Vittorio Ingegnoli (Gargnano sul Garda 1859 - Milano 1926)

 

 

 

Vittorio Ingegnoli senior fu un uomo molto attivo e dalla forte personalità. Secondo di tre fratelli, nacque a Gargnano del Garda, dove il padre Antonio si era rifugiato da Milano all’arrivo dei piemontesi, essendo Giudice dell’Imperatore Francesco Giuseppe. Rimasto orfano all’età di 5 anni, la madre, Mare Consuo, figlia di un armatore di Trieste, lo fece studiare dai Gesuiti. Fin da giovane dimostrò un grande talento per la pittura e negli anni 1878 e 1879 fu iscritto all’Accademia di Brera, ai corsi serali.

Nel 1877-78 partecipò all’acquisto di una ditta di sementi e attrezzi per l’agricoltura (Budrin e Maggiore, fondata nel 1817) insieme a D. Lucchetti. Dal 1879 ne divenne l’unico proprietario e la trasformò nel “Premiato Stabilimento Agrario Vittorio Ingegnoli”; già nel 1882-83 il suo “Catalogo delle sementi vegetali” era pubblicato in 100.000 copie. Alla fine del 1884, con atto notarile (dr. D. Bolgeri) associava alla sua ditta i fratelli Francesco e Paolo, cambiando la ragione sociale in “Fratelli Ingegnoli”. Insieme ai suoi fratelli finanziò (1885) la costruzione del palazzo Ingegnoli di corso Loreto (oggi Buenos Aires), costruzione della quale si occupo' personalmente, data la sua esperienza d’arte, seguendo il progetto dell’architetto Campanini. Malgrado la nomina a Cavaliere, i pesanti impegni di imprenditore non gli fecero abbandonare del tutto le doti di pittore, come dimostrato dalla frequentazione della Famiglia Artistica, di cui fu socio dal 1880, e degli amici pittori e scultori della Scapigliatura Milanese, coi quali scambiò anche dei disegni, come si può notare dal ritratto che gli fece Bazzaro (1899). Si ricorda che all’Accademia fu allievo di Luigi Bisi e amico di Giovanni Segantini e di Ernesto Bazzaro. Fondamentale a questo proposito è il dipinto “Sacrestia di Sant’Angelo” (1879), premiato insieme ad un analogo quadro di Segantini (coro di Sant’Antonio) nella stessa Esposizione Nazionale a Brera: Ingegnoli ebbe la medaglia di bronzo, Segantini quella di argento. La sua importanza è confermata dal suo inserimento già nella prima edizione (1935) del Comanducci, quella riferita ai pittori italiani del 1800, ed oggi, a livello europeo, nel Thieme-Becker (1992).

Si sposò nel 1887 e fu padre di quattro figlie e un maschio avuti dalla moglie Virginia, sorella dell’amico pittore Giuseppe Giobbio. Vittorio osò aiutare personalmente gli operai feriti dai soldati di Bava Beccaris, non nascose simpatie per i primi socialisti e si occupo' di migliorare l’istruzione pubblica, come riconosciuto da una medaglia d’argento della Provincia di Milano. Nel 1899, all’esposizione didattica di Villa Borghese a Roma, la sua proposta di campi attrezzati per le scuole rurali “fu premiata soprattutto dall’approvazione e dalla lode  di S.M. il Re Umberto I e di S.M. la Regina Margherita” come scrisse Giuseppe Castelli, nonchè una medaglia d’argento del Ministero della Pubblica Istruzione.

Nel 1901, anno di nascita dell’atteso figlio Peppino, Vittorio aprì, dopo accordi con i fratelli, un novo stabilimento agrario a Roma “per il risveglio agricolo del Lazio e delle province meridionali”. Per tale impresa ebbe una medaglia d’oro dal Ministro dell’agricoltura, Guido Baccelli. Dopo sei-sette anni dovette tornare a Milano lasciando forzatamente la guida della ditta al nipote Antonio (Tonino), figlio del fratello maggiore e, per non urtarsi in modo irrimediabile con i suoi fratelli, abbandonò le attività imprenditoriali dopo pochi anni. Durante la Prima Guerra Mondiale, fu nominato dal Sindaco di Milano fra i Commissari per gli Aiuti di Guerra, e, a causa della epidemia di spagnola, rimase vedovo e rischiò anche di perdere suo figlio. Poco dopo la Guerra si ammalò di ischemia coronarica. Intanto aveva intensificato la sua attività pittorica, ma purtroppo di lui rimangono pochissime opere, dopo che il suo studio di pittura andò bruciato all’inizio degli anni Venti.

 

 

Vittorio Ingegnoli  (nipote di Vittorio Ingegnoli senior)

 

 

 

BIBLIOGRAFIA:

 

A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni, Milano 1962

 

Thieme-Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler, Leipzig 1992