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CECIL BEATON
Michele Catania
Cecil Beaton nasce a Londra il 14 gennaio 1904, da Ernest Beaton, commerciante di legname, e Etty Sissons, i quali metteranno al mondo altri tre figli. Nel 1915, Cecil riceve in dono la prima macchina fotografica, una Kodak 3A a soffietto, un apparecchio di medio formato, introdotto sul mercato nel 1903 e venduto fino al 1915. Con l'aiuto della bambinaia di sua sorella, Alice Collard, anche lei appassionata di fotografia, esegue ritratti della sorellina e della madre. Con il passare del tempo fa esperimenti per riflettere la luce, usando diverse fonti luminose come fogli di carta stagnola e specchi; si cimenta nelle tecniche dello sviluppo e della stampa, architetta di mettere una lastra di vetro fra il negativo e la carta durante l'esposizione, usa filtri. Con cellophane, lenzuola e scampoli di stoffa dai tessuti brillanti, improvvisa eleganti e suggestivi costumi; usa le sue sorelle come modelle. Dopo il liceo, Cecil si iscrive a Cambridge, dove studia storia, arte ed architettura; continua a sperimentare la fotografia, immortala col suo obiettivo quella generazione di giovani eleganti della buona società che saranno i suoi temi ricorrenti. Realizza in uno scenario campestre, il ritratto di Rex Whistler. La pubblicazione su Photograms of the Year, nel 1922, del ritratto del giovane Lebas, è per lui la prima consacrazione ufficiale. Nel 1924 il suo studio La Duchessa di Malfi viene pubblicato da Vogue; si tratta di un ritratto manipolato dell'amico George Rylands. Senza essersi laureato, spinto dalle pressioni paterne, Beaton lascia Cambridge, ed accetta un impiego. Durante il tempo libero continua a ritrarre personaggi celebri ed artisti, fino ad allestire una mostra in una galleria dello West End; da questo momento le committenze di persone illustri che richiederanno i suoi ritratti saranno sempre crescenti. Nel settembre del 1926 lascia l'impiego per dedicarsi solo alla carriera di fotografo e a disegnare costumi e scenografie per la televisione e per il cinema. Il pittorialismo, che aveva esercitato una forte influenza su Beaton, negli anni venti, si era esaurito, ed anche la Photo-Secession, dell'americano Alfred Stieglitz, era degenerata in pura pretenziosità che si autocelebrava ogni anno nelle mostre della Royal Photographic Society. Ma il primo vero ispiratore di Beaton fu il fotografo e ritrattista Barone de Meyer, dedito al mondo della moda e dell'alta società; Cecil subì anche l'influenza di Edward Steichen, anche se questa fu meno evidente della precedente. Nel 1931, Beaton intraprende un viaggio in Nord Africa insieme al fotografo George Hoyningen-Huene, riportando in The Wandering Years (Gli anni di vagabondaggio):
"Sull'esempio di Huene, ho cominciato a fare fotografie che cercano di essere interessanti come composizioni, di esprimere il punto di vista del soggetto e, se possibile, di suggerire un'interpretazione. A George il mio grazie per aver dato una nuova dimensione al mio mestiere di fotografo".
Negli anni trenta Beaton iniziò l'indagine degli stili surrealista e neo-romantico allora di moda, esercitandosi fra fotografia ritrattistica e moda. Nel 1929 intraprende il primo viaggio a New York e inizia il rapporto di lavoro con Condé Nast, lavorando come fotografo per Vanity Fair e Vogue. Molto ambizioso, dotato di grande determinazione e tenacia al punto da essere considerato implacabile nel perseguire i propri scopi, Beaton ha sempre lavorato duramente, alla ricerca continua della perfezione. Esteta dall'eleganza ricercatissima, fu anche scrittore e critico, allestitore di mostre, arredatore dal gusto squisito, nonchè brillante conversatore. Nelle sue fotografie rivela la sua costante attenzione per il mondo dei nobili, dei ricchi, di attori e cantanti, della gente di successo. Uno snobista spregiudicato, capace di cogliere perfettamente l'eccentricità dei personalissimi ritratti, ottenendo fin da subito una critica molto favorevole.
Durante la Seconda Guerra
Mondiale, dal 1939 al 1945 è stato il fotografo ufficiale del Ministero
dell'informazione Britannico; viene incaricato di documentare tutte le attività
della RAF nel Regno Unito, è inviato in Europa con il compito di cogliere le
immagini dal fronte. Nel 1942 viene mandato al Cairo; nel
1943-1944 viaggia in Estremo Oriente. Ha ritratto la Famiglia Reale,
molte volte la Regina Madre, la regina Elisabetta, le nozze del Duca e la
Duchessa di Windsor. Ma sono sopratutto le sue foto di moda, i ritratti della
società bene e quelli delle celebrità di Hollywood, che lo hanno reso celebre in
tutto il mondo. Pur non essendo mai stato considerato come un fotografo
altamente specializzato nella tecnica, si è distinto per l'impostazione della
scena e per la tempestività nello scegliere il momento più adatto allo scatto;
utilizza anche
una serie di trucchi e l'accusa di artificio mossa dai critici alla
sua fotografia non è proprio ingiustificata.
D'altronde negli
anni venti, negli studi fotografici di tutto il mondo, per la realizzazione dei
ritratti, si fa largo uso di sfondi dipinti, di effetti di luce e del
fotoritocco. Nel 1974 all'Imperial War Museum, si tiene una mostra delle sue fotografie di guerra. In luglio dello stesso anno, viene colpito da un ictus che lo lascia paralizzato permanentemente sul lato destro del corpo. Ma Beaton reagisce, impara a scrivere e a disegnare con la mano sinistra, adatta gli apparecchi fotografici, continua per quanto possibile il suo lavoro.
Preoccupato per la sua
sicurezza finanziaria, pone in vendita il suo archivio fotografico presso la
casa d'aste Sotheby's e dal 1977 al 1980, si tengono cinque aste, le quali
escludono però tutti i ritratti della famiglia reale e le foto detenute da
Vogue a Londra, Parigi e New York. Nel 1979,
fotografa le collezioni autunno di Parigi per
Vogue francese.
Bibliografia:
I grandi fotografi, Cecil Beaton - Fabbri 1982
Cecil Beaton, War Photographs 1939-45, Londra, 1981
The Best of Beaton, Londra, 1968
Cecil Beaton's Diaries: 1939-1944 The Years Between, Londra, 1965
Cecil Beaton's Fair Lady, Londra, 1964
British Photographers, Londra, 1944
Cecil Beaton's Scrapbook, Londra, 1937
The Book of Beauty, Londra, 1930
Sitografia:
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