Gabriella Crespi

Franco Deboni

 

 

 

“I was inspired only by the universe”

 

 

 

Gabriella Crespi nasce a Saronno nel 1922 da una illustre famiglia. La madre, Emma Caimi-Pellini, era designer di gioielli con un proprio atelier, il padre ingegnere meccanico. Dopo il diploma conseguito al Liceo artistico dell’Accademia di Brera, nel 1944 si iscrive ad architettura al Politecnico di Milano. In questo periodo sarà molto coinvolta dall’esperienza progettuale di Le Corbusier e Frank Lloyd Wright. Conosce Giuseppe Maria Crespi, di ricca famiglia lombarda, imprenditori tessili e comproprietari del Corriere della Sera, un matrimonio contratto nel 1948 che entrerà presto in crisi, nonostante la nascita dei figli Gherardo ed Elisabetta.

Dotata di uno straordinario talento e gusto per il bello, inizia la sua carriera di designer negli anni Cinquanta con una produzione di oggetti, lampade e sculture d'acciaio, la “Small Lune Collection”, a forma di luna.

 


Dagli inizi degli anni Sessanta si avvia un proficuo rapporto di collaborazione con la "Maison Dior", verranno realizzati gioielli (orecchini, collane, bracciali, fibbie), oggetti per la casa e servizi per la tavola (piatti, coppe, candelieri e posate della collezione "Gocce Oro"). Mobili, a partire dagli anni Settanta.

Mobili ed oggetti, che oltre alla loro funzione pratica esercitano una notevole forza di seduzione e risultano spesso essere delle autentiche opere scultoree. Le sue sono creazioni dell’artigianato classico, ispirato talora dalle filosofie orientali - le forme sono rigorose, essenziali.

 

      

 

Nutrita anche la serie di figure di animali dorati – rinoceronti, aironi, cervi, ippopotami, struzzi, pinguini, orsi, pellicani, cinghiali, tori – da soli o in composizioni multiple. Utilizzerà legno e lacche, accostati a metalli dall’effetto prezioso quali ottone dorato e acciaio inox, ma anche cristallo, marmo e bambù disposto in lunghissimi raggi.

Trasferitasi a Roma dopo la separazione dal marito, nel 1964 inaugura un suo showroom a Palazzo Cenci.

 

Nel 1968 viene presentato a Dallas il prototipo del suo primo “Plurimo” - omaggio all'artista Emilio Vedova – in rappresentanza del design italiano dell’epoca. Si avvia un circuito espositivo internazionale, tra Stati Uniti, Europa e Medio Oriente, mostre che contribuiranno alla fama ed al successo di Gabriella Crespi fuori dai confini italiani. Si tratta di mobili metamorfici, per l'appunto "Plurimi", studiati per mutare nello spazio - una serie che si protrarrà per un intero decennio con esemplare coerenza.

Le sue realizzazioni entrano nelle residenze di personalità illustri del tempo, come la principessa Grace di Monaco, lo scià di Persia Reza Pahlavi, re Feisal dell’Arabia Saudita e l'armatore greco Georges Livanos. Il jet set internazionale più facoltoso farà a gara per accaparrarsi le sue opere. Sul mercato fanno la loro comparsa imitazioni e falsificazioni.

 

 

 


Nel 1970, Elisabetta figlia di Gabriella inizia la collaborazione nella produzione dei plurimi "Tavolo 2000", "Cubo Magico", "Tavolo Dama", "Tavolo Scultura".

Elisabetta sarà autrice, nel 1972, del bar “Z”, realizzato in un’unica lastra d’acciaio con piani sospesi.

 

Lampada da terra "Caleidoscopi"


Nello stesso anno nascono “Caleidoscopi” e “Lune”,
 leitmotiv della particolare poetica di Gabriella. Nelle “Lune”, vere sculture in pietra, viene utilizzato il travertino, il piperino marino, il marmo di Persia, montati su metallo o plexiglas.

