Nato a Pistoia nel 1869, si trasferì ben presto a Firenze per seguire la
sua indole artistica con la frequentazione dell’Accademia di Belle Arti.
A guidarlo negli anni di studio furono artisti del calibro di Giuseppe
Ciaranfi, Antonio Ciseri e Giovanni Fattori.
Non si può considerare l’arte del Magni senza gettare uno sguardo a
quanto l’arte toscana aveva vissuto e stava trasformando negli ultimi
squarci del Secolo Romantico. E’ nota l’importanza rivestita dalla
corrente dei Macchiaioli in Toscana, alla quale va però affiancata, come
sua coerente prosecuzione, l’espressione artistica di quegli artisti
che, nati nella seconda metà dell’Ottocento, operarono a partire intorno
agli anni ’70 e nei primi decenni del Novecento. Questi furono definiti
Post-macchiaioli, intendendo così la loro intenzione di proseguire
(corrente tradizionalista) o rinnovare l’esperienza dei loro maestri
(corrente novecentista o dei coloristi toscani).
Alla prima di queste correnti, quella tradizionalista, partecipò a più
riprese Giuseppe Magni. Abile ritrattista, raffigurò con finissima
impressione le scene di genere, soprattutto la vita quotidiana dei
contadini. Questa sua naturale propensione per le tematiche intimiste lo
spinse a rappresentare più volte gli scambi affettuosi fra madri e
figli, riuscendo abilmente a coinvolgere lo spettatore in una calda
atmosfera di complice tenerezza con rese plastiche, grande luminosità e
la vitalità cromatica che lo contraddistinguono.
Ormai trentenne, partecipò al concorso Alinari con il dipinto Ave
Maria e, nel 1912, fu premiato con la medaglia d’oro all’Esposizione
Donatelliana di Livorno.
Nel 1914 venne insignito con la medaglia d’argento dalla Società di
Belle Arti di Firenze, che lo premiò nel 1916 con la medaglia d’oro.
Al momento di piena maturità artistica, nel 1919, gli fu assegnata la
cattedra di disegno all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
La sua opera è conosciuta a livello internazionale, avendo egli di
frequente ricevuto commissioni da collezionisti o mercanti d’arte. Fra
questi citiamo, per brevità di discorso, quelli acquistati dal Re del
Siam e l’opera Regina Pacis, che ottenne in autografo la
benedizione del Papa e fa oggi parte di una collezione privata in
Svizzera.
Marta Cattaneo
BIBLIOGRAFIA:
Ferdinando Donzelli, L’Ottocento italiano nel piccolo formato,
vol. I e II, ed. Opuslibri
A.M. Commanducci, Dizionario dei pittori e incisori italiani moderni
e contemporanei, L.M. Patuzzi editore
AA.VV. Ottocento, catalogo dell’arte italiana, Metamorfosi ed.