Umberto Veruda (Trieste  1868  -  1904)

 


Umberto Veruda nacque a Trieste il 6 giugno 1868 da una famiglia di modeste condizioni economiche; fu iniziato alla pittura da Raffaele Astolfi (1829-1900). Pittore di temperamento e di istinto nel 1886, a sedici anni, si recò a Monaco dove studiò all'Accademia di Belle Arti assieme al Wostry e al Gruhut e fece molta attenzione alla pittura del Liebermann.
Nel 1887 fu per la prima volta a Parigi e si dedicò per sei mesi al disegno abbandonando la pittura ad olio. Dopo un breve soggiorno a Venezia, che gli permise di venire a contatto con la pittura del Favretto, di vedere opere di Velàquez, di Tintoretto e di Tiziano, tornò a Trieste. Nel 1889 potè andare a studiare a Roma grazie alla generosa fiducia di alcuni cittadini che credevano nelle sue capacità vinse il premio artistico Rittmeyer e vi stette altri due anni. La Galleria d'Arte Moderna gli acquistò il quadro "Sii onesta".
Durante il suo soggiorno nella nostra città trascorse momenti felici in compagnia del suo amico Italo Svevo (lo Stefano Balli scultore, nel romanzo "Senilità quot; è appunto il Veruda!). Poi intraprese disordinati viaggi in Europa: fu a Berlino, nuovamente a Monaco, a Vienna dove dipinse numerosi ritratti che gli consentirono buoni guadagni e nel 1897 ancora a Parigi, città nella quale "trovò la disciplina dell'arte". Si spinse infine oltre la Manica per conoscere i pittori inglesi del '700 e del primo '800. Nella primavera del 1904, dopo la tragica morte della mamma, Italo Svevo gli offerse l'ospitalità della sua casa di Burano e lì ebbe modo di incontrare il goriziano Italico Brass e rivedere Pieretto Bianco con il quale era stato pure a Montparnasse. Nel cuore dell'estate 1904 Veruda lasciò Burano. Morì il 29 agosto dello stesso anno a soli 36 anni. Trieste allora gli rese i massimi onori: un'esposizione retrospettiva delle sue opere e un monumento funerario al cimitero di Sant'Anna.
Nel 1932 fu scoperto nel Giardino Pubblico il busto del pittore, opera dello scultore Giovanni Mayer, auspice il Circolo Artistico di Trieste.

 

 

 

Walter Abrami