppata per vasi, scatole, tazze, e altri oggetti sin dal 1867 dalla Ditta
Christofle che la riporta in auge, finché il gioielliere Falize padre, per primo
la riprende e la sviluppa come tecnica primaria per i suoi lavori, svolgendo
anche delle ricerche chimiche sulle materie, tanto da ottenere 60 preziose
nuances.
Gioiello- Libellula, 1897, oro,
smalti, pietre di luna e diamanti, h. 23 cm, lungh, 26,6 cm.
Museo Calouste Gulbenkian Lisbona.
Questa antica e dimenticata tecnica della smaltatura, sarà così adottata da
molti altri artisti, come Gaillard, Feuillâtre, Grandhomme e Hirtz i quali
contribuiranno alla rinascita di questa, anche Lalique è colpito da questa
seducente materia che è lo smalto. Questo, come il cristallo, è una composizione
vitrosa, con l'aggiunta di una parte di piombo, per ottenere una perfetta
elasticità sul supporto, inoltre il piombo gli impedisce di screpolarsi o di
ritirarsi durante la fase di raffreddamento, dopo essere stato portato ad una
cottura variante tra i 700 e gli 800 gradi.
Lalique ha praticamente utilizzato tutti i procedimenti di inserzione
fisici-chimici della smaltatura a caldo, con smalti cloisonnés, smalti
champlevés e altri procedimenti misti, spesso risolti sul medesimo gioiello;
Lalique ottiene anche dei notevoli risultati con gli smalti traslucidi e altri
detti trasparenti, entrambe queste tecniche consistevano nel creare una
materia detta magma, la quale veniva messa in fusione dopo aver arrestato la
cottura dell'oggetto e quindi alternando le varie cotture per più riprese.
René Lalique in realtà non è né gioielliere né orafo, ma è pittore e scultore,
per questo disegna, modella il vetro, smalta e cesella, è un creatore, inoltre
per sviluppare i suoi temi è riuscito a fare accostamenti arditi, come il
bronzo ai diamanti, l'oro o l'argento al corno o all'avorio, le pietre dure e le
perle al cristallo intagliato.
Lalique come altri artisti suoi contemporanei, crea opere che sono un inno
alla donna e alla sua femminilità, diventerà celebre per i suoi famosi bijoux
femme-fleur, le sirene, le meduse, le donne leggenda dei temi wagneriani del
Percival o Lohengrin, realizzazioni piene di charme e di magia che fanno della
donna una creatura di sogno. Altri temi realizzati da Lalique nei gioielli
sono i motivi ornamentali di fiori e di foglie, di libellule, cigni, pavoni,
farfalle, pipistrelli, api e altri stilizzati
animali che popolano i suoi gioielli come un minuscolo giardino incantato.
I suoi pendentifs, le broches, gli orecchini, gli anelli, i bracciali, le fibbie, i diademi, i ferma capelli, le collane e le parures, bijoux che Lalique
ha creato rivoluzionando i concetti e i canoni dell'oreficeria, accostando
materiali umili ai più nobili, allontanando anche il concetto di «bene
rifugio» poiché non sono più bijoux riservati a una élite
di aristocratici privilegiati, ma creati per una società borghese di un periodo
tra i più belli per le arti decorative, indossati da donne affascinanti e famose come Liane dei Pougy, Julia Barthet, Sarah Bernhardt e tante altre, per puri
intendimenti estetici e non per il valore intrinseco dell'oggetto. René Lalique
ha così creato il gioiello per l'arte, un'arte onirica, nata dalla letteratura
simbolista, facendo dei suoi gioielli veri oggetti d'arte, avendo dato a tutti
un soffio di vita.
Franco Borga
Articoli
correlati: