Émile Gallé
Il vetro come arte
Alessandra Doratti
Nacque nel 1846 a Nancy, capoluogo della
provincia francese di Lorena. Suo padre, Charles, aveva una produzione e
rivendita di oggetti decorativi in vetro e maiolica che aveva ereditato
dalla famiglia della moglie e aveva opportunamente ingrandito a sue
spese. L'educazione di Gallé fu sia accademica e teorica che pratica. Il
suo entusiasmo per gli studi letterari doveva ancora riflettersi più
tardi nell'alta qualità delle sue creazioni. I suoi studi, meno formali,
ma egualmente intensivi di botanica ed il susseguente apprendimento
pratico in chimica e tecnica di produzione del vetro nelle botteghe di
Meisenthal e nelle tecniche della maiolica nei laboratori di Saint
Clément, gli conferirono entrambe le capacità sia di ideatore che di
esecutore materiale del suo lavoro. Nel 1874 Charles Gallé lasciò al suo
prodigioso figlio l'azienda e l'amministrazione degli affari di
famiglia. La carriera di Gallé all'apice della sua fortuna commerciale
era destinata a durare per trent'anni, fino alla sua morte per leucemia
nel 1904, e durante queste tre decadi egli trasformò un'azienda
relativamente piccola in una delle fabbriche più grandi d'Europa per la
produzione di oggetti di lusso in vetro. Durante questo periodo egli
continuò sempre i suoi esperimenti personali che risultarono
prestigiosi: tante creazioni di esecuzione straordinaria per invenzione
e per manodopera. Gallé scrisse molto a proposito della teoria che sta
dietro al suo lavoro, riconoscendo alla natura la sua più grande fonte
di ispirazione. La sua risposta allo storicismo era quella di guardare
indietro alla natura stessa che ci dà l'idea insieme di forma e di
decorazione. Le sue parole così persuasive ispirarono molti suoi
contemporanei locali, che finalmente radunati insieme sotto la sua guida
formarono la Scuola di Nancy, convertirono la città a centro di arti
decorative, che ormai divenne rivale di Parigi. Gallé imparò molto
dall'arte giapponese e le rifiniture grafiche delle sue opere in parte
riflettono questo. Era ferventemente fedele alle sue origini e alla
Lorena e molti dei suoi vasi ce lo dimostrano addirittura nella scelta
della flora locale come decorazione o in misteriose iscrizioni che fanno
subdoli riferimenti all'ostilità Franco-Prussiana. La sua passione per
l'opera dei poeti Simbolisti fu un'altra sua grande forza che prese
forma e così Gallé creò vasi che evocavano sottili sfumature di
significato poetico nei loro strati di colore. A volte incideva sulla
fascia centrale del vaso la frase del verso che aveva ispirato la sua
opera. Tecnicamente parlando, la convinzione di Gallé e dei suoi
esperimenti era tale che il vetro rappresentava per lui il medium più
malleabile e variabile per creare un'infinità di forme. Era ormai
sorpassata l'idea che il vetro fosse una sostanza chiara e trasparente
sul quale incidere la decorazione, o al più smaltarla. Gallé intuì tutte
le possibilità della decorazione su vetro. I suoi scritti rivelano una
profonda conoscenza della chimica ed egli ebbe un notevole successo in
quanto seppe dare al vetro una colorazione di gamma infinita tanto da
farlo sembrare una pietra semipreziosa quasi come l'agata o la giada. I
suoi studi e le sue ricerche furono esposti al pubblico in molte
manifestazioni e alla Mostra Internazionale che si tenne a Parigi. La
sua prima mostra ed anche la più famosa fu l'Esposizione del 1878. Le
sue prime opere consistono per lo più in vetri smaltati come quelli che
faceva suo padre, però egli adoperava una serie di colori ben più ampia.
Durante il periodo della mostra nel 1884 egli fu di nuovo attratto
profondamente dal processo di colorazione e decorazione del vetro. La
sua successiva più importante esposizione, peraltro molto apprezzata, fu
alla Mostra di Parigi del 1889. Qui Gallé presentò il tanto celebrato
vetrocammeo, lavorato ad acido, che avrebbe assicurato il suo successo
commerciale e l'espandersi della fabbrica di Nancy. Nell'Esposizione
parigina del 1897, Gallé presentò ancora un'altra tecnica di
decorazione, più avanzata, che egli definì "marqueterie sur verre" (e
cioè le inclusioni sotto vetro). Si applicavano appropriati vetri
colorati allo stato semiliquido sul pezzo che era ancora caldo e
lavorabile e ciò richiedeva una considerevole capacità dato il rischio
comprensibilmente alto. Durante le principali mostre parigine dell'anno
1900 Gallé raggiunse il successo ancor più di prima. In questo periodo i
suoi pezzi godevano di grande libertà scultorea, abbondavano le
decorazioni floreali applicate e lavorate come sempre ad alto livello.
Nel 1904 l'azienda Gallé aveva assunto altre trecento persone e deteneva
filiali a Parigi, Londra, Francoforte. Il suo successo era basato su una
serie di produzione di vasi e le popolari, nuove per l'epoca, lampade da
tavolo in vetro cammeo. Questa produzione continuò ad espandersi anche
dopo la sua morte, avvenuta in quell'anno. La vera personalità di Gallé
come artista, tuttavia, deve essere cercata non nei pezzi prodotti
industrialmente, seppur anch'essi attraenti, bensì nei magnifici pezzi
unici destinati alle esposizioni più importanti o a commissioni
pubbliche, e più specialmente nei pezzi "intimi", realizzati per una
piccola cerchia di amici o per ricchi mecenati che li apprezzavano (e
tra questi vi era incluso Marcel Proust). In lavori come questi si
comprende il pensiero altamente raffinato, pieno di poesia e
delicatezza, con più di un riferimento all'amore decandente del
Simbolismo e al mistero che rese la fin de siècle così uno
straordinario periodo nella storia delle arti decorative.
Alessandra Doratti
Bibliografia:
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