Dopo una prima educazione artistica presso l'architetto Federico
Cordenons, a Lendinara, fu all'Accademia Cignaroli di Verona sotto la
guida di Napoleone Nani,
con Milesi e Dall'Oca Bianca.
Esordì nel 1883 con soggetti di genere e di figura, di agile verismo
narrativo, trattando sia l'olio che l'acquerello. Dopo un viaggio a
Parigi nel 1888, nel 1891 Fausto Zonaro si recò a Costantinopoli,
chiamato alla corte del sultano Abdul Hamid, dove ebbe un tale successo
e considerazione, da ottenere persino la dignità di
Pascià.
Di quel periodo, poco si conosce se non attraverso i suoi grandi quadri
di soggetto orientale: La preghiera dei dervisci, Veduta del Bosforo,
Odalisca.
Costretto a rimpatriare nel 1910, in seguito alla rivoluzione turca, si
stabilì prima a Roma,
dove apre una scuola
d'arte assieme allo scultore E. Biondi,
e dal 1911, definitivamente, a San Remo. Continuò a dipingere ninfe e
baccanti, ma anche un gran numero di paesaggi e marine della riviera
ligure e dell'immediato entroterra.
Tra i suoi soggetti ricorrenti: vedute della Turchia, scene orientali, parigine e veneziane,
vedute e marine liguri, ritratti e figure femminili.
A.R.
BIBLIOGRAFIA:
AA.VV.:
La Pittura in Italia - L'ottocento -
Electa, Milano 1991
Dizionario
Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al XX
secolo, Torino 1972
A.
M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani
moderni, Milano 1962
Thieme-Becker, Allgemeines
Lexikon der bildenden
Künstler,
Leipzig 1992