Francesco Paolo Palizzi, nasce a Vasto
il 16 aprile 1825,
da Antonio Palizzi, avvocato procuratore ed insegnante di
lettere, e da Doralice Del Greco, dedita al pianoforte. Nel 1845,
Francesco Paolo si trasferisce a Napoli per iscriversi
all'Istituto di Belle Arti, ove ha per maestri Camillo Guerra e
Giuseppe
Bonolis.
Agli inizi la sua ricerca è fortemente influenzata dai fratelli Filippo
e Nicola, rispettivamente a Napoli dal 1837 e dal 1842 (Giuseppe era già
partito per Parigi nel 1844). Da Nicola si ispirerà nello stile materico
a pennellate larghe, da Filippo per
le tematiche paesaggistiche e di genere, come testimoniano i dipinti
Sull'Aia (Napoli, Galleria dell'Accademia) e All'abbeverata.
Ripercorrendo la tradizione napoletana del Sei-Settecento, Francesco
Paolo manifesta un forte interesse per il genere "natura morta",
realizzata
con fedele ispirazione al vero
(panierini con frutta e fiori, crostacei, pernici),
mutandone
però gli schemi compositivi e le
gamme cromatiche, prevalentemente scure, come appare evidente nella
Natura morta con ostriche di proprietà del Banco di Napoli.
A questo genere si dedicherà negli anni a venire,
non
disdegnando peraltro mai la pittura “di paesaggio”.
Nel 1853 realizza la grande tela Guarigione del cieco
di Gerico
per la chiesa di S. Pietro in Vasto (successivamente collocata nella
Pinacoteca Civica). Dello stesso periodo è il dipinto Caccia alla
volpe (Napoli, Museo di Capodimonte). Nel 1855 dipinge tre
opere per il Monastero di Santa Chiara a Lanciano. L'anno
successivo realizza un ritratto del padre Antonio.
Nel 1857 raggiunge il fratello Giuseppe a Parigi e e si
stabilisce in Francia, ove rimarrà ininterrottamente fino al 1870.
Parteciperà alle esposizioni del Salon dal 1864 al 1867, con opere
ispirate dai motivi della campagna francese, debitrici alla pittura del
fratello Giuseppe: La Boissiere Nemours (1864); L'ouveroure de
la chasse a l'auberge de la Couronne (1865), Un jour de foire a
Chateau-Landon (1866). Nel 1864 partecipa alla Promotrice
napoletana con il dipinto La vielle bonne, ottenendo i consensi
della critica.
Nel 1870, con l'inizio della guerra franco-prussiana,
rientra a
Napoli,
dove morirà
prematuramente il 16 marzo del 1871.
Alcuni suoi dipinti si trovano
nella chiesa di S. Pietro a Vasto (Cieco di Gerico), nel convento
di S. Chiara a Lanciano (Addolorata e S. Cordola),
ma le
sue opere più significative sono conservate presso la Galleria
dell'Accademia di Napoli quale donazione del fratello Filippo nel 1898 (Arancia
mondata, Natura morta con crostacei, Paniere con cacciagione, Natura
morta con lepre, pernici e beccacce,
Monaca,
Sull'aia, Natura morta con funghi,
Natura morta di beccacce, Natura morta con beccacce e
paniere).
Giorgio Catania
BIBLIOGRAFIA:
AA.VV.:
La Pittura in Italia - L'ottocento -
Electa, Milano 1991
Dizionario Enciclopedico Bolaffi
dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al XX secolo, Torino
1972
A. M. Comanducci, Dizionario
illustrato dei pittori e incisori italiani moderni, Milano 1962