Luna: bella, spaventosa, solenne. Si cela e si svela con misurata alternanza, luce e ombra equamente divise. La Luna placa gli ardenti eccessi del Sole, il suo ciclico manifestarsi influenza la sfera creativa e spirituale, governa concepimento, gravidanza e nascita, i cicli della semina e della mietitura.  A Gabriella Crespi la simbologia esoterica non era estranea.

Di grande impatto, sempre del 1970, la sfera portafotografie, inquietante

occhio vitreo dotato di lente di ingrandimento montato su un supporto di ottone dorato.
Nel 1972 viene presentato il "Divano Quick Change" e tra il 1972 e il 1974, vedrà la luce la linea "Z".
E' tra il 1970 e il 1974 che Gabriella Crespi realizza i suoi lavori a cera persa più importanti, tra cui la serie degli “Animali”, sculture in bronzo dall’approccio fiabesco, le collezioni “Gioielli” e “Gocce Oro”, le lampade “Caleidoscopio” (1970), e la scultura “My Soul”, autoritratto in bronzo in un unico esemplare.

 

 

 


Tra il 1973 e il 1975 nasce la collezione “Rising Sun”, realizzata con l'uso sapiente di bamboo ed ottone, di cui fanno parte le celebri lampade "Fungo"; disegna il “Quick Change Sofa”, e della linea “Z”, “Z Bar” e “Z Desk” (quest'ultimo in più versioni).

 

 

Casa Vogue dicembre 1980, “Z Desk”, nella foto Elisabetta Crespi

 


 

"Ellisse" in travertino

 

Nel 1976 vengono prodotti i nuovi plurimi "Cubo Tondo" ed "Ellisse", dotato di due
ali laterali, due ripiani da aprire all'occorrenza,
la collezione “Sheherazade” e le “Stone Sculptures”.

 

"Menhir", mobiletto bar

 


Nel 1978 nasce il "Menhir", blocco-scultura-libreria a pianta ellittica e della stessa serie un mobiletto bar.
Nel 1979 nasce il mobile “Yang Yin”, che si apre come per magia.

 

 

Casa Vogue 1980 - Tavolo Yang Yin. Foto Klaus Zaugg

 

 

La dualità è forse il linguaggio distintivo di Gabriella - quale riconoscimento di questa fondamentale natura delle cose, tra materia e spirito, i suoi mobili non svelano mai del tutto la loro essenza.

 

"La Pluralità danza sul seno dell'Unità, la Materia gioca nel cuore dello Spirito".

« Forse ciò che mi ha sempre accompagnato durante ogni mio processo creativo è proprio questo,

qualcosa che ritrovavo ogni volta che mi ispiravo a un elemento dell'universo, al suo
movimento lento e preciso, e soprattutto a quelle forze opposte ma sempre complementari da cui ha origine ogni Forma di vita
» (da un'intervista rilasciata a Emanuela Nobile Mino nel 2014)

 

 

 L’industria a Gabriella Crespi non è mai interessata, i suoi sono
pezzi unici, o realizzati in poche copie, firmati e numerati. Le sue creazioni sono esclusive, perfette, mai di massa, ogni particolare è curato con spirito maniacale, devozionale, l’accuratissima esecuzione artigianale italiana si evidenzia negli ingegnosi meccanismi che ne decretano il funzionamento, confine tra opera d’arte e oggetto d’uso.

 

 

Milano 1979 - Gabriella Crespi in uno scatto di Vittorio Sartori durante un cena organizzata dalla rivista americana House & Garden presso la trattoria Aurora di Porta Genova. Tra gli illustri conviviali Paolo Piva, Vico Magistretti, Rosita Missoni, Ettore Sottsass.

