Matteo
Olivero nacque ad Acceglio, in
provincia di Cuneo, il 15 giugno 1879.
All'Accademia Albertina di Torino, fu allievo di Andrea Tavernier, P.
Celestino Gilardi, Giacomo Grosso e Leonardo Bistolfi. Esordì nel 1900,
alla Promotrice di Torino, con un busto in gesso e l'anno successivo con
il dipinto Lunedì. Partecipò in seguito a molte collettive e
Promotrici, ed a tutte le più importanti mostre nazionali ed
internazionali, ottenendo diversi riconoscimenti. Ben presto aderì al
divisionismo di Segantini, divenendone un assertore convinto. A Parigi
conobbe Zola e Medardo Rosso. Amico di Pellizza da Volpedo, negli ultimi
anni dipinse numerosi quadri di figura, chiaramente ispirati ai modi
pellizziani. Fra le sue opere ricordiamo:
Le fucine di Dronero
(Leningrado, Galleria Yaroschenko);
Funerale a Casteldelfino
(Cuneo, Museo Civico); Mia madre e Paesaggio con autoritratto
(Torino, Galleria d'Arte moderna).
Si spense a Saluzzo 28 aprile
1932.
A.R.
BIBLIOGRAFIA:
Dizionario Enciclopedico Bolaffi
dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al XX secolo, Torino
1972
A. M. Comanducci, Dizionario
illustrato dei pittori e incisori italiani moderni, Milano 1962
Thieme-Becker, Allgemeines
Lexikon der bildenden Künstler,
Leipzig 1992