Giovanni Fontana nasce a Genova nel
1795, figlio di un orefice.
Inizia i suoi studi artistici nel
1807 all'Accademia Linguistica di Belle Arti di Genova, allievo di Carlo
Baratta, per poi proseguirli a Roma, dove vi resta dal 1817 al
1825, studiando presso Vincenzo Camuccini. Ritornato a Genova partecipa
a diverse mostre pubbliche e riscuote particolare successo con due
dipinti raffiguranti il primo, Belisario chiedente elemosina
e il secondo, la Pietà filiale. Pittore di gusto neoclassico, si
cimenta in soggetti sacri per chiese genovesi e in quadri allegorici o
storici. I suoi dipinti vengono apprezzati per la sintesi innovativa tra
una severa festività e una particolare nuova e vivace colorazione.
Significativa è la sua attività di pittore di scene di sipari teatrali;
nel 1828 dipinse il sipario per il