Studiò all’Istituto di Belle Arti di Napoli, grazie a un assegno della Provincia
di Cosenza. Si trasferì successivamente a Firenze, 1864 circa, allievo di
Stefano Ussi. Tano fu un eccellente ritrattista, di esatte somiglianze. Oltre
che pittore, fu un patriota garibaldino, stimato dal Generale, il quale a
Soveria Mannelli, 1860, gli conferì l’incarico, assieme a Ferdinando Bianchi, di
intimare al generale borbonico Ghio la capitolazione con disarmo delle truppe:
resa che aprì a Garibaldi le porte di Napoli. Prese parte a molte mostre del
tempo: a due Promotrici di BBAA di Napoli, 1862 - con un Ritratto di Attilio
Bandiera e 1864 - con I verbi passivi; 1864/‘65, Esposizione della
Camera di Commercio ed Arti di Cosenza, dove ricevette la sua prima medaglia
d’oro; dal 1865 al 1880, Promotrice di BBAA di Torino (nel 1865, con un
Ritratto di Garibaldi, riesposto nel ’77 all’Esposizione Nazionale di
Napoli; nel 1875 con le opere Un questuante, Il ritorno della montagna, Il
monello, Il Cicco, Il ritorno dalla cerca; nel 1876, con La piccola
lavandaia e Un’aia; nel 1878, con Campagna toscana e La
torre di Michelangelo); 1873, Esposizione Universale di Vienna, con l’opera
Inaugurazione degli scavi di Ercolano fatta dal Re, Napoli, Museo di
Capodimonte; dal 1875 al 1885, Esposizione di Genova, (nel 1885, con Un bagno
di nascosto); dal 1878 al 1893, Esposizione di Firenze (nel 1884 con la tela
Dall’Ardenza ad Antignano); 1880, Esposizione Nazionale di Torino, con
Il prete di campagna; 1881, col quadro Arno all’Esposizione Nazionale
di Milano, che lo vide presente anche nell’85 con Un bagno nascosto.
Quest’opera fu poi ripresentata l’anno successivo a Venezia. Alla 1a Mostra
d’arte Calabrese di Catanzaro del 1912 furono esposte ben sei opere, Ritratto
del patriota senatore Donato Morelli, Ritratto di Garibaldi (Un tempo,
Cosenza, Camera di Commercio), Ritratto di Giosue Carducci, Studio di paese,
Idillio rusticano e Idillio di figura. Fu pittore di soggetti
storici, di ritratti (Ritratto di Vittorio Emanuele II, Ritratto della Regina
Margherita, commentato molto positivamente dal Carducci, lettera del 1°
novembre ’89 ad Adriano Lemmi), e dopo il trasferimento a Firenze, di paesaggi.
Con alcuni ritratti fu anche presente ad alcune Biennali Calabresi di Reggio.
Bibliografia:
De Gubernatis; Comanducci; Thieme/Becker; Pittori e pittura
dell’Ottocento italiano, De Agostini; La Pittura Napoletana
dell’Ottocento, Pironti.