Novecento - Un
nuovo panorama socio-culturale
Il
'900 si apre in uno scenario socio-culturale che vede un progressivo
dissolversi dei valori di
rappresentazione utilizzati per molti secoli,
causato anche dal vorticoso e sorprendente sviluppo
della scienza, della tecnologia e
della società industriale,
già colto e preannunciato dai pittori impressionisti. Un
mondo tramonta, con i suoi riti e
tradizioni, travolto da uno nuovo. Il progresso, caratterizzato
da cambiamenti senza tregua, richiede nuove forme di
espressione in grado di comunicare il disagio interiore
provocato dal contrasto tra gli ideali umani e la reale condizione
sociale dell'uomo.
Gli abitanti
dei sobborghi, la gente umile, i salariati che lavorano nelle strade, diventano gli eroi
della città moderna. Quando
nel 1874, viene organizzata la prima mostra degli "Impressionisti"
(i maggiori esponenti
saranno Edouard Manet (1831-1883),
Claude Monet (1840-1926), Pierre Auguste Renoir (1841-1919), Paul
Cezanne (1839-1906), Edgar Degas (1834-1917), Camille Pissarro
(1830-1903), Alfred Sisley (1840-1899), Georges Seurat (1859-1891), Paul Signac
(1863-1935) e Paul Gaugin (1848-1903)), nei
locali di Boulevard des Capucines di proprietà di Nadar,
le critiche
sono alle stelle, le vendite un autentico fiasco.
Il movimento impressionista, in otto esposizioni ben spalmate in dodici
anni, pur senza aver conseguito reali consensi, ha comunque aperto la
strada ad
un nuovo
modus di fare arte, e già si vanno preparando all'orizzonte
nuove avanguardie: l'Espressionismo, il Cubismo, il Costruttivismo,
il Futurismo, il Dadaismo, il Surrealismo e correnti minori.
Nella ricerca del
nuovo vengono coinvolti non solo i pittori,
ma anche i poeti, gli scrittori, i musicisti. E' una protesta contro
tutti i convenzionali mezzi espressivi, contro le
tradizioni, contro le accademie, le scuole, le associazioni.
g.c.
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