Nel 1912 si trasferì, assieme alla famiglia, a Torino, città nella quale avvenne
la sua formazione artistica presso la Scuola d’arte decorativa e successivamente
all’Accademia Albertina, con Giacomo Grosso. Prese contatti col gruppo futurista
torinese (Fillia e Sartoris), partecipando alla 1a Mostra Futurista. Nel ’23
venne arrestato, perché antifascista. Scarcerato, emigrò in Francia, ove lavorò
come tipografo e litografo. Ritornato in Italia, 1926, si trasferì a Roma, 1930,
ove riprese l’attività pittorica, ed espositiva. Fu presente alle Sindacali
romane degli anni 1936, ’38, ’40; a tre edizioni (III, V, VII) della
Quadriennale d’arte; alla Mostra d’Arte Italiana, Berna, 1947; alla Mostra
d’arte astratta, Roma, Galleria d’arte moderna, 1949; al Premio Michetti del
1953; alla mostra “L’arte nella vita del Mezzogiorno d’Italia, ancora nel ’53;
alla “Exposition des Artistes Indépendants”, Parigi, 1955; a varie edizioni del
Maggio di Bari e alle esposizioni del Premio Villa San Giovanni. Visse diverse
esperienze pittoriche e nel secondo dopoguerra fece una pittura di tipo
figurativo, con richiami post-cubisti e riprendendo moduli espressivi del
futurismo. Ha allestito alcune personali, ottenendo premi e riconoscimenti. Sue
opere in gallerie pubbliche di Roma, alla Galleria Nazionale di Tel Aviv, alla
Galleria della città di Eilath, al Kibbutz dei combattenti del ghetto di Haifa.
Fu anche autore di un manifesto del Premio Sila.
Bibliografia: G. Di
Genova, Storia dell’arte italiana del ‘900, Generazione primo
decennio, Bora, Bologna, 1986; La Pittura in Italia, Il Novecento/1,
Electa, Milano, 1992; Benedetto + Futurismo, ed. AreS, Catanzaro
2004; e riviste specializzate.