La
Storia
Fondata nel 181 a.C. come colonia di diritto
latino da parte dei triumviri romani Lucio
Manlio Acidino, Publio Scipione Nasica e Caio
Flaminio mandati dal senato di Roma a sbarrare
la strada ai barbari che minacciavano i confini
orientali d'Italia, la città dapprima crebbe
quale base militare per le campagne contro gli
Istri, e contro vari popoli, fra cui i Carni e
poi per l'espansione romana verso il Danubio.
I primi coloni furono 3000 fanti seguiti dalle
rispettive famiglie provenienti dal Sannio a cui
hanno fatto seguito dei gruppi di Veneteci.
Dall'origine di base militare deriva la forma
quadrilatera del presidio, divisa dal cardine
massimo, l'attuale via Giulia Augusta, e dal
decumano massimo. Pacificata e romanizzata la
regione, la città, municipio dopo l'89 si
ingrandì in fasi successive, come attestano le
diverse cinte murarie. Divenne centro
politico-amministrativo (capitale della X
Regione augustea, Venetia et Histria) e prospero
emporio, avvantaggiata dal lungo sistema
portuale e dalla raggiera di importanti strade
che se ne dipartivano sia verso il Nord, oltre
le Alpi e fino al Baltico ("via dell'ambra"),
sia in senso latitudinale, dalle Gallie
all'Oriente. Fin da tarda età repubblicana e
durante quasi tutta l'epoca imperiale Aquileia
costituì uno dei grandi centri nevralgici
dell'Impero Romano.
Notevole fu la vita artistica, sostenuta dalla
ricchezza dei committenti e dall'intensità dei
traffici e dei contatti.
Gli apprestamenti difensivi, potenziati fra il
II e il III secolo, le permisero di superare gli
assedi dei Quadi e dei Marcomanni (166), e
dell'imperatore Massimino il Trace, che vi
perdette la vita (238).
Nonostante la Crisi del III secolo vi si
ripercuotesse dolorosamente, la città, sede di
numerosi uffici e istituzioni autorevoli,
risultava ancora, alla morte dell'Imperatore
Teodosio I (395), la 9° città dell'Impero e la
quarta d'Italia, celebre per le sue mura e per
il porto. Nel IV-V secolo a.C. si
intensificarono le presenze imperiali e molti
scontri sanguinosi risolsero contese fratricide
(Costantino II, 339; Magnenzio, 350) o episodi
di usurpazione: Teodosio I vi sconfisse Magno
Massimo (388); Valentiniano III vi uccise
Giovanni Primicerio (425).
Aquileia esercitò una nuova funzione morale e
culturale con l'avvento del cristianesimo, che
si disse predicato da san Marco, ed il cui
sviluppo fu in ogni caso fondato su una serie di
vescovi, diaconi e presbiteri che subirono il
martirio (Ermagora e Fortunato, Ilario e
Canziano, Crisogono). Nativo di Aquileia
dovrebbe essere stato papa Pio I. Col vescovo
Teodoro (m. 319 circa) la Chiesa si espresse
pubblicamente con aule di culto splendidamente
mosaicate. I vescovi di Aquileia crebbero di
importanza nei secoli seguenti dando un vigoroso
contributo allo sviluppo del cristianesimo
occidentale sia sotto il profilo dottrinario
(celebre e decisivo per la lotta contro
l'arianesimo il concilio del 381, che interessò
tutte le chiese d'Occidente) sia per l'autorità
esercitata (fu metropoli per una ventina di
diocesi in Italia e una decina oltre le Alpi).
Si veda in proposito la lista dei Patriarchi di
Aquileia.
Aquileia resistette alle ripetute incursioni di
Alarico (401, 408) ma non ad Attila che in
seguito ad un incidentale crollo di un muro di
fortificazione riuscì a penetrare nella città
devastandola (452) e, si dice, facendo spargere
sale sulle sue rovine. Sopravvissero l'autorità
della sua chiesa e il mito di una città che era
stata potente, benché ormai il suo dominio
diretto si limitasse ad un territorio di
mediocre estensione che aveva i suoi punti di
forza nell'area urbana con lo scalo marittimo e
nel borgo di Grado. Quest'ultimo si sviluppò ed
acquistò un'importanza sempre maggiore a seguito
dell'invasione Longobarda del 568. Da quel
momento la regione di Aquileia venne suddivisa
fra romano-bizantini (che ne occuparono la zona
litoranea) ed i Longobardi (la parte interna).
La città tuttavia continuò a dare il suo nome al
patriarcato omonimo, anche quando, nel XV secolo
fu occupata dai Veneziani. Nel 1509 fu annessa
al Sacro Romano Impero, seguendo successivamente
le sorti degli Asburgo (salvo una breve
parentesi napoleonica), fino alla sua definitiva
riunione al resto del Friuli ed all'Italia
immediatamente dopo la Prima guerra mondiale.
Geografia
L'abitato si sviluppa attorno alla basilica
patriarcale per un raggio di circa un
chilometro, inglobando anche i resti dell'antica
città romana, ed è attraversato dal fiume
Natissa. La parte sud del territorio comunale,
retrostante alla laguna di Grado, è invece
costituita da territorio coltivato (derivante da
bonifiche) o piccole macchie di bosco planiziale.
La frazione di Belvedere, prospiciente la
laguna, ospita due tipici esempi di pinete
(Pineta di S. Marc e Pineta di Bielvedè).
Monumenti
La Basilica e i suoi mosaici
La prima parte venne edificata nell'anno 313,
successivamente all'editto di Milano, per
volontà del Vescovo Teodoro. Essa era costituita
da due aule parallele, connesse da una
trasversale. Tra il 1021 ed il 1031 venne
realizzata una quasi totale ricostruzione, per
desiderio del Patriarca Popone, e venne
edificato il campanile isolato, alto 73 metri, a
cuspide, che costituì prototipo per le
costruzioni friulane ed istriane.
In seguito al terremoto del 1348, la Basilica
venne ulteriormente restaurata, acquisendo
interventi in stile gotico, tra il 1350 e il
1381. Infine, accolse sovrapposizioni di matrice
rinascimentale,soprattutto per quanto concerne
le decorazioni della zona del presbiterio, nel
periodo della dominazione veneziana.
La facciata a doppio spiovente, si apre allo
spazio antistante attraverso una bifora ed un
portico. L'interno è a croce latina, a tre
navate e presenta il presbiterio rialzato.
Tra le antiche mura, si è conservato uno
straordinario pavimento a mosaico di inizio del
IV secolo, con scene dell'antico testamento, che
è particolarmente interessante perché, se nella
contemporanea pittura nelle catacombe a Roma si
iniziava ad assistere a una semplificazione
dello stile usato, a fronte di una maggior
immediatezza della raffigurazione e un marcato
simbolismo, ad Aquileia si notano ancora uno
stile naturalistico di matrice ellenistica,
sebbene già pienamente adeguato alla nuova
simbologia cristiana.
Si nota quindi il "pesce", ictus in greco,
acronimo di "Iesus Cristos Teu Uios Soter" (Gesù
Cristo Salvatore figlio di Dio), le storie di
Giona, esempio dell'Antico Testamento allusivo
alla morte e resurrezione in tre giorni, il buon
pastore eccetera.
I mosaici, in uno stato di conservazione
eccezionale sia per ampiezza, che per
completezza delle scene e interesse
iconografico, si trova nell'antica basilica di
Aquileia, quella dei "battezzati", poiché ad
Aquileia esisteva anche una seconda chiesa,
accanto alla prima, per i catecumeni, coloro
cioè che non avevano ancora ricevuto il
battesimo, secondo l'usanza di allora di
battezzarsi solo in età adulta, che quindi erano
spesso la maggioranza dei fedeli.
All'inizio della navata sinistra, si può
accedere alla Cripta degli Scavi dove sono
visibili i resti della Basilica Paleocristiana.
Alla fine della navata destra si incontra la
cappella di Sant'Ambrogio o cappella della
famiglia milanese dei Della Torre con
all'interno i sepolcri di 5 membri di quella
famiglia dei quali 3 Patriarchi di Aquileia tra
cui Raimondo della Torre.
Luoghi d'interesse
- Chiesa dei Pagani
- Museo Paleocristiano
- Museo Archeologico Nazionale
- La Basilica (1031) (Basilica di Poppone)
- La Via Sacra del porto fluviale
- Porto Fluviale
- Basilica cristiana
- Sepolcreto Romano
- Passeggiata Archeologica
- Via Flavia
- Via Postumia
- Via Annia
- Pineta di San Marco