 

 


Tra il 1979 e il 1980 nuovi 'Plurimi': "Blow Up", "Eclipse", "Sit & Sip", due tavoli scolpiti, "Ara", in legno massello e "Lunante", monumentale ellisse in massello
di travertino, dove sono incastrati dei piani di ardesia a mezza luna. Dello stesso periodo il tavolino multipiano “Ninfee”, in cedro del Libano, il blocco-libreria “Menhir” e non ultimo lo scrittoio-libreria, in acciaio lucido e plexiglas, parte della collezione “Yang Yin”, composto da due parti utilizzabili chiuse o aperte, che celano al loro interno cassetti e scaffali - capo d'opera della Crespi.

 

«.. la raffinata Gabriella Crespi numera e firma mobili e suppellettili che sono, come negli anni trenta, vere e proprie sculture, presenze plastiche rivestite di ottone, di lacca o scavate nel cedro del Libano. » (Guido Guerrasio, 1981)


Nel 1982 Gabriella realizza in un unico esemplare il suo ultimo "Plurimo", il “Punto ‘83”, che verrà esposto nello stesso anno a Milano nella sala del Cenacolo al Museo della Scienza e della Tecnica, nell’ambito della Mostra “I Plurimi di Gabriella Crespi” presentata da Vanni Scheiwiller.

La mostra propone, in un suggestivo allestimento, alcuni pezzi iconici realizzati a partire dal 1970.

 

« I mobili di Gabriella Crespi hanno una notevole forza di seduzione anche se al primo approccio possono sconcertare il visitatore sprovveduto (o prevenuto) perché apparentemente contraddittori. Sono invece, a loro modo, perfettamente post-moderni per la critica elegantissima che essi fanno, nella loro massiccia solidità, alla fragilità del mobile moderno. Post-moderni perché mobili che cedono al fascino della solidità, del peso specifico, al richiamo dell’archeologia e qualche volta, dell’esotismo, frutto questo dei suoi tanti viaggi in ogni parte del mondo. Nei mobili di Gabriella Crespi provi il piacere della materia naturale ma sempre preziosa ... Mobili mobilissimi per diventare infine mobili plurimi. Mobili a sorpresa che come per un gioco magico si aprono, si chiudono, si cambiano, si trasformano: ‘Apriti Sesamo’ » (Vanni Scheiwiller, 1982)

 

 

« .. ciò che più mi attrae delle sue creazioni è l’eccezionale uso dei materiali come il bambù, il cristallo e l’ottone. Nelle mie collezioni anch’io utilizzo temi simili e gli stessi materiali. I suoi progetti sono ricchi di calore e femminilità e questo mi ha resa una vera e propria fan di Gabriella Crespi » (Stella McCartney, A proposito di Gabriella Crespi)

 

 

 

« Parlare del mio lavorosignifica parlare di come io sento ciò che mi circonda e ciò che è necessario. Così un’idea, un disegno nasce lontano dal mio lavoro di routine e inizia non appena si crea intorno a me l’isolamento, per me la materia è plasmata innanzi tutto dal pensiero e da quella parte inconscia così importante che è in noi, non disgiunta da una realtà di vita attuale che può determinarne la realizzazione. » (Gabriella Crespi per Il Mobile, dicembre 1983)
 

 

Nel 1987, assecondando un percorso di ricerca spirituale, si reca in India, sulle pendici dell'Hymalaia, dove conosce Sri Muniraji, che diverrà il suo Maestro spirituale.
Vivrà quasi stabilmente in India per circa vent’anni facendo ritorno a Milano soltanto una volta l'anno per vedere i figli.
Nel 2005, a seguito di un infortunio, Gabriella rientra definitivamente in Italia e scrive il libro “Ricerca di Infinito, Himalaya”, pubblicato nel 2007, in cui racconta le sue esperienze spirituali, i suoi viaggi con Muniraji, i momenti di beatitudine. Pagina dopo pagina, il libro rivela un percorso spirituale lungo e difficile, intriso di ostacoli e di sofferenze, ma anche di grandi gioie e realizzazioni.

