Gaetano
Forte (Salerno
1790 - Napoli 1871)
Gaetano Forte,
pittore e architetto, nacque a Salerno il 12 dicembre 1790. Appena
sedicenne si trasferì a Napoli su consiglio del padre Carminantonio,
dove si iscrisse all'Accademia di Belle Arti, allievo di Giuseppe
Cammarano. Tra
i migliori allievi della scuola del nudo,
seguì
contemporaneamente i corsi di architettura di Domenico Chelli,
insegnante di prospettiva e scenografo del Teatro San Carlo. Spaziò dal
paesaggio ai soggetti storici, alla natura morta, ottenendo i risultati
più alti nella ritrattistica, realizzata con una personale impronta
realista.
Dopo il 1809, ritornò
a Salerno, dove l'anno successivo sposò Anna Galdi, che nel 1811 gli
diede il primo figlio. A Salerno, pur continuando a dipingere, aprì una
scuola privata di pittura ed architettura. Nel 1814 venne nominato
professore di disegno al Real Liceo di Salerno, attività che abbandonò
per dedicarsi alla professione di architetto presso
l'ufficio di
"Ingegneria giudiziaria".
Nel 1828 si trasferì definitivamente a Napoli e riprese a dipingere con
uno stile del tutto originale (Ritratto del canonico Nicola Giordano
- Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna; Ritratto di Silvio
Ortolani
- Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa, Fondazione Pagliara).
Dal 1833 al 1848,
presenziò alle
Biennali esposizioni borboniche con: Il Coriolano;
Ritratto del duca di Roccaromana; Ritratto a mezzo busto ;
Ritratto del Capitano Alfano; Ritratto del padre; Ritratto
della suocera
(Napoli, Galleria dell'Accademia di Belle Arti).
Nel
1840 l'Accademia di Napoli lo nominò Professore onorario di
architettura. Nel 1848, ultimo anno in cui si tennero le Biennali al
Forte, presentò diversi ritratti, un Giove e Callisto (il
quale ottenne la medaglia d'oro), un Ritratto virile, un
Ritratto di fanciullo e due Composizioni di cacciagione.
Del 1849 è Il ritratto del Cardinale Luigi Amat (Napoli, Museo di
San Martino), l'opera più significativa dell'ultimo periodo. Nel
1851 si presentò al concorso per la successione alla cattedra di
disegno, resa vacante da Tito Angelini, ma in seguito a una grave
malattia agli occhi, fu costretto ad abbandonare anche la professione di
pittore.
Grazie alla sua
esperienza di architetto, dal 1860, venne nominato Ispettore Generale
del catasto.
Morì a Napoli il 27 settembre
1871.
Giorgio
Catania
BIBLIOGRAFIA:
AA.VV.:
La Pittura in Italia - L'ottocento -
Electa, Milano 1991
Dizionario
Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al
XX secolo, Torino 1972
A. M. Comanducci,
Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni,
Milano 1962
Thieme-Becker,
Allgemeines
Lexikon der bildenden Künstler,
Leipzig 1992