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Luca Carlevarijs (Udine 1663 - Venezia 1730)

 

 

 

Luca Carlevarijs nacque a Udine, nella parrocchia di Santa Chiara il 20 gennaio 1663. Alla morte del padre Giovanni Leonardo (1679), architetto e pittore, decise, sedicenne, di trasferirsi a Venezia con la sorella Cassandra, prendendo alloggio nei pressi di Ca’ Zenobio, in una casa di proprietà del monastero dei Carmini (Mauroner 1945).
“In freschezza di età passò a Roma, ove indefesso si diede da sé medesimo a copiare in carta in varie vedute e in ogni prospetto quanto v’avea d’antico non meno che le moderne fabbriche ritraendole e dentro e fuori; e già dagli eredi del Carlevaris aveva più volte nominato Giammaria Sasso acquistati moltissimi di quei disegni e schizzi, parte a penna e parte con inchiostro della China [...]. Diedesi quindi il Carlevaris il primo a ritrarre vedute; ed alcune ne fece di Roma, alcune della sua patria di cui una dal Sasso si possedeva. Ma come giuns’egli al cominciare del secolo in Venezia, ebbe agio di soddisfare al suo genio ritraendovi infinite Vedute, cui andavano a gara per ottenere i forestieri, fra’ quali gl’Inglesi; ed in Venezia poi ottenne il nome di Luca di cà Zenobio, poiché questa patrizia famiglia gli assegnò nobile appartamento nel proprio palazzo” (Moschini 1806).
“Quando va posto il viaggio romano? Abbiamo una data ante quem, cioè il matrimonio che il Carlevarijs contrae a Venezia nel 1699, ma null’altro: se si considera che tale matrimonio presuppone un meditato reinserimento nella vita lagunare, l’opinione del Buscaroli (1935), di porre tale viaggio tra il 1685-90, è plausibile e convincente. Ed è verosimile che in quell’occasione Luca si sia fermato anche a Firenze e a Bologna, come avvertono la pluralità delle sue fonti ispirative e l’affermazione del Guarienti [1753].
Dunque, allo spirare del secolo XVII, il Carlevarijs convolò a giuste nozze, impalmando la figlia dell’orefice Bastian Succhietti, di nome Giovanna. Gli fu testimone il conte Pietro Zenobio, appartenente all’omonimia famiglia che gli offrì larga protezione, procurandogli il soprannome di Luca da Ca’ Zenobio. Non è azzardato pensare che il viaggio in Italia centrale sia stato favorito dai suoi mecenati, coi quali dovette avere precoci consuetudini d’affetto, dato che la sua casa era a pochi passi dal palazzo Zenobio e che i nomi dei suoi sostenitori, e quelli di altre famiglie nobiliari, ricorrono anche successivamente, in occasione del battesimo dei figli. Pochi mesi dopo la nascita dell’ultimogenita, gli venne a mancare la moglie, appena ventisettenne.
Nel 1703 il Carlevarijs pubblicò la monumentale raccolta di acqueforti de Le fabriche, e vedute, che segnano l’inizio di una nuova stagione della sua attività artistica e di autorevoli commissioni: come quelle di Stefano Conti (1704), collezionista e uomo d’affari di Lucca, del conte di Manchester (1707), del re di Danimarca (1709), e tante altre” (Rizzi 1967).   
Iscritto alla Fraglia dei pittori veneziani dal 1708 al 1713, quindi dal 1726 al 1728 (Favaro 1975), dominò con una vasta produzione di Vedute e Capricci il mercato veneziano fino al volgere del secondo decennio del 1700, ovvero “finché fu superato dal suo discepolo Antonio Canal [Canaletto]. Fama è anzi che del dolore egli ne morisse” (Moschini 1806).
Luca Carlevarijs fu colpito nel 1728 da una paralisi progressiva che lo condusse alla morte il 12 febbraio del 1730.
Una delle sue figlie, Marianna, divenne pittrice alla scuola di Rosalba Carriera.
 

 

Daniele D'Anza

 

 

marzo 2005