Articoli correlati:
Eugenio Scomparini Walter Abrami

 

 

 

Eugenio Scomparini (Trieste 1845 - 1913)

 

 

Scomparini nacque a Trieste nel 1845 ultimo di quattro fratelli. Purtroppo perdette in giovane età, prima dei dieci anni, il padre e, dopo aver frequentato precocissimo la scuola locale di disegno diretta dall’intagliatore Giovanni Moscotto, iniziò a frequentare a partire dal 1863 l’Accademia di Belle Arti a Venezia. Egli frequenta l’Accademia sino al 1868 con grande profitto tanto che nell’ultimo anno fa incetta di premi ed accessit vari; dunque già un artista accademicamente sicuro ed affermato. Nel 1869 egli fa il suo esordio alle esposizioni veneziane e nel 1870 si vede le opere presentate, Una lettura noiosa e L’attesa, positivamente recepite, tanto che vengono entrambe vendute. Non mancò da subito anche il successo in patria dovuto all’appoggio di Giuseppe Caprin, autentico punto di riferimento tra i giovani artisti e intellettuali nella Trieste della seconda metà del XIX secolo. Arrivarono quindi commissioni pubbliche e la prestigiosa vetrina, quale era, dell’Esposizione Universale di Vienna del 1873 dove Scomparini presentò un Otello. Tuttavia, nonostante un precoce successo, egli sentì l’esigenza di proseguire un percorso di studio muovendo su Roma. Grazie ad un sussidio del Comune di Trieste egli riuscì nel 1874 ad arrivare nella città eterna dove rimase colpito, come buona parte dei pittori dell’epoca, dalla produzione di Mariano Fortuny y Madrazo. Scomparini ne rimarrà folgorato e, verrebbe da dire, inchiodato alla pittura dello spagnolo. Non a caso Eugenio richiede un ulteriore aiuto finanziario al Comune per rimanere a Roma che glielo concede anche per il 1877, anno in cui l’artista espose ben sette opere all’Esposizione della Società di Belle Arti. E’ ormai compiuto il bagaglio pittorico dello Scomparini; egli mescola, a seconda dei soggetti e del genere, come il fraterno amico Antonio Lonza, la pittura fotuniana con elementi neotiepoleschi tipici del periodo, specie nella grande decorazione, che rimane il suo cavallo di battaglia. Il 1890 è un anno chiave: oltre al matrimonio che egli contrae con la più matura Caterina Teresa Schielin, è l’anno della Margherita Gauthier, l’opera a cavalletto più nota dello Scomparini sebbene già nel 1913, a testimonianza di come i tempi erano rapidamente cambiati, la critica affermava che “non è il suo miglior dipinto”. Tuttavia rimane il quadro del pittore che più d’ogni altro calamita lo spettatore “quel tanto di decadente che la figura malaticcia di Margherita emana” (De Grassi 2007). Da qui in avanti, Scomparini a Trieste è ormai il pittore per antonomasia e a lui guardano anche i più giovani come Umberto Veruda e Gino Parin. Ottiene incarichi che lo portano ad essere onnipresente nella vita artistica della città di San Giusto (è presidente del Circolo Artistico Triestino dal 1884 al 1895, docente di disegno figurale e pittura decorativa alla Kaiserlich Königliche Staatgewebeschule dal 1887 al 1911, dal 1906 membro del Curatorio del museo Revoltella nominato dal Consiglio comunale e dal 1905 membro della commissione edilizia). Un successo ed un potere pressoché illimitati non possono che avergli nuociuto in termini artistici.
Del 1897 è la decorazione del Caffè alla Stazione mentre del 1912 il grande pannello per la sede centrale della Cassa di Risparmio di Trieste. Nella prima occasione Scomparini realizzò due notevoli tele raffiguranti l’Industria ed il Commercio che vedono il pittore fare ampie concessioni al modus operandi di Tiepolo specie nel pannello dell’Industria, emblematicamente scelto come illustrazione di copertina del volume, mentre per la Cassa di Risparmio una tela monumentale raffigurante l’Edilizia. Eugenio Scomparini si spegneva a Trieste nel 1913.

 


Matteo Gardonio

 

 

BIBLIOGRAFIA:

 

L. Safred e F. Firmiani, Eugenio Scomparini pittura ed altro da Sedan a Sarajevo, Comune di Trieste 1984


Massimo De Grassi, Eugenio Scomparini, Fondazione C.R. Trieste 2007