Il Costruttivismo, artefici e confini
Giorgio Catania
Vladimir Tatlin, Rilievi, 1914, metallo e pelle applicati su legno
Alla fine del primo
conflitto mondiale la situazione sociale e tecnologica dell'Europa era
profondamente mutata; lo sviluppo dell'industria e della meccanizzazione
da un lato, il crescente aumento demografico dall'altro richiedevano
nuovi parametri di abitabilità e di funzionalità cittadina. La
tecnologia industriale andava sostituendo la tecnica artigianale delle
costruzioni e l'architettura, oltre a raggiungere risultati
esteticamente validi, doveva risolvere i molti рrоblemi funzionali
legati all'apparato urbano.
V. Tatlin, Nudo femminile, 1910 (Cubo-futurismo)
Questi movimenti, ispirati dalle correnti d'avanguardia del fauvismo
e cubismo francese e dal futurismo italiano (in Russia i primi
artisti di avanguardia scelsero di chiamarsi cubo-futuristi),
rifiutavano ogni forma di rappresentazione mimetica dell'esperienza
sensibile, cercando di eliminare il riferimento non soltanto agli
oggetti, ma anche ai vari tipi di condizionamento contenutistico
(religioso, politico, sociale). Molti artisti, traendo spunto anche
dalle opere del connazionale Vladimir Tatlin (rilievi astratti di
composizione polimaterica: cartone, gesso, legno, metallo, ecc.),
utilizzarono materiali nuovi, insoliti, come l’acciaio e il vetro,
mai considerati in precedenza nelle opere d'arte. Queste forme
astratte e geometrizzanti venivano progettate per essere
riproducibili applicando la meccanica industriale al fine di una
distribuzione di massa. Rodchenko e Lissitsky in particolare, con il
linguaggio suprematista, sfrutteranno la potenzialità industriale
per comunicare a tutti i livelli della società.
M. Larionov, Studio radiante, 1912, olio su tela. Mosca, Galleria Tretyakov N. Gonciarova, Gatti, 1913, olio su tela. New York, Guggenheim Museum
K. Malevic, Quadrato rosso, quadrato nero, 1915, olio su tela. New York, M.O.M.A. K. Malevic, Untitled, 1916 ca., olio su tela
Il Suprematismo,
fondato nel 1913 da Kasimir Malevic (1878-1935), partendo dalla ricerca
formale del Cubismo analitico, puntava alla spazialità astratta dei
simboli geometrici (rettangolo, cerchio, triangolo, ecc.). Il Manifesto
del Suprematismo uscì a Pietroburgo nel 1915 e nel '20 ne venne
pubblicato il saggio più importante: “Il suprematismo, ovvero il
mondo della non rappresentazione”, dove i suoi concetti su arte e
poetica vengono enunciati compiutamente.
Il Costruttivismo (in
russo konstruktivizm), fondato da Vladimir Tatlin (1885-1953) e da
Aleksandr Michajlovič Rodčenko, si sarebbe tradotto in un programma politico in cui tutte le
arti venivano indirizzate verso scopi sociali e spiccatamente nella
pianificazione urbanistica. Malevic e Tatlin, che avevano stretto
amicizia prima dell'inizio della Grande Guerra, nel febbraio del 1915
organizzarono una mostra a Pietroburgo dove esposero una ventina di
opere ciascuno. Fu un sodalizio di breve durata, tuttavia: già nel
dicembre dello stesso anno, in una successiva esposizione, le loro opere
vennero presentate in due sezioni nettamente distinte, evidenziando la
differenza ormai visibile delle rispettive ricerche.
Naum Gabo, Scultura spaziale (opera perduta)
"il passato non è più vita, il futuro non è ancora vita. ... per noi le urla sul futuro equivalgono alle lacrime sul passato.... chi si occupa oggi del domani, è occupato a non far nulla. Lasciamo il futuro ai profeti. Per noi prendiamo l'oggi."
"Abbasso l'arte. Viva la tecnica. La religione è menzogna. L'arte è menzogna... Viva il tecnico costruttivista. Abbasso l'arte, che maschera solo l'impotenza dell'umanità. L'arte collettiva del presente è la vita costruttiva".
Dopo la morte di Lenin (1924), la linea culturale ufficiale nelle arti si indirizzò in una ripresa del realismo ottocentesco, il libero dibattito slittò sempre più sul dibattito politico, la critica estetica finì cоl dover fare i conti con la fedeltà nei confronti della Rivoluzione. Infine il potere sovietico negò ogni autonomia di ricerca, riducendo l'arte ad uno strumento di propaganda politica che porterà al "Realismo Socialista" - un costruttivismo utilitaristico in cui l''oggetto', quale che fosse, era sempre il risultato di un progetto finalizzato a un prodotto utilizzabile nella vita quotidiana, secondo concetti funzionali.
