Rocco Milanese (Milanesi)
(Melicuccà ( RC ), 1852 -
Napoli, ? (Roma), dopo il 1922)
Scultore e ceramista. In un primo tempo studiò a Napoli all’Istituto di Belle
Arti, si trasferì poi a Roma dove frequentò la Scuola di Anatomia per
interessamento dello scultore Giulio Monteverde. Per un anno fu nello studio di
Achille d’Orsi. Probabilmente ritornò a Napoli, o per lo meno visse più anni
nella città, se Mattia Limoncelli in una conferenza del 1937 al Circolo
Artistico (Napoli nella pittura dell’Ottocento, opera citata) disse che
Milanese era uno degli “argomenti preferiti” del pittore Luca Postiglione.
Espose a otto Promotrici napoletane (1876; 1882, con due opere, Pescatore,
bronzo, acquistato dalla stessa Promotrice, e Testina, acquistata dal Duca di
San Donato e ottenendo gli apprezzamenti lusinghieri del “Pungolo”; 1884, con
Primo dono, bronzetto, lodato dal “Corriere del Mattino”; 1885, con Danzatrice,
acquistata da tenore Masini; 1886, con Testa di frate, un tempo proprietà del
Banco di Napoli; 1887; 1889, con La zingara, Ritratto di signora, Contadino che
ritorna alla campagna, acquistato dalla Principessa di Siringano; 1922); alla
Promotrice di BBAA di Torino del 1882 (Pazzariello e Graziella, bronzi ) e a
Venezia nel 1887, a Bologna e a Londra nel 1888, a Milano nel 1900 e 1906 (con
Sogno di una Venere), a Roma nel 1907, alla prima Biennale di Napoli del 1921 (Tranquilla, Monaco, Demagogo). Nel Cimitero di Vicenza due grandi busti. Nell’
asta Christie’s di Roma del 21 novembre 2000 è stato battuto un Busto di
pescatore, bronzo a patina scura, di cm 26,5 , con provenienza da “importante
raccolta di scultura di Scuola Napoletana” e ora in collezione privata a
Cosenza, che pur essendo stato soltanto attribuito, per le caratteristiche
intrinseche all‘opera (fusione coeva, tematica, riferimenti stilistici ad
altre opere dell’autore, provenienza ed altro) è certemente opera di Milanese.
Bibliografia: De Gubernatis; Giannelli; Thieme/Becker; A. Panzetta,
Dizionario degli
Scultori Italiani dell’Ottocento e del primo Novecento, Allemandi, Torino, 1994.