Federico Zandomeneghi nasce a Venezia il 2 giugno 1841, da una famiglia
che già contava due generazioni di scultori.
Dal 1856 è all'Accademia di Belle Arti di
Venezia, allievo del Grigoletti e del Molmenti, per iscriversi
all'Università di Pavia nel 1859, al fine di eludere la leva austriaca e
di poter combattere nelle file garibaldine l'anno successivo. Reduce
dalla guerra, non potendo rientrare a Venezia poichè accusato di
diserzione, soggiorna a Firenze per cinque anni, frequentando il Caffè
Michelangelo ed entrando in contatto con Signorini, Lega, Banti,
Borrani, ma sopratutto con Diego Martelli, del quale sarà spesso ospite
a Castiglioncello. Nel 1874 si reca a Parigi e vi rimane sino alla
morte. Nella capitale francese la sua pittura fonde i modi dei
"macchiaioli" con quelli degl'"Impressionisti". Stringe
amicizia con Manet e Cézanne, con Degas e Renoir. Dal 1884, sull'esempio di
Degas,
si dedicò anche al
pastello, con stesure a filamenti di colore ed intonazioni divisioniste.
La varia produzione
dell'artista, spazia dai paesaggi alle marine, dalle scene di genere con
figure, ai ritratti (periodo italiano), dalle nature morte alle
affollate scene d'interni e d'esterni di vita parigina (periodo
francese).