L' art nouveau di Monsieur Gallé

 

Emile Gallé verrier, ovvero quando il vetro diventa arte. Ma, anche, quando

produzione industriale e arte convivono e compongono meravigliose sinfonie.

 

 

 

Franco Borga

 

 

 

(Un articolo di Franco Borga - Dicembre 1985)

 

← Gallé: vaso in vetro cristallino decoro filettato smaltato, dipinto e dorato modello creato verso il 1876-1880. Collezione privata. Esposizione: E. Gallé (1846-1904) Musée du Luxembourg 30 novembre 1985 - 2 febbraio 1986.


A distanza di venticinque anni dalla importante manifestazione "Les Sources du XXe siècle" tenutasi a Parigi, al Musée National d'Art Moderne nel 1960, dove Gallè era l'artista più rappresentato, la Francia dedica ora una grande mostra al più celebre maestro dell'Art Nouveau, Emile Gallé.
Questa esposizione ha luogo a Parigi al Musée du Luxembourg, dal 29 novembre 1985 al 2 febbraio 1986, sotto l'egida del Ministero della Cultura, ed è organizzata dalla Réunion des Musée Nationaux: vi hanno collaborato il conservatore del Musée de l'Ecole de Nancy, Françoise Therese Charpentier, con l'ammirevole regia del commissario responsabile Philippe Thiebant, conservatore del Musée d'Orsay, che firma il ricco ed esauriente catalogo della mostra.
Le mostre postume dedicate ai maestri dell'Art Nouveau in venticinque anni dalla riscoperta sono state molteplici nel mondo, e quelle consacrate al suo caposcuola, Emile Gallé, che fu l'artista più geniale e più fecondo, hanno avuto luogo a Tokio, Zurigo e Monaco nel 1980, a Dusseldorf nel 1981, Colo-nia nel 1983 e New York nel 1984. Era pertanto doveroso da parte della Francia rendere omaggio e far conoscere al grande pubblico questo suo artista che ebbe un ruolo determinante in quel cangiante periodo che fu la Belle Epoque.
La presente esposizione costituisce una veritiera retrospettiva dell'opera di Gallé, mostrandoci le tre diverse tecniche che ha praticato: ceramiche, vetri, ebanisteria.
Una selezione comprendente 170 opere, composta da 60 ceramiche, 90 vetri e 20 mobili: offre un panorama cronologico di una attività creatrice che va dal suo debutto (Gallé nasce nel 1846) al 1904, quando dopo aver raggiunto celebrità e fama, avviene la sua scomparsa per leucemia; già nel 1863, collabora disegnando e formando modelli per il padre Charles Gallé - Reinemer (1818-1902), commerciante di porcellane e cristalli che fa eseguire dalla Saint Clément e dalla vetreria di Mejsenthal, per poi sviluppare lui stesso sempre più ingrandendo i propri atelier, denominati Emile Gallé a Nancy, fondandovi l'omonima scuola con altri grandi suo concittadini, Daum, Majorelle, Vallin e Prouvè.
Questa mostra permette di seguire l'evoluzione stilistica del maestro, avvenuta con differenti e magiche tecniche, che ha persino brevettato (la più significativa, la marqueterie de verre).
 

 

Gallé: vaso "Liseron d'Octobre" cristallo a 2 "couches", "inclusion",  decoro inciso, 1891. Musée d'Orsay. Esposizione: E. Gallé (1846-1904) Musée du Luxembourg 30 novembre 85 - 2 febbraio 86.


