Giovanni
Muzzioli
(Modena 1854 - 1894)
Giovanni Muzzioli (o
Muzioli) nacque a Modena il 10 febbraio 1854.
All’età di 15 anni
entrò all’Accademia di Belle Arti della sua città, compiendo gli studi
sotto la guida dell’Asioli e del Simonazzi. Nel 1872 vinse il premio
Poletti ottenendo così il pensionato che gli permise di andare a
perfezionarsi all’Accademia di San Luca a Roma, allievo del Podesti e
del Coghetti.
In questa città e a
Firenze, a cui l’artista attribuì il primato di città ideale, trascorse
la maggior parte della sua operosa ma purtroppo breve esistenza,
costellata sì di successi e riconoscimenti, ma anche di malanni fisici
dovuti alla sue malferme condizioni di salute. Le antiche rovine
di Roma lo affascinarono a tal punto da indurlo a dedicarsi attivamente
e con passione allo studio dei reperti archeologici del passato.
L’applicazione di tale pratica di studio, unita alla grande abilità che
ebbe nel disegno, gli consentì di trattare con meticolosità dei
particolari e attendibilità scientifica i temi di genere a carattere
storico, soprattutto quelli che avevano come punto di riferimento
l’epoca romana.
La sua produzione non
fu comunque limitata ai soggetti di storia romana, ma comprese anche le
scene di genere e di vita contadina, i ritratti e qualche raro
paesaggio.
Il suo esordio
avvenne nel 1875 allorchè inviò a Modena, da Roma, i dipinti Abramo e
Sara alla corte dei faraoni e Nerone. Questi due dipinti, che
altro non erano che i saggi attestanti la sua attività durante il
pensionato romano, sollevarono un coro unanime di entusiasmo e di
ammirazione.
Successivamente prese
parte alle più importanti manifestazioni espositive italiane: a Torino
nel 1880 espose La Maddalena, che suscitò molti elogi da parte
della critica; nel 1881 fu presente a Milano dove presentò Tempio di
Bacco (attualmente conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di
Roma), che gli fece ottenere il premio Cantù.
Nel 1884 espose
L’offerta nuziale a Torino (il dipinto venne poi acquistato dal
Comune di Trieste ed è attualmente conservato presso il Museo
Revoltella); nel 1886 espose Baccanale a Milano (per
ripresentarlo poi a Parigi nel 1889); nel 1888 a Bologna, con I
funerali di Britannico, ottenne un successo che fece epoca.
Tra i numerosi altri
suoi dipinti degni di nota si ricordano: Transito di San Giuseppe
(conservato a Modena presso la Galleria di Assicoop s.p.a); Il
battesimo di San Senasio (conservato in Castelvetro di
Modena); Poppea che si fa portare la testa di Ottavia; Ore
calde; Donna pompeiana; Idillio; Sole di Settembre;
La festa delle Floreali; Nell’aia; Il lettore; Una
scena romana; Autoritratto, del 1877; Ritratto di Elisa
Capponi, del 1878 (conservato presso il Museo Civico di Modena).
Muzzioli fu
indubbiamente, assieme al Malatesta, uno dei pittori modenesi che si
collocarono ai vertici della pittura italiana dell’ottocento e uno tra i
pochi che incontrarono e incontrano tutt’ora i favori della critica e
del collezionismo internazionale. Infatti le sue opere raggiungono oggi
quotazioni molto elevate, così come venivano pagate a caro prezzo già
all’inizio della sua attività.
Ai suoi tempi venne
definito l’Alma Tadema italiano e questo suona come uno dei
riconoscimenti più alti per la sua pittura, la quale appare essere
esente dai connotati di provincialismo che ritroviamo in altri artisti
italiani suoi contemporanei.
Egli sfuggì al
convenzionalismo di stampo accademico andando alla ricerca della
tradizione mediante i principi del bello e del vero. Dalla sua pittura
emana una atmosfera pacata, del tutto naturale; le sue immagini
elargiscono candore e la meticolosità con cui ripropone il paesaggio
archeologico non assume mai i connotati di una banale rivisitazione del
mondo antico. La sua attenzione per l’ambiente e per la luce,
l’espressione che riesce a imprimere ai suoi personaggi, vanno contro,
come già detto, ai canoni convenzionali della tradizione accademica e
danno alle sue composizioni una spiritualità del tutto personale.
Di rilievo anche i
contatti che intrattenne, durante i soggiorni a Firenze, con alcuni
esponenti del gruppo dei Macchiaioli (documentata in particolare la sua
amicizia con il Lega), i cui risultati portarono alla stesura di alcune
opere dove sembra venire meno il suo caratteristico classicismo
scenografico e dove si materializza invece una impostazione compositiva,
del tutto peculiare alla scuola fiorentina, condotta con ricche e dense
pennellate: questa tecnica venne spesso adottata dal Muzzioli nella
raffigurazione di alcune scene di vita rurale e in alcuni dei pochi
paesaggi da lui dipinti, soprattutto per risolvere alcuni elementi della
composizione stessa.
Il 6 agosto 1894 si
spense a Modena, al numero 13 di via Rua Pioppa.
Il cordoglio da parte
dei concittadini e degli artisti modenesi fu unanime. Nel novembre 1894,
tre mesi dopo la sua morte, venne organizzata a Modena una grande mostra
postuma che raccoglieva ben 141 dipinti dell’artista.
Enzo Montanari