Nel 2008, ha acconsentito, per Stella McCartney, alla riedizione di una serie limitata di alcuni suoi gioielli degli anni '70. Il ricavato è stato donato allo Shree Baba Haidakhan Charitable and Research Hospital di Chilianaula, in Himalaya, ospedale specializzato nella cura degli occhi, fondato dal suo maestro Sri Muniraji.

Nel 2011 Palazzo Reale dedica a Gabriella Crespi la mostra antologica "Il Segno e lo Spirito", promossa dal Comune di Milano-Cultura, patrocinata dalla Camera Nazionale della Moda Italiana e del Gruppo Mediolanum Farmaceutici Spa.
Nell'aprile 2012 nasce la "Gabriella Crespi Srl" con l'obiettivo di promuovere le nuove creazioni dell'Artista-Designer. Nello stesso anno viene costituito, da Elisabetta Crespi, figlia dell'artista,  l'"Archivio Gabriella Crespi", a tutela del marchio e per contrastare il fenomeno delle contraffazioni.
Nel 2013 è stata presentata una nuova edizione limitata del “Tavolo Scultura” in una nuova versione realizzata in marmo Nero Belga.

 

 

"Ellisse"


In occasione del Salone del Mobile 2015, Gabriella Crespi ha presentato “New Bronze Age”, una serie di nuove edizioni limitate delle sue opere 'classiche', realizzate per la prima volta in bronzo ed esposte nella Galleria Rita Fancsaly di Milano: "Ellisse", "Dama", "Yang Yin", Console U, "Z Desk".

Il tavolo "Ellisse" verrà realizzato anche nelle versioni "Ellisse travertino" ed "Ellisse travertino persiano".  

 

 

 

Vetro grezzo utilizzato per 4H.

 

 

Particolare del tavolo 4H.

 

Nello stesso anno dal nostro sodalizio nasce "4Hand Puzzle Table".

