Achille Talarico (Catanzaro, 1837 - Napoli, 1902 ( 1904 ))

 

 


Studiò a Napoli con Giuseppe Mancinelli, successivamente si iscrisse all’Istituto di Belle Arti della città, dove studiò per quattro anni, sincero seguace di Domenico Morelli  per quanto riguarda l’esecuzione pittorica dei bozzetti e degli interni (La famiglia in preghiera, Mater dolorosa, Arabo, Immacolata Concezione). Esordì nel 1864, con l’opera Le Ricordanze, alla Promotrice Napoletana, che lo vide anche presente nel ’67, ‘68 con la tela Dopo una festa in maschera (o Dopo un ballo, riproposta alla 1a Mostra d’arte Calabrese di Catanzaro del 1912, a quelle di Reggio del ’26 e del ’31, assieme a Mezza figura, e acquistata per la somma di lire 1300 dalla Real Casa per il Museo di Capodimonte di Napoli); nel ’74, con Ricordo e Ritratto; nel ’75, con Ave Maria; e nel ’76, con Innocenza ed amore e Costume napoletano; nell’80, con Frutta; nell’81, con Ritratto; nell’83, con Storia di tutti i tempi; nell’85, con Ritratto della signora Carmelina Giovine Sannini, Felicità dei campi, a Napoli, Amministrazione Provinciale, e Ritratto; nell’86, con Ritratto del comm. Giovanni Masucci e La madre; nell’88, con Momenti poetici e Ritratto della duchessa di San Donato; nel ’90, con tre Ritratti, del duca Di Noia, di R. Pantaleo, di G.B. Lorenzo; nel ’91, con Fiori bugiardi e Ritratto del sig. Costanzo di Marzo. Alla Mostra di Milano del 1865 espose le opere Amilcare fa giurare ad Annibale odio eterno contro i Romani e Un paggio. Nel 1870 fu presente a Salerno, all’Esposizione di Agricoltura e Commercio, dove riscosse enorme successo e dove fu premiato con medaglia d’argento per l’opera Ritratto dell’arch. D’Amore; nel 1873 all’Esposizione Universale di Vienna; a Torino nel 1875, con Cacciagione e nel 1877, con Costumi napoletani. Nello stesso anno si presentò alla Mostra Nazionale di Napoli con Spirito e materia;  nel 1882 alla Mostra di Brera a Milano, meritando anche qui un vero trionfo con l’opera I coniugi Sannini; nel 1882 e nel 1883 all’Esposizione Nazionale di BBAA di Roma con la tela Ritratto di signora; nel 1886 a Genova, con Ricordi (Roma, Galleria Nazionale d’Arte moderna). Fu pittore solitario, alieno da correnti o da gruppi; dipinse con pennellate rapide e sciolte, corpose e sensuali, con forti giochi luministici, spesso sfruttando il mezzo fotografico. Eccellente ritrattista (Ritratto di Matteo Schilizzi, Ritratto della signora Colella, Ritratto della moglie, Donna che suona il mandolino), lodato come uno dei migliori del tempo da Vittorio Imbriani e accomunato addirittura a Degas e a Manet, tanto che i suoi ritratti femminili divennero avvenimenti di alto interesse nell’ambiente artistico napoletano. Sue opere sono conservate in vari musei e luoghi pubblici:  Galleria Pitti di Firenze, Ritratto d’uomo; Museo di San Martino, Napoli, Ritratto di Antonio Villari; Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli, Ritratto del compositore di opere buffe Valentino Fioravanti (dono di Francesco Florimo) e Ritratto del compositore F. Mendelssonh Bartholdy, 1888; Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, Dama in décolleté; Banco di Napoli, Povera mamma. Dipinse anche opere sacre, come dimostrano le tele Mater dolorosa e Immacolata Concezione, Napoli, collezione privata.

 


Enzo Le Pera

 

 

 

Bibliografia: Comanducci (op. cit.); Monteverdi (op. cit.); Thieme/Becker (op. cit.); Pittori e pittura dell’Ottocento italiano, DeA (op. cit.).