Giovanissimo, partecipò
nel 1848
ai moti popolari delle Cinque
giornate di Milano.
Allievo di Giovanni Renica, esordì
nel 1900 alla mostra
milanese dell'Ottocento lombardo conDiscesa di Berengario in Italia (Bergamo, Pinacoteca Carrara).
Trattò l'olio e l'acquerello,
dedicandosi a
soggetti storici e successivamente a paesaggi,
prevalentemente lombardi,
animati da figure ed animali,
ai modi del Canella, dell' Inganni e del Bisi, realizzati "en plein
air".
Dal 1870 dipinse inoltre alcune
vedute dell'Italia meridionale, della Toscana e del Veneto.
Succeduto nel 1860 all'austriaco
Zimmermann
come titolare della cattedra di paesaggio all'Accademia di
Brera,
osteggiò l'accademismo romantico a favore del verismo. Quattro anni
dopo, a causa di
contrasti con il consiglio
accademico,
fu indotto a lasciare il suo posto,
continuando ad insegnare privatamente.
Partecipò
all' Esposizione Universale di Monaco
e nel 1873 a quella di Vienna; dal 1861 al 1879
fu
regolarmente presente
alle mostre indette dall'Accademia di
Brera.
Alcune sue
opere: Marina, Lo stagno, Canale d'Ischia
(esposto all 'annuale di Brera nel
1873),
Strada di montagna, Paesaggio alpestre e Dintorni di Milano
(esposto nel 1867 all' annuale di
Brera e all'Universale di Parigi).
A.R.
BIBLIOGRAFIA:
AA.VV.:
La Pittura in Italia - L'ottocento -
Electa, Milano 1991
Dizionario
Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al
XX secolo, Torino 1972
A. M. Comanducci,
Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni,
Milano 1962
Thieme-Becker, Allgemeines
Lexikon der bildenden Künstler,
Leipzig 1992