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GALLERIA DELLE OPERE

 

 

Giovanni Boldini (Ferrara 1842 –  Parigi 1931)

 

 

 

 

Giovanni Boldini, Autoritratto, 1892. Uffizi, Firenze

 

Nato a  Ferrara il 31 dicembre 1842 in Via Volta Paletto (l'attuale Savonarola al n° 10), Giovanni Boldini (che in famiglia è chiamato Zanin) viene introdotto alla pittura dal  padre Antonio, originario di Spoleto, pittore e restauratore specializzato in dipinti sacri e ritratti (gia allievo del Minardi a Roma), abile copista di cinquecentisti  e di vedutisti veneziani.

 

... del Guardi, in particolare (forse provvedeva a smerciarle l’antiquario Filippo Pasini, padrino di  battesimo di Zanin)—: ciò testimonia un'abilita ed eleganza di mano per cui non sembra ingiustificato assegnargli talune opere solitamente ascritte alla giovinezza del figlio.

(E. Camesasca, 1970)

 

 ... la madre, Benvenuta Caleffi, era donna molto pia, di famiglia ferrarese in vista: avrebbe dato al consorte tredici figli, e  Zanin era l’ottavo. Questi, si dedica prestissimo al disegno, sotto la guida del padre, prima ancora d'imparare a scrivere.

(E. Camesasca, 1970)

 

 

Giovanni Boldini, non a caso, seguendo le orme paterne, dedicherà i primi anni della sua formazione artistica alla copia dei capolavori rinascimentali.  Nel 1858 inizia, con un autoritratto, quella serie fortunata di  dipinti di signore e di personaggi,  che non abbandonerà  mai  e  che lo renderanno  ricco e famoso nel mondo. Nel 1860, appena diciottenne, gode già di una certa fama a Ferrara e dintorni, quale ritrattista. Nel 1862, grazie ad una piccola eredità di uno zio sacerdote e su consiglio del padre Antonio, Giovanni si trasferisce a Firenze per iscriversi all'Accademia di Belle Arti, dove tengono cattedra Stefano Ussi ed Enrico Pollastrini, ma che, carattere ribelle, non frequenterà a lungo, non condividendone, sembra, i rigidi metodi accademici. Durante il soggiorno in questa città, diverrà  amico inseparabile di Michele Gordigiani e Cristiano Banti, i quali lo introduranno  nel gruppo dei Macchiaioli (artisti che si ritrovano al Caffè Michelangelo, tra i quali:  Fattori, Martelli, Signorini, Cabianca, Borrani, tutti esponenti di rilievo del movimento). Boldini, ospite nello studio di Michele Gordigiani, in via Nazionale, realizza il ritratto di Giuseppe Abbati, suscitando ammirazione, invidia ed un autentico andirivieni di artisti curiosi.

 

G. B., Ritratto di Giuseppe Abbati. Collezione privata.

 

 

La figura del  garibaldino, orbato dell’occhio destro durante la battaglia di Capua, si erge contro una delle pareti dello studio di Boldini, sulla quale spiccano numerose tavolette di mano del ferrarese.

Durante questo periodo di frequentazioni, Giovanni Boldini assimila quella proprietà della macchia e vivacità del tono che caratterizzeranno le sue opere (Buoi al carro - Galleria d’Arte Moderna di Firenze - Allievi nello studio - collezione Cugini). Frequentando un altro famoso Caffè di Firenze, il "Caffè Doney" entra in contatto con i maggiori esponenti della colonia di intellettuali e di personalità straniere residenti in Toscana, dai russi Laskaraki agli inglesi Falconer (è spesso ospite nella loro villa di Pistoia, la "Falconiera").

 

...il successo che gli arride poco dopo l'esordio, è folgorante: compensi da vertigine, accoglienze calorose nei salotti e nelle mostre, amicizia di personaggi come Verdi, Rothschild, Wildenstein, e la ben nota fortuna con le signore (che era un riflesso delle doti artistiche e mondane).

(E. Camesasca, 1970)

 

G. B., Ritratto di Diego Martelli, 1867 c/a. Galleria d'Arte Moderna, Firenze.

 

Nel 1865 Giovanni Boldini è ospite di Diego Martelli a Castiglioncello;  l'anno seguente si reca a Napoli con il suo amico Cristiano Banti, dove viene affascinato dall'ambiente partenopeo e dall'originalità di alcuni naturalisti locali. Durante questo periodo egli dipinge alcuni ritratti di Cristiano e della sua famiglia (1866) ottenendo il plauso, ma anche qualche critica nella cerchia dei macchiaioli. 

 

G. B., Ritratto di Cristiano Banti, 1865-66. Galleria Nazionale di Arte Moderna, Firenze.

 

... pare impossibile che dobbiamo essere in eterna opposizione coi così detti amatori dell'arte, se una cosa essi ammirano nei ritratti del sig. Boldini è la  'freschezza del colorito' e per l'appunto questa freschezza è la qualità che meno apprezziamo in quest'artista. Mentre la fattura larga e facile ci piace, il colore continuamente bello e lucido ci stanca; in natura i colori belli di per sé stessi non vi sono, ma paiono tali per il giusto contrapposto con gli altri, il fare i colori più belli della natura è far falso e convenzionale insieme. Auguriamo al giovane artista l'ammenda di questi difetti e speriamo molto da lui.

(Telemaco Signorini, "Gazzettino delle arti del disegno", 9 febbraio 1867)

 

Nel  1867 Giovanni Boldini si reca, assieme ai Falconer per la prima volta a  Parigi, per l'Exposition Universelle ed incontra Degas (che del resto era abbastanza di casa a Firenze), Manet,  Sisley e Caillebotte. 

 

G. B., Ritratto di generale spagnolo. Collezione Marzotto, Valdagno.

 

 

 

... durante il viaggio, a Montecarlo, dipinge il Generale spagnolo, che segna una svolta nel percorso di Boldini, dalla 'macchia'  (sia pure nella personale interpretazione che egli ne aveva dato) ad un realismo luminoso che ignora la pittura romantica.

(E. Camesasca, 1970)

 

    

G.B. Dipinti murali della Falconiere, Pistoia.

 

L'anno seguente il suo ritorno in Toscana,  Giovanni inizia ad affrescare la sala da pranzo della "Falconiera", nella campagna di Pistoia, lavoro interrotto molte volte e completato solamente nel 1870, anno in cui si reca  a Londra, ospite di William Cornwallis West, e dove esegue con successo vari ritratti di signore inglesi; però la capitale inglese non lo soddisfa appieno ed al finire dello stesso anno rientra in Italia.  Si trasferirà nel 1871 a Parigi,  dove collaborerà con il potente mercante d'arte Goupil, per il quale lavorano già Giuseppe Palizzi, De Nittis, Mariano Fortuny ed Ernest Messonier. In questo primo periodo, nell'allora capitale mondiale delle arti, Boldini muta il suo linguaggio macchiaiolo degli inizi, per realizzare quadri di piccolo formato dipinti con sapiente virtuosismo. Sulla scia di un filone, condizionato dalle esigenze dei ricchi collezionisti francesi ed inglesi e già ampiamente percorso dai suoi colleghi, questi dipinti "di genere", con temi settecenteschi o di vita contemporanea, furono il preludio alle grandi vedute parigine e veneziane e dei  monumentali ritratti realizzati nella maturità.

 

...conosce e lavora anche per Cram, altro abile mercante d'arte, senza tuttavia legarsi a lui mediante contratti di 'esclusiva', del resto analogamente a quanto avveniva con Goupil.

(E. Camesasca, 1970)

 

Nel 1876 Giovanni compie un viaggio in Germania, dove incontra e ritrae  il pittore Menzel, e in Olanda, dove lo affascinano le opere di Frans Hals. Segue un breve soggiorno a Firenze.

 

... nel 1877, lo scultore napoletano Vincenzo Gemito si trova a Parigi, e Boldini — che gli è prodigo di aiuti — posa per il bel busto bronzeo. 

(E. Camesasca, 1970)

 

Dal 1880 Giovanni Boldini intensifica la produzione di pastelli. Nel 1885 si reca a Nizza e poi a Firenze, ospite di Banti. Nell'aprile del 1886, nella sua nuova dimora in boulevars Berthier  (già studio dei pittori Alfred Stevens e John Sargent), Giuseppe Verdi è ritratto nel celeberrimo pastello.

 

G.B. Ritratto di Giuseppe Verdi, 1886. Galleria Nazionale di Arte Moderna, Roma.

 

...la sera del 5 febbraio 1877, alla Scala di Milano, presenzia alla 'prima' dell' Otello di Verdi, ricevendo dal maestro lo spartito dell'opera con una calorosa dedica.

(E. Camesasca, 1970)

 

Da questo momento Boldini diverrà il massimo rappresentante del ritratto d'epoca, mondano o di rappresentanza, superando per successo molti altri pittori quali Stevens, Sargent, Lenbach, Lazlò, Fortuny, Lavery, Zuloaga, Blanche, Besnard, Orpen, dediti tutti ad immortalare la bella società.

 

...se sino al 1880 si può parlare di un istinto prepotente e imperativo, è a questo punto che s'interiorizza anche la cultura di Boldini, in una ricerca che si direbbe persino ansiosa, e che comunque non tradisce alcun appagamento della raggiunta celebrità, anzi una sorta di trepido ritorno. Riemergono impressioni e ricordi conservati latenti nella memoria: i ritratti inglesi, specie di Gainsborough, visti con Turner nel soggiorno londinese del 1870; i ritratti di Frans Hals visti in Olanda nel 1876 e certo associati all'esperienza attuale di Manet che con Degas lo prepara agl’incontri con Velâzquez, col Greco, con Goya e col Tiepolo nei viaggi in Spagna dell' 87 e dell' 89.  

(C. Ragghianti 1970)

 

... nel 1889 Giovanni Boldini viene nominato commissario per la sezione artistica italiana all' Exposition Universelle di Parigi, allestisce le quattro sale valendosi della collaborazione dei pittori Signorini e d'Ancona, e dello scultore Rivalta: nella prima sala erano esposti tre grandi ritratti di Boldini, fra i quali il Pastello bianco.

(E. Camesasca, 1970)

 

In questa occasione Boldini presentò complessivamente otto opere,  fra le quali: Coralli di ricambio; Chiesa di San Alarm  e  Due autori (acquerello), quest' ultimo premiato con il diploma d'onore.

A settembre parte con Degas per la Spagna, soggiornandovi dal 7 al 17; dopo aver visitato Madrid, vanno in Marocco a Tangeri; rientrano a Parigi il 26 dello stesso mese.

 

..."in Giovanni Boldini il fermento non appare agire se non dopo il viaggio in Spagna con Degas, nel 1889. Il decennio formativo è d'incubazione, pur se contiene cose preziose e luminose e talvolta già di straordinaria incisività e sintesi come i ritratti del padre e del generale spagnolo; ma sebbene vi sia maggiore continuità tra queste opere e quelle che si scaglionano (avvertendo che occorre cautela per la cronologia, causa anche le frequenti riprese a distanza) nel primo periodo parigino, c'è pure ad un certo momento una situazione che esige d'esser considerata se non come un salto come un rinnovamento". 

(C. Ragghianti 1970)

 

 

Nel 1881 lo Stato francese aveva abbandonato il suo diritto di controllo sui Salons, cedendolo alla Société des artistes français; nel 1884 nacque il Salon des Indépendants, che senza giuria e senza premi offriva a chiunque la possibilità di esporre. Nel 1890, Meissonnier provocò una secessione, fondando, con Puvis de Chavannes, la Societè Nationale des Beaux-Arts, alla quale si associano Boldini, Sisley, Blanche, Rodin.

 

Nel 1891 Boldini si reca a Firenze, dove realizza, per incarico della Direzione degli Uffizi, un autoritratto, ottenendo in cambio un calco del Cardinale de' Medici del Bernini.

 

G. B. Adelaide Banti, 1866. Galleria d'Arte Moderna, Firenze.

 

Durante questo soggiorno, ospite dei Banti, sembra abbia avuto una breve relazione sentimentale con Adelaide, figlia dell'amico Cristiano e già ritratta da Giovanni in giovane età.

