Johann Friedrich
Overbeck (Lubecca, 1789 -
Roma, 1869).
Johann Friedrich Overbeck
figlio del sindaco protestante di
Lubecca, nasce il
3 luglio 1789.
Dopo i primi studi ad Amburgo con
Tischbein e Runge, frequenta la scuola del Peroux a Lubecca, e
nell'aprile 1806 s'iscrive all'Accademia di Vienna, dove conosce Franz
Pforr (Heidelberg, 1795 - Roma, 1818). Esegue opere di soggetto
medioevale e religioso notevolmente influenzate da Giotto, Simone
Martini, Perugino e Masaccio.
Del 1808 è il dipinto
La resurrezione di Lazzaro (Lubecca, Behnhaus). Nello stesso
anno, con Pforr e
una piccola schiera di allievi
dell'Accademia, viene
fondato un sodalizio che sarà apostrofato dei "Nazareni",
istituzionalizzato nel 1809 con la nascita del "Lukasbunde" -
ossia una confraternita di San Luca - e che influenzerà notevolmente la
pittura tedesca dell'800, soprattutto quella di tematica sacra e
medioevale. Nel 1810 Pforr ed Overbeck non vengono più ammessi
all'Accademia, ed intraprendono, assieme ad Hottinger un viaggio che li
porta a Roma, con tappe a Venezia, Bologna ed Urbino. Nell'Urbe trovano
sistemazione nell'ex convento di Sant'Isidoro e si fanno crescere barbe
e capelli al modo dei «barbus» i Primitivs di Maurice Quaï; si
impongono la vita monastica con lo scopo di raggiungere lo status
degli antichi maestri. Li si vedeva talvolta, riconoscibili per i
lunghi capelli
divisi da una scriminatura centrale,
barbe incolte e cappellacci,
passeggiare per le strade
attorno a
Piazza di Spagna, accompagnati
da grossi cani da caccia, suscitando per la loro diversità timore o
ilarità nei passanti. Il gruppo entra in polemica coi valori del
neoclassicismo da cui proviene, in nome del sentimento, ponendo l'arte
al servizio di un ideale monastico e contemplativo, teso all'esaltazione
di una
spiritualità
mistica.
Overbeck, quale leader del gruppo, redige un programma di adesione a
Raffaello ed al Quattrocento umbro e toscano, che vede realizzarsi tele
ed affreschi
(I
sette anni di carestia; Giuseppe venduto dai fratelli;
Il miracolo delle rose; Il ritrovamento di Mosè; Mattino
di Pasqua).
L'attività artistica dei nazareni si
indirizzò a opere di grande formato eseguite collegialmente e
registrando inoltre un numero non calcolabile di ritratti. Si creò
inoltre una nuova vena pittorica: il quadro dell' "amicizia". Nato nella
comunità di Sant'Isidoro, questo genere, in cui il particolare è ridotto
all'essenziale, presenta i soggetti di profilo, frontalmente e di mezzo
profilo, mentre si stringono la mano con portamento e sguardo astratti
che trascendono il fattore personale, trattandosi di amicizia ideale.
Dopo la prematura morte di Pforr,
avvenuta nel 1812, Overbeck continuerà a dedicarsi oltre ai temi già
trattati, anche ad
opere di significato allegorico ed
alla ritrattistica.
Nel 1831, torna in Germania, ma dopo
poco rientra a Roma e realizza Il trionfo della Religione nelle Arti
(Francoforte, Stadel Museen). La morte del figlio, avvenuta nel 1840,
segna per Overbeck un lento ma progressivo declino artistico. Muore a
Roma 12 novembre 1869.
A.R.
BIBLIOGRAFIA:
AA.VV.: La Pittura in Italia - L'ottocento - Electa, Milano 1991
Dizionario Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani
dall'XI al XX secolo, Torino 1972
A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani
moderni, Milano 1962
Thieme-Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler, Leipzig 1992