Angelo Inganni  (Brescia 1807 - Gussago 1880)

 

 

 

 

 

  

 

 

Angelo Inganni nasce a Brescia il 24 novembre 1807. Avviato all'arte dal  padre Giovanni, modesto decoratore, e dal fratello maggiore Francesco, pittore animalista, nel 1827 Angelo è chiamato alle armi, iniziando a dipingere scene di vita militare e  ritratti. Richiesto il congedo anticipato, la domanda viene accolta dal  maresciallo Radetzsky, che lo fa ammettere all'Accademia di Brera, sotto la guida dell'Hayez, di Giovanni Migliara, Luigi Sabatelli, Giuseppe Bisi, Pelagio Palagi.
Fra i suoi compagni di studio ci sono Giovanni Renica, Domenico Induno, Eliseo Sala, Mauro Conconi. Espone alle mostre annuali dell'Accademia lavori di genere e di prospettiva,
vedute di Milano, ritratti  e  paesaggi. Negli scorci caratteristici di Brescia e di Milano e nelle vedute veneziane, raggiunge risultati notevoli  in un verismo emozionale alla ricerca di un armonico rapporto tra ambiente e figura. I dipinti di Angelo Inganni impressionano favorevolmente la critica per i colori squillanti e la fedeltà al vero.  Tra gli inizi degli anni Quaranta sino agli anni Sessanta, è tra i vedutisti più famosi ed apprezzati. Esplicativi della sua ricerca luministica sono la resa dell'illuminazione artificiale e i suggestivi effetti d'interni, ravvivati dal bagliore di una fiamma e dei notturni. Nel 1840 è a Venezia, dove realizza diverse vedute, tra cui Piazza San Marco esposta nello stesso anno a Brera (Trieste, Museo Revoltella). Accanto alle vedute, Angelo realizza opere ispirate alla tradizione popolare bresciana ed alla vita contadina. Nel 1844, presenta a Brera una replica dell' Interno del Duomo; Piazza dei Mercanti (Milano, Museo di Milano); Piazza Fontana  e  l'Arco della Posta a Verona.
Nel 1853 partecipa all'Esposizione di Parigi con Veduta della Piazza del Duomo di Milano col Coperto dei Figini, donata a Napoleone III e Festa nuziale nei dintorni di Brescia. Alla morte della moglie, si trasferisce a Gussago conservando però lo studio a Milano. Inganni conduce una vita
brillante dal punto di vista intellettuale ed artistico, lontana dalle tensioni politiche di quegli anni. Frequenta il pittore Luigi Basiletti, il poeta Giovanni Prati ed Andrea Maffei. Esegue intensi ritratti, tra cui il doppio ritratto di Paolo Richiedei e Luigi Basiletti (1857 - Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo).

Tra le sue opere citiamo ancora: Ritratto della moglie, 1860 (Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo); La benedizione del temporale, 1863 (Torino, Galleria d'Arte moderna); Spazzacamino; Contadino che soffia su un tizzone; Ritratto della danzatrice Taglioni; Bozzetto del monumento alle Cinque Giornate; Danza rustica in osteria (Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo); Il portale del Seminario (Milano, collezione privata); Piazza Mercanti a Milano (Milano, Museo di Milano); Il Teatro alla Scala (Milano, Museo Teatrale alla Scala).
Dopo il 1859, la partecipazione alle mostre si fa rara, fino a cessare del tutto nel 1873.

Muore a Gussago il 3 dicembre 1880.

 

 

Giorgio Catania

 

 

 

BIBLIOGRAFIA:

 

 

A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni, Milano 1962

 

Dizionario Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al XX secolo, Torino 1972

 

A. Scotti, in Mostra dei Maestri di Brera (1776- 1859), catalogo della mostra, Milano 1975

 

AA.VV.: La Pittura in Italia - L'ottocento - Electa,  Milano 1991

 

Thieme-Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler, Leipzig 1992

 

 

 

SITOGRAFIA:

 

Museo Revoltella - Trieste