Vladimir Tatlin, Monumento alla Terza Internazionale, 1919 (Costruttivismo)
El Lissitzky, Sentinella, 1921-1923, litografia El Lissitzky, Proune, 1923, litografia con collage
Le sue idee influenzarono molti giovani artisti, come El Lissitzky (architetto, pittore, grafico e teorico del movimento), il quale svolse anche un'intensa attività di relazioni, in continuo rapporto соn Gropius, Mies, van Doesburg. Costui, assieme agli altri architetti del gruppo Asnova (Ladovsky, Melnikov, Vesnin, Golosov), vedeva l'architettura russa come immagine-simbolo di una società socialista autocostituita, e che trovava forma nel geometrismo. Vennero intraprese soluzioni formali innovative e audaci, come le strutture portanti in vista, tralicci metallici, saldature evidenziate di proposito, per ottenere dinamismo e simbolismo, superando i canoni borghesi dell'arte celebrativa e rappresentativa.
"Questi artisti guardano il mondo attraverso il prisma della tecnica. Non vogliono creare illusioni usando colori su una tela, e lavorano invece direttamente sul ferro, sul legno, sul vetro. I miopi vedono in tutto ciò solo la macchina, mentre il costruttivismo dimostra che non si può stabilire il confine tra matematica e arte, tra un'opera d'arte e un ritrovato della tecnica" (Lissitzky 1925).
Antoine Pevsner, Costruzione (opera perduta) Anton
Nel 1920 Rodčenko e Varvara Stepanova pubblicarono il "Programma del Gruрро produttivista", assumendo una posizione assolutista e rivoluzionaria:
«Abbasso l'arte, viva la tecnica. La religione è menzogna, l'arte è menzogna. ...abbasso il mantenimento delle tradizioni artistiche, viva il tecnico costruttivista. Abbasso l'arte, che solo maschera l'impotenza dell'umanità» (De Micheli).
A tutto questo si opposero, nell'ambito del Costruttivismo, Gabo e Pevsner, che nel 1920 pubblicarono a Mosca il "Manifesto realista" in cui veniva proclamata la realtà autonoma dell'arte costruttivista. Il termine Konstruktivizm, comunque, quale denominazione generale delle diverse tendenze artistiche già indirizzate in tal senso, venne usato per la prima volta da V. Stepanova, in una conferenza tenuta all'Istituto di Cultura Artistica di Mosca e divenne poi di uso comune. La corrente artistica si diffuse in Ungheria e in Polonia, quindi in Germania, dove si formò un nuovo centro di ricerche costruttiviste. E. Kállai nel 1924 dichiarerà::
"L'arte moderna ha intrapreso due radicali tentativi per sottrarsi all'angustia dеl sentimento individualistico della vita. L'espressionismo ha tentato con l'illimitatezza del puro sentimento e della pura visione, il costruttivismo con la sua volontà di estrema concretezza, economia e cosciente precisione" (E. Kállai, Konstruktivismus, in Jahrbuch der jungen Kunst, Leipzig 1924).
Anche se questa
divisione in due tendenze principali retrospettivamente non è più
condivisibile, negli esordi russi del movimento vanno comunque ricercate
le radici di quegli sviluppi che dalle opere di Malevič, Tatlin,
Rodčenko, portarono al diffondersi in Europa dell'arte costruttivista.
Piet Mondrian, Composizione, 1921, olio su tela. Basilea, Kunstmuseum Theo van Doesburg, Vetrata, 1921 ca.
In Olаnda, intorno alla rivista "De Stijl", ruotarono Mondrian, Huszar, van Doesburg, van der Leck, e Vantongerloo; dall'Unione Sovietica si erano trasferiti a Berlino N. Gabo e El Lissitzky; a Parigi mossero A. Pevsner, J. Annenkov, P. Mansurov e I. Puni. In Ungheria lavorarono L. Kassák e L. Moholy-Nagy, che negli anni venti, furono attivi anche in Germania e Austria. In Polonia, le tendenze costruttiviste si manifestarono soprattutto in W. Strzeminsky, K. Kobro e H. Stazewski.
Katarzyna Kobro,
Composizione spaziale VIII, 1931. Lodz, Museo Sztuki
Cernigoj Augusto. Copertina in
Der Sturm / (Numero speciale:
In Italia e
Jugoslavia il movimento costruttivista viene capeggiato da August
Cernigoj, il quale era entrato in contatto con esso durante i suoi
soggiorni di studio all'Accademia di Monaco e al Bauhaus di Weimar.
Trieste, Padiglione del Giardino Pubblico, progetto architettonico
Il Gruppo,
nel 1927, presentò la "Sala Costruttivista" all'interno della I Esposizione
del Sindacato di Belle Arti, al Padiglione del Giardino Pubblico di
Trieste.
Bibliografia: Enciclopedia Universale dell'Arte, Firenze 1958 Treccani, Enciclopedia del Novecento, Vol. I, (pag. 1053), 1975 Vieri, Quilici, L'architettura del costruttivismo. Laterza, 1978 M. De Micheli, Le avanguardie artistiche del Novecento, Milano, 1986 Costruttivismo in Polonia. Catalogo della mostra, (Caraglio, 22 ottobre 2005 - 29 gennaio 2006), 2005 La Storia dell'Arte, Le Avanguardie, Vol. XVII, Electa 2006 Catia Giaconi, Le vie del costruttivismo, Armando Editore 2008
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