 

G. B., Adelaide Banti in giardino, 1885.

 

 

Nel 1893, in occasione del gala milanese del Falstaff di Verdi, fa dono al musicista di un ritratto ad olio dello stesso. Nel 1895 è nel comitato di patrocinio della Biennale di Venezia. Nel 1897 presenta il ritratto a pastello di Verdi, assieme ad altre opere, alla Biennale di Venezia; nello stesso anno espone anche a New York.

 

Nel 1900, a Palermo, ritrae Franca Florio; partecipa all' Exposition Universelle di Parigi con i ritratti di Whistler  (che aveva già presentato a New York tre anni prima) e dell' infanta Eulalia di Spagna (Museo Boldini di Ferrara).

Agli inizi della prima guerra mondiale Boldini si trasferisce prima a Londra e poi sulla Costa Azzurra, a Nizza. Nel 1918, quando la guerra volge  al termine, rientra a Parigi, dove l'anno seguente  il governo francese lo insignisce della Legion d' Honneur.

In un articolo pubblicato il 4 ottobre del 1925, Filippo De Pisis, anche lui ferrarese, racconta una visita a Boldini compiuta alcuni giorni prima, a Parigi.

- Il maestro, che da un pezzo aveva superato gli ottanta, abitava al 41 di Boulevard Berthier tra binari, stazioni, mercati, in una villa modesta. Pur soffrendo da anni agli occhi, con vista notevolmente indebolita, continuava a viaggiare, dipingere, esporre, avere rapporti con clienti e collezionisti. -

Quando De Pisis gli fece visita, sul cavalletto dello studio, una grande tela,  forse appena ritirata dal Salon (non identificata tra le opere allora esposte) spiccava in tutta la sua bellezza.

 

 

Eppure Boldini non la considerava un'opera compiuta. Si trattava di un gruppo, quattro bambini con la mamma e la governante, La Signora Edwards con i quattro figli e la bambinaia, che fu al centro di una vicenda giudiziaria durata anni. Il pittore affermava di aver concordato un prezzo per il ritratto della signora con un bambino, ma che poco per volta, per volere del committente, aveva dovuto inserire nel quadro altre quattro figure, ed il prezzo doveva essere rivalutato in giusta proporzione. Il processo dette torto a Boldini, ed il pittore si vide costretto alla consegna al prezzo inizialmente pattuito.

Il maestro, nella sua lunga carriera aveva già incontrato problemi con i clienti, non solamente per questioni di denaro; sovente innamoratosi del soggetto e dell'opera, rimandava la consegna,  come nel caso di uno dei ritratti di Emiliana Concha de Ossa.

 

G.B. Ritratto di Emiliana Concha de Ossa.

 

Nel 1926, Boldini conosce, già ottantaquattrenne, concedendole un'intervista per la "Gazzetta del popolo",  la trentenne giornalista italiana Emilia Cardona, che dopo qualche anno di convivenza, diverrà sua moglie il 29 ottobre 1929.

 

Giovanni Boldini conclude la sua gloriosa carriera artistica a Parigi,  l' 11 gennaio 1931, all'età di 89 anni.

Per sua volontà testamentaria, la salma venne trasferita a Ferrara accanto a quella dei genitori.

Il 7 maggio dello stesso anno, venne allestita una rassegna di varie fra le sue opere principali, presso la Galleria Charpentier di Parigi,  prima delle numerose 'postume' di cui Emilia Cardona si fece instancabile realizzatrice.

 

 

Giorgio Catania

 

 

 

 

 

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SITOGRAFIA:

VisitaFerrara - Museo Giovanni Boldini

Giovanni Boldini - The Complete Works

Giovanni Boldini - Wikipedia

Giovanni Boldini - Opere

Arte su Arte: Giovanni Boldini

Giovanni Boldini

Giovanni Boldini

Giovanni Boldini Online

 

Portrait of a Lady, Lina Bilitis, with Two Pekinese, by Giovanni BoldiniThe Hammock, by Giovanni BoldiniGirl In A Black Hat, by Giovanni BoldiniThe Beauty Before The Mirror, by Giovanni BoldiniPortrait of Donna Franca Florio, by Giovanni BoldiniThe Red Umbrella, by Giovanni BoldiniRitratto di signora, Boldini Giovanni