Ero sempre stato attratto dalle produzioni di Gabriella Crespi, fin da quando avevo fatto la loro conoscenza attraverso le riviste di arredamento nei primi anni '80. Fu quindi per me un grande piacere avere l’occasione di incontrarla personalmente, nella sua splendida casa di Milano, su invito della figlia Elisabetta, curatrice dell’archivio Crespi, che per l’occasione mi aveva anche chiesto di portare della documentazione relativa ai miei lavori in vetro di Murano.
Dopo avere considerato con interesse i miei lavori, e dopo una breve consultazione con la figlia, mi fu fatta una proposta operativa oltremodo interessante: partendo dal materiale dei miei vasi, mi chiesero di realizzare i piani di un suo celebre tavolo componibile, il modello “Puzzle”, uno dei pezzi più iconici delle sue produzioni, in modo da risultare entrambi autori di questa variante, da chiamarsi appunto “4hands”.
Confesso che tale proposta mi lasciò un attimo perplesso data l’estrema difficoltà di mantenere le policromie che solitamente ottenevo sui miei vasi, considerando che lavorare su lastre piane richiede tecniche di lavorazione diversissime, e le materie usate reagiscono in maniera diversa: sicuramente un grande problema da risolvere, ma grande fu il mio orgoglio professionale, per essere stato scelto in tal senso.
Uscii da quell’incontro con la precisa sensazione di avere conosciuto un personaggio dal carisma straordinario, nonostante l’età avanzata, capace di infonderti pace ed energia creativa con la sua semplice presenza, ed ulteriormente gratificato del fatto che avesse scelto me, per la prima volta nella sua carriera, per un'opera che si sarebbe appunto chiamata “A quattro Mani”.
Dopo il nostro incontro, ebbi modo di approfondire la conoscenza di Gabriella Crespi attraverso la lettura del suo libro “Ricerca d’infinito - Himalaya”: non parlava di design, ma di sue ricerche spirituali, che avevano caratterizzato la sua vita, sin dalla giovinezza, e che avevano trovato appagamento in una sua quasi ventennale permanenza alle pendici dell’Himalaya.
Tale lettura mi pose in uno stato di predisposizione mentale tale da permettermi di entrare in maggiore sintonia con le sue opere di design, in particolare con il famoso tavolo, oggetto del nostro progetto a quattro mani, e quindi mi recai a Murano per cercare di avvicinarmi, con il mio vetro, quanto più possibile, ad un qualcosa che ben interpretasse le sue e le mie ispirazioni.
Tornai a Milano con alcuni campioni di conglomerati nuovi, li feci vedere alla Gabriella Crespi, ed alla fine lei scelse un materiale nei toni del nero e turchese, con lievi riflessi metallici, molto vicino al vetro dei miei vasi, e come seconda ipotesi un vetro rosso molto particolare, attraversato da screziature che lo rendevano simile a pietre dure: in seguito capii che il colore rosso aveva comunque una valenza particolare, legata ai suoi percorsi spirituali. Ritornato a Murano iniziai con i miei vetrai l’esecuzione delle formelle, operazione non semplice, che spesso richiese il rifacimento dei pezzi, perché non sempre corrispondevano alle aspettative. Dopo lunghi sforzi alla fine raggiunsi dei risultati che sia io che la signora Crespi, trovammo molto soddisfacenti, e quindi li esponemmo nella galleria milanese di Rita Fancsaly, in concomitanza con il “Salone del Mobile”.
I due tavoli “4hands” riscossero un notevole successo, essendo di grande impatto, caratterizzati come sono dalla purezza di linee e dalla preziosità dei materiali: la versione rossa trova oggi collocazione in una collezione americana, mentre abbiamo tenuto l’altro esemplare a Milano, in attesa di presentarlo ad una grande mostra retrospettiva, bloccata momentaneamente dagli eventi che hanno caratterizzato quest’ultimo anno.
Alla fine posso dire che si è trattato di un’esperienza creativa estremamente appagante, essendo riusciti ad armonizzare, in forma compiuta, le nostre potenzialità che, in apparenza, potevano sembrare inconciliabili, e che invece, all’atto pratico, hanno prodotto opere che vivono di vita propria, uniche ed inimitabili.

 

 


Nel 2016 Gabriella Crespi ha realizzato il suo ultimo lavoro “Wave Desk”, in edizione limitata.
 

« Gabriella Crespi ha lasciato la sua impronta indelebile grazie ai suoi pezzi unici e ai suoi oggetti artistici, caratterizzati da stile sontuoso, profili ben definiti e materiali preziosi. Quasi tutte le sue creazioni sono state progettate come pezzi unici su commissione per le residenze private di amici e illustri personalità del tempo.. » (Ambra Medda - Ode a Gabriella Crespi)

 

« Gabriella Crespi non dimentica che gli arredi devono essere funzionali. Anzi, multifunzionali. Gli arredi non sono oggetti o gioielli ornamentali, bensì sistemi intelligenti per abitare, rivelano un pensiero, un’idea che lascia il segno. Non è un caso che il suo stile sia molto apprezzato in Francia e i suoi pezzi si trovino a Parigi, nelle gallerie di Patrick Fourtin e Yves Gastou. » (Natalia Bianchi, L'arte di vivere tra poesia e funzione)

 

Gabriella concluderà la sua avventura terrena nella sua casa di Milano, il 14 febbraio 2017.

 

« Il giorno 14 febbraio Gabriella Crespi, celebre creativa milanese, ci ha lasciato.
Con eleganza inimitabile, nel corso della sua lunga vita, ha saputo destreggiarsi negli ambienti più disparati, dalle fatue luci del jet set internazionale, dove comunque riuscì sempre a brillare come una stella di prima grandezza, senza per questo farsi coinvolgere troppo da mode e tendenze, sino alle esperienze mistiche più estreme, che la portarono, ad un certo punto della sua vita, a ritirarsi per quasi vent’anni alle pendici dell’Himalaya, per completare quella ricerca del sé, che l’aveva sempre affascinata e profondamente coinvolta.
La sua storia professionale, iniziata con studi d’architettura, in anni durante i quali ben poche erano le donne che intraprendevano una tale strada accademica, ritenuta dai più ad esclusivo appannaggio maschile, dopo un percorso creativo variegato, seppe raggiungere, negli anni ’70 e ’80, le vette più elevante di un design minimalista ed al tempo stesso sofisticato, senza per questo scordarne l’uso funzionale, ma anzi inventando soluzioni geniali che ne moltiplicavano le potenzialità di fruizione.

Volere inquadrare la sua opera entro gli angusti spazi di una qualche scuola o corrente, risulta praticamente impossibile: Gabriella Crespi ha rappresentato un episodio creativo a sé stante, unico ed inimitabile, caratterizzato da una forte componente spirituale, che solo in anni più recenti ha iniziato ad essere percepita per i suoi valori più profondi, che travalicano quelli che sono i limiti dell’elemento di arredo.
Ritiratasi ad un certo punto della sua vita, nel suo meraviglioso eremo, nel cuore di Milano, circondata dai segni tangibili dei suoi percorsi creativi e spirituali, fino in ultimo ha continuato ad occuparsi di progettazione: è infatti dello scorso anno la sua ultima creatura, lo “Wave Desk”, ideale prosieguo delle sue opere più essenziali.
La firma continuerà ad operare, sotto la guida della figlia Elisabetta, da sempre attiva collaboratrice della madre, prendendosi anche cura dell’Archivio a lei dedicato, che cura gli aspetti storiografici della sua opera, come altresì l’autenticazione dei suoi lavori passati
. » (Franco Deboni per il "Giornale dell'Arte", 2017)


Ancora oggi, come quando furono progettati, i suoi lavori sono senza tempo, contemporanei, all’avanguardia.

 

Franco Deboni 2021

 

 

Testi correlati:

 

"Gabriella Crespi - Biografia" di Rita Fancsaly

"Gabriella Crespi" - New Bronze Age:

"Tavolo Ellisse" - New Bronze Age

"Tavolo Ellisse travertino"

"Tavolo Ellisse travertino persiano"

"Scrittoio Z" - New Bronze Age

"Tavolo Dama" - New Bronze Age

"Mobile-bar Yang-Yin" - New Bronze Age

"Wawe Desk" - New Bronze Age

 

Bibliografia di riferimento:

Pierluigi Masini - Gabriella Crespi, Spirito e materia, arte e design. 2018;

Flash Art, V maggio/giugno - Emanuela Nobile Mino, Gabriella Crespi, The new golden age, 2014;

Gabriella Crespi. Il Segno e lo Spirito. Electa 2011;

Casa Vogue novembre 1980 - Il ritorno delle colonne - Yang Yin;

Casa Vogue dicembre 1979 - Dal Salone del Mobile di Milano il nuovo degli anni '80;

Casa Vogue novembre 1978 - Dove abitano, dove lavorano gli architetti;

Loeil, novembre 1978 - Structures lumineuses, éléments des décor;

Casa Vogue novembre 1976 - Come abitano i collezionisi, Ellissi nello spazio;

Casa Vogue giugno 1974 - Cosa c'è di nuovo nei mobili trasformabili

 

Sitografia:

https://www.gabriellacrespi.it/biography

http://www.ritafancsaly.com/it_biografia/15/Gabriella_Crespi.html

 

 

 

Altro su Gabriella Crespi:

Franco Deboni - Gabriella Crespi ci ha lasciato il 14 febbraio 2017 | Coffee table "Ellisse" | Sedia pieghevole  Console U | Wawe Desk | Lampada Caleidoscopio| I Tavoli di Gabriella Crespi |

Tavolo Dama bronzo e acciaio | Gabriella Crespi Arti decorative