Le prime ceramiche esposte, datate dal 1864/65 fino al 1877/78, sono ancora impregnate di stili del passato, o anche di arte popolare e romantica, così i vetri, ma già all'inizio dell'ultimo quarto di secolo Gallé si avvia verso nuove e rinnovatrici formule: la fauna, la botanica, l'estremo oriente, temi che affronta con approfondita ricerca per-sonale dove espressione ed estetica si fondono e formano un binomio, che col passare di pochi anni si manifesta chiaramente con la cosiddetta linea "Simbolista" che prenderà più tardi per le arti decorative il termine "Art Nouveau".
Fra le opere esposte non vi troviamo il periodo postumo, quando i suoi etablissements, prima diretti dalla moglie e poi dal genero, svolsero l'attività continuando a fabbricare i modelli di Emile, ma vi sono le ultime spettacolari creazioni di Gallé ebanista: il letto a farfalla "Aube et Crépuscule" e la "Vitrine aux libellules", il primo in palissandro, ebano e incrostazioni di legni vari, madreperla e vetro, e la vetrina con molte essenze di legni, tra cui rovere lacustre, mogano moucheté, palissandro del Siam, con intarsi in vetri patinati, in madreperla e in pietre dure del Brasile e bronzi cesellati; altri capo-lavori come la commode (n. 159) intitolata "Le Champ du sang", in noce della Turchia e intarsiata con almeno 20 essenze di legni pregiati e onice, il cofanetto (n. 163) in palissandro africano e marqueterie, con ornamenti scolpiti e applicazioni curvate a caldo, le etagères e i guéridons con i cardi della Lorena, le fleurs de Lys, le fleurs de Pommiers e le orchidee, tra i fiori preferiti dall'artista, vi troviamo la celebre tavola "Le Rhin", la vetrina "La flore hivernale" la jardiniere "Flora marina - flora exotica", le sedie "Le merisier de Sainte-Lucie".
Anche le ceramiche rievocano in maniera essenziale l'opera di Gallé; fra i pezzi esposti, ceramiche e maioliche, alcuni sono "barbotine" (tecnica della materia modellata e riportata in applicazione sul vaso), con le altre plombifère o stannifère decorate a piccolo e grande fuoco, sono tutte raggruppate con il termine di "Faiance".
Il vaso "Le coq et la mouche" (n. 1), creato verso il 1864/67, già dà un'idea non solo di racconto, ma di concetto spazialità e simbolismo che il maestro svilupperà in seguito, mentre i suoi araldici "Leoni - torciere" (n. 6), eseguiti fra gli anni 1865/1876 (riportando in auge vecchi modelli della Saint-Clément) dai sorprendenti blu cobalto e oltremare, anche se molto belli, restano legati a canoni stilistici del secolo precedente.
L'evoluzione si nota seguendo la numerazione della mostra: piatti d'ornamento, pichet, vasi, coppe e vide-poches, tutte opere dov'è realizzato un tema, e che il suo artefice traccia un individuale percorso tanto da restare fra i maggiori creatori con questa tecnica.
Gallé verrier, inizia da un razionale lavoro di cristalleria con decorazione a smalto. Viaggiando dalla Boemia a Berlino, da Londra a Weimar, studia i veneziani e si rende conto di quanto fino allora era stato possibile esprimere con il vetro; incontra a Parigi i più notevoli suoi contemporanei Philippe-Joseph Brocard ed Eugène Rousseau, studia al Louvre i tesori dell'antica arte vetraria, restando impressionato dai vetri islamici. Inoltre ha delle relazioni privilegiate a Majsenthal dove già eseguono per lui lavori su suo disegno, e fa il suo apprendistato percependo l'autentica lezione materia-tecnica, dai fratelli Christian.
Nella mostra sono esposte le verreries che seppe elevare a una dignità e a un livello di prim'ordine, delle tre tecniche praticate questa rimane fondamentale per la storia.

 

 

Vetrina "La Fiore Hivernale", noce e intarsi di legni vari.

Exposition Universelle de 1889. Musée d'Orsay.       


Nei capolavori che possiamo ammirare, tutte le tecniche sono presenti a questo concerto: gravure en creux ou en camée, émaillage, decor intercalaire, rubans et stries, matage, relief et ciselure, travail à la pince ou à l'acide, soufflées, champlevé, martelée, eglomisé, coulés, craquellée, oxidations dans la masse, marbrures, imitations des pierres dure, jaspures, inclusion de parcelles métalliques, applications, marqueterie.
Fra le 90 opere in vetro esposte citiamo: "Pique-fleurs" (n. 72), vetro "Clair de lune" craquelé con applicazioni, decoro dipinto a smalto e oro, montatura in bronzo dorato, 1878/80; "Deux fois perdue" (n. 94), vaso a due strati con inclusioni di ossidi e decoro intagliato alla ruota, inciso e dorato, 1888/89, celebre vase de tristesse, che ritrae Orfeo nella tenebrose brume dell'oltretomba, separato da una evanescente Euridice; "La grande communion de la nature" (n. 129), coppa in cristallo a più strati con inclusioni, decoro inciso e marqueterie de verres, 1900; "La main aux algues et aux bagues" (n. 148), cristallo inciso marmorizzato e striato, inclusioni e applicazioni a caldo, 1904, questa mano è realizzata con sconcertante inventiva plastica, anelli e alghe l'avviluppano e suscitano una sensazione che sarà tipica del Surrealismo.
Con tutte queste eccezionali opere, ormai note, poiché provengono dai più prestigiosi musei del mondo, come il Musée des Arts Décoratifs e il Musée D'Orsay di Parigi, il Musée de l'Ecole de Nancy, il The Victoria and Albert Museum di Londra e da altri numerosi musei francesi, tedeschi, svizzeri, danesi e belgi, vi sono molte opere inedite e sconosciute prestate per l'occasione da collezionisti privati, che sono una rivelazione anche per gli addetti ai lavori.
Al seguito della mostra vi è una importante sezione documentativa di circa 100 tra fotografie dell'epoca e disegni: illustrano l'attività dell'artista, l'elaborazione dei modelli, il funzionamento degli atelier, l'attività commerciale e la partecipazione alle grandi esposizioni.
In questa esposizione al Musée du Luxembourg le prestigiose opere di Emile Gallé brillano di luce intima: trasformando la materia ha dimostrato di far convivere arte e industria componendo meravigliose sinfonie.

 

Piatto d'ornamento, Faiance "stannifère", 1878 ca. Musée d'Orsay.


Gallé ha chiamato "verreries parlants" i vetri incisi con versi suoi e dei poeti cui ha reso lode; oggi, i suoi lavori parlano, ricordandoci la sua mitica figura, l'artista Emile Gallé.
Vogliamo infine ricordare il portale del suo atelier (ora al Musée de l'Ecole de Nancy), dove aveva fatto incidere "Ma racine est au fond de bois": si spiega così la sua tipica vicinanza alle più segrete forze della natura.
 

 

Franco Borga

 

 

 

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