Giovanni Francesco Barbieri, detto Guercino (Cento 1591 – Bologna
1666)
Figlio di Andrea Barbieri ed Elena Ghisellini, Giovanni Francesco
Barbieri fu battezzato a San Biagio di Cento (provincia di Ferrara) l’8
febbraio 1591 (Mahon 1968). “Per un trauma, dovuto a un urlo che lo
spaventò mentre era ancora nella culla diventò strabico e da questo
difetto derivò il soprannome che gli fu poi dato, di «Guercino»”
(Salerno 1988).
Nella Felsina Pittrice (1678),
Cesare Malvasia, che conobbe certamente il pittore, riporta la sua
affermazione di non aver mai avuto il beneficio della guida di un
maestro. “Non c’è alcuna ragione di dubitare che il Guercino stesso
abbia detto di essere in sostanza un autodidatta, dal momento che i suoi
primi maestri non furono in grado di insegnarli quasi niente più che i
rudimenti dell’arte, nel senso della conoscenza dei procedimenti tecnici
richiesti per la pratica. I documenti di Casa Gennari riferiscono che i
genitori mandarono il ragazzo ancora piccolo (aveva 9 anni) presso un
pittore da guazzo di provincia (probabilmente poco più di un artigiano
assai esperto nella decorazione delle case), ma che egli ben presto se
ne tornò a casa e si mise a lavorare da solo. Lo stesso Malvasia
aggiunge che il Guercino visse per un certo tempo con Paolo Zagnoni. Per
quanto sia poco credibile che il Guercino abbia imparato qualcosa da un
«pittore di quadratura» di basso livello, il sodalizio ebbe il vantaggio
di portare il Guercino a Bologna, dove lo Zagnoni a quel tempo lavorava.
Ciò gli diede la possibilità di studiare le opere dei Carracci,
soprattutto quelle di Ludovico” (Mahon 1968).
Nel 1607 gli stessi genitori lo misero a lavorare presso un pittore del
luogo, Benedetto Gennari, figlio di Cesare e padre di Ercole che più
tardi sposò la sorella del Guercino.
Successivamente, attorno al 1613, il canonico Antonio Mirandola,
ecclesiastico bolognese divenuto Presidente del Monastero dello Spirito
Santo a Cento, «scoprì» il talento del giovane e gli ottenne la
commissione per la pala d’altare con
Il trionfo di tutti i Santi per la chiesa dello Spirito Santo di
Cento (opera perduta). Poco dopo, nel 1615, Guercino partecipò, assieme
a Pierfrancesco Battistelli, Lorenzo Gennari e altri artisti minori,
alla decorazione della Casa Pannini a Cento. L’anno seguente si fece
promotore di un’Accademia del nudo, tenuta in due stanze messe a
disposizione da Bartolomeo Fabri nella sua casa a Cento.
Nel 1617 è documentato a Bologna dove, tra l’altro, lavora per il
Cardinale Arcivescovo Alessandro Ludovisi. L’anno seguente Antonio
Mirandola lo incarica “di preparare un fascicolo di disegni di anatomie
per pittori principianti. Guercino porta questi disegni a Venezia dove è
aiutato da padre Pietro Martire Pederzani, collega del Mirandola, e
incontra la stima di Jacopo Palma” (Salerno 1988). Nel 1620 completa la
Erminia col pastore (Birmingham, City Museum and Art Gallery)
commissionatagli dal Duca di
Mantova e l’8 dicembre dello stesso anno viene nominato Cavaliere dal
Cardinale Serra. Il 12 maggio 1621 parte per Roma a seguito della
chiamata del Cardinale Ludovisi, eletto Papa col nome di Gregorio XV.
Pochi mesi dopo inizia la decorazione della Villa Ludovisi.
A Roma Guercino abita in Strada Paolina assieme a Lorenzo Gennari,
Giovan Battista Croce e Guido Cagnacci (Bagni 1984). Venuto meno
l’appoggio papale (Gregorio XV muore nel luglio del 1623) il Guercino
ritorna a Cento. “Da questo momento la sua attività prosegue
instancabile nella città natale, con l’eccezione di rare evasioni,
documentate a Piacenza (1626-27, affreschi nella cupola del Duomo) e a
Modena (1633, ritratti di Francesco I e di Maria Farnese)” (Ottani
1965).
Affiancato da una nutrita équipe di collaboratori e aiuti, fra i quali il fratello di suo
cognato, Bartolomeo Gennari, l’artista riesce ad assolvere ai sempre più
numerosi impegni che la mano precisa del fratello Paolo Antonio annota
ad annum su un prezioso (per gli studiosi) quaderno di pagamenti.
In questa fase della sua attività, che si può far iniziare verso la metà
degli anni trenta, vi è un solo avvenimento davvero notevole, “cioè la
decisione nel 1642 di abbandonare la sua amata Cento e di stabilirsi a
Bologna. L’occasione venne dalla minaccia di operazioni militari nei
dintorni di Cento. Bologna, la città più grande nella regione, era
ovviamente più sicura di Cento, e il Guercino fu insistentemente
invitato nella sua casa a Bologna dall’amico, Conte Filippo Aldrovandi.
Egli probabilmente soggiornò in Palazzo Aldrovandi durante il 1643,
poiché solo nel 1644 troviamo nel Libro dei Conti un’annotazione che in
quell’anno era stata spesa la somma di 4.250 scudi per l’acquisto di una
casa a Bologna. È molto probabile, tuttavia, che la sua decisione di
stabilirsi in permanenza a Bologna sia stata determinata dal fatto che
si era reso vacante il posto di primo pittore con la morte del Reni
nell’agosto del 1642; e infatti il Guercino riuscì prestissimo ad
ottenere a Bologna commissioni pubbliche di un tipo che non gli era mai
stato offerto durante il lungo periodo di preminenza del grande
predecessore. Subito dopo l’arrivo del Guercino a Bologna, il Conte
Ettore Ghisiglieri avviò nel suo palazzo di quella città una
Accademia (cioè, uno studio dove gli studenti potevano disegnare dal
nudo): fra i maestri che la visitarono, a parte il Guercino, ci furono
il Tiarini, l’Albani. Giovanni Andrea Sirani e Michele Desubleo. [...]
Il resto della vita del Guercino a Bologna passò quasi senza avvenimenti
degni di nota. Possiamo ricordare, tuttavia, che quando la Regina
Cristina di Svezia passò brevemente per la città, nel suo viaggio verso
Roma nel 1655, fu il Guercino che, ricevendo una visita nel suo studio
di pittore da parte di quella famosa amante delle arti, rappresentò – in
un certo senso – la categoria” (Mahon 1968).
Giovanni Francesco Barbieri si spense a Bologna il 22 dicembre del 1666.
Il suo corpo fu sepolto nella chiesa di San Salvatore.
aprile 2005
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