MARC   RIBOUD

 

Michele Catania

 


 

 

 

"Se il nostro lavoro può, in qualche modo, influire un po' sulla realtà, questo avviene proprio in epoche come la nostra in cui la funzione della testimonianza diventa essenziale".

 

 

Marc Riboud, quinto di sette figli, nasce a Lione il 24 giugno 1923. La famiglia Riboud con una solida tradizione culturale, aveva la passione per i grandi viaggi: il padre, banchiere, aveva compiuto nel 1910 un giro del mondo, documentandolo con numerose fotografie; lo zio, Jules Riboud, nel 1920 aveva intrapreso un avventuroso viaggio in Congo.

In occasione del suo quattordicesimo compleanno, Marc riceve in dono la West-Pocket Kodak che il padre aveva usato durante la Grande Guerra per documentare la sua vita in trincea. Con questa macchina fotografica, Marc scatta la sua prima foto in occasione dell'Esposizione Universale di Parigi. Due anni più tardi, alla morte del padre, gli viene affidata una Leica del 1935.
Compie gli studi superiori, poi, studi tecnici a Lione fino al  1943 quando allo scoppio del Secondo Conflitto Mondiale partecipa alla resistenza, prima a Lione, poi raggiunge i gruppi partigiani di Vercors. Negli anni 1944-45 combatte sul fronte delle Alpi e partecipa all'occupazione dell'Austria. Alla fine della guerra completa gli studi tecnici e si impiega in una fabbrica di bottiglie con la qualifica di fresatore.
Dal 1945 al 1948, studia ingegneria presso l'Ecole Centrale di Lione e fino al 1951  lavora come ingegnere in una fabbrica di quella città. Dopo aver preso una settimana di vacanza per fotografare il Festival di Lione, decide di lasciare il lavoro per dedicarsi unicamente alla fotografia. Diviene fotografo free-lance a Lione e nella Francia meridionale e orientale; nel 1952 si trasferisce a Parigi dove incontra Henri Cartier-Bresson e Robert Capa, fondatori della Magnum Photos, a cui mostra le sue fotografie. Entra a far parte della famosa agenzia.
Esegue il suo primo servizio fotografico nel villaggio di Tignes, dove a causa della costruzione di una diga, gli abitanti sono costretti ad abbandonare le loro case. La rivista Lifé, pubblica la sua foto Allegramente sulla Torre Eiffel, dove un uomo che ridipinge la famosa struttura, si pone come un allegro ballerino arroccato tra i tralicci della torre.
Compie il suo primo viaggio in Jugoslavia, lungo la costa dalmata; le fotografie vengono pubblicate su Harper's Bazaar.

Durante un periodo di sei mesi trascorsi in Inghilterra scatta molte fotografie di Londra, documenta lo sciopero degli scaricatori di Liverpool e il Congresso del Partito Conservatore presieduto da Winston Churchill, per conto del Pycture Post.

Incontra Robert Capa immediatamente prima che questi parta per l'Indocina, dove alcune settimane dopo sarebbe stato ucciso.

Nel 1957 si reca in Cina, e viaggia per l'Estremo Oriente per due anni. Compie, con Christian Berjoneau, un viaggio con un fuoristrada, dal nord dell'Alaska fino al Messico. Alcuni suoi servizi vengono pubblicati su Paris Match. Esegue servizi fotografici sui moti di indipendenza in Ghana, Costa d'Avorio, Nigeria,  Congo. Viene eletto vicepresidente della Magnum-Europa. Nel 1963, assieme a Jean Daniel, compie un viaggio a Cuba dove incontra Fidel Castro. Dal 1968 al 1976 realizza diversi reportage sul Sud e Nord Vietnam, documentando le atrocità di guerra su entrambi i fronti (incontra Ho Chi-minh e Pham Van Dong); viaggia in Asia, Africa, India, Nepal, Cina, Unione Sovietica, Stati Uniti e Giappone.
Le sue fotografie vengono pubblicate da numerose riviste, fra cui Geo, National Geographic, Paris-Match, Stern. Nel 1979, lascia l'agenzia Magnum.

Marc Riboud è un uomo sensibile, simpatico, sempre pronto ad aiutare, ad aprire i rapporti con gli altri; rende partecipi gli amici e i familiari di tutte le iniziative e le attività che lo interessano.

 

Il figlio Alexis, il 20 ottobre 1981 lo descriverà così:

 

"È un uomo di corporatura normale, dal passo energico, un paio d'occhiali poggiati su un grande naso, un volto da intellettuale, molto intelligente ma sempre distratto. È un cultore appassionato di fotografia, musica classica e pittura. Nutre una vera passione per la fotografia: cosa del tutto naturale per un fotografo! Adora ridere, parlare, discutere dei fatti d'attualità e di politica. La vita notturna, invece, lo lascia del tutto indifferente: la sera, preferisce rimanere a casa... Dopo lo scatto della macchina fotografica, è lo squillo del telefono che scandisce la sua vita: lo usa ininterrottamente, ma parla raramente, evitando le frasi troppo lunghe e farraginose. Ha un linguaggio conciso e immediato e un carattere concreto che facilita il suo lavoro. Quando parte per eseguire un servizio fotografico, compie preparativi molto elaborati e movimentati. Prepara le pellicole, gli apparecchi fotografici e gli abiti all'ultimo momento. Quando ritorna da un viaggio, racconta aneddoti, parla degli incontri con persone e situazioni: ma aggiunge sempre un tocco di ironia che provoca il sorriso e un autentico divertimento in chi ascolta. Quando rievoca i suoi viaggi e le avventure di cui è stato protagonista o spettatore comunica, con grande intensità, le sue emozioni e la sua appassionata adesione alla vita".

(I grandi fotografi, Marc Riboud - Fabbri 1982)
 

 

Marc Riboud ha sempre considerato il suo lavoro di fotografo con molta serietà:

 

"Sarebbe bene che noi fotografi non ci prendessimo troppo sul serio!... Fotografare è fin troppo facile: saper guardare e vedere, invece, è molto più difficile, in quanto non si tratta di un riflesso condizionato, ma è frutto di un serio lavoro di apprendimento. La disciplina è altrettanto importante della spontaneità e della sensibilità... La fotografia non deve convincere, la fotografia non è certo in grado di cambiare il mondo, ma può mostrare il mondo, soprattutto quando sta mutando... Fotografare significa accettare l'imprevisto, la sorpresa: ma per cogliere questo aspetto della realtà bisogna avere una grande passione, direi l'ossessione di osservare instancabilmente la realtà ... Se l'amore per la vita si attenua, anche le fotografie si fanno sbiadite, perché fotografare significa assaporare la vita, ogni istante, intensamente!".

 

Marc Riboud, nel suo lungo percorso professionale ha vinto innumerevoli premi e gli vengono costantemente dedicate importanti mostre retrospettive in  Musei e Gallerie di tutto il mondo.

 


Michele Catania

 

            

 

Bibliografia:

 

I grandi fotografi, Marc Riboud - Fabbri 1982

 

Face of North Vietnam, New York 1970


Les trois bannières de la Chine, Parigi 1966

 

Le bon usage du monde, Losanna 1964


 

Sitografia:

 

Marc Riboud - Sito ufficiale

 

 

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