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Garibaldi Gariani (Catanzaro, 1861 (1862) - 1930)
Compì i suoi studi
all’Accademia di Belle Arti di Napoli, seguendo gli insegnamenti di Filippo
Palizzi e di Domenico Morelli, dal quale mutuò il colorismo morbido e raffinato.
Dopo alcuni soggiorni romani ritornò nella natia Catanzaro, ricevendo l’influsso
di Andrea Cefaly. Fu pittore di concezione moderna per il tempo in cui visse,
mal compreso dall’ambiente artistico cittadino, da cui si allontanò ritenendo di
esserne osteggiato. Il suo tema preferito furono i ritratti della borghesia,
da cui traeva sostentamento. Giuseppe Casalinuovo lo definì il signore del
pennello. Di pregio i pastelli e le sanguigne con scene di costumi calabresi; ma
dipinse anche eccellenti paesaggi, soggetti sacri e opere di genere.
Espose in numerose mostre in Italia (Milano, Torino, Roma, Genova - Promotrice
del 1893, con l’opera Povera mamma) e all’estero (Parigi, Londra,
Barcellona, Monaco, Chicago ). Su invito del Frangipane, che scrisse di lui come
pittore di visioni e morbidezze cremoniane, fu presente alle Biennali Calabresi
del 1922 e del 1931 (Autoritratto, attualmente nel Museo Provinciale di
Catanzaro, assieme a Civetterie, Popolana di Caraffa). Sue opere
in collezioni private a Cosenza (Paesaggio, olio su cartone,
Autoritratto, sanguigna, Ritratto di giovinetta, olio), Catanzaro,
Roma.
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