Figlio e allievo di Giovanni Battista, pittore al tempo assai noto, studiò a
Napoli, trasferendosi nel 1863 in Inghilterra, dove sposò una ricca scozzese.
Nel 1865 fu certamente in Calabria, a Cosenza e nei paesi vicini; e traccia di
questa permanenza sono alcuni ritratti (uno dei quali datato) a Villa Filosa
dell’ing. Pietro Mari in Aprigliano. Rimasto vedovo, risposò un’inglese da cui
ebbe tre figlie. Si trasferì pertanto a Edimburgo, ma nel 1885 fece ritorno in
Italia, vivendo a Roma in inverno, con studio in via San Basilio 13, poi in via
Sistina 123 e infine in via di Porta Pinciana 14, a Spoleto in estate. Fu
presente a numerose esposizioni: Promotrici Napoletane del 1863, con La
lettura; 1869, con Tutti l’ultimo sospiro mandano i petti alla fuggente
luce, da un’opera del Foscolo; 1879, con Fontana di Piano Scarano -
Viterbo, Ponte rotto - Roma; 1881, con Checca – Costume della
campagna romana e due Ricordi di Rocca di Papa; Mostra Nazionale di
Napoli del 1877, con Il lutto in Fuscaldo; Torino, dal 1875 al 1893 (nel
1880, con Il medico dell’anima, Assorte ad altri affetti e
Momento d’ozio); Genova, dal 1876 al 1895; Milano, 1881, con tre opere di
genere, Dopo il lavoro, Ricordo di Amalfi, Prima tappa; Venezia, 1887,
con Dolce far niente; Bologna, 1888, con Ricordo delle montagne di
Carrara. Espose più volte alle Esposizioni degli Amatori e Cultori di Roma:
1876, con La lettura; 1886, con cinque Paesaggi inglesi; 1903, con
Teatro La Fenice, Nella laguna, San Anzano - Spoleto, Il chierico,
Venezia, entrando a far parte, nel 1891, del gruppo degli “acquerellisti”, con i
quali espose, nello stesso anno: Duomo di Narni, Via XX Settembre
- Narni, Nell’intervallo; nel 1900: Campagna romana, Le lampade si
spengono, Chiesa del San Salvatore - Spoleto; nel 1902: tre opere su
Venezia; e ancora fino allo scioglimento del sodalizio, di cui ricoprì le
cariche di consigliere, tesoriere, segretario, vice - presidente. Fu invitato
alla 1a Mostra Calabrese d’Arte Moderna di Catanzaro del 1912, ove presentò
fotografie di otto grandi quadri di soggetto calabrese e gli acquerelli La
Rocca di Spoleto, e Studio. Dipinse ad olio e ad acquerello e fu un
apprezzato paesaggista, avvalendosi a volte come supporto dei suoi quadri di
fotografie dei luoghi da dipingere, e diventando di conseguenza anche un ottimo
fotografo. Una sua opera, Le fonti del Clitumno, venne acquistata dalla
Regina Margherita e donata alla città di Bologna (ora alla Biblioteca Carducci).
Nella Galleria civica d’arte moderna di Torino Ricordo di Portici, 1875.
Molto belle le sue vedute romane e calabresi (Isola di Dino, acquerello,
Cosenza, collezione privata), encomiabili per efficacia di colore e correttezza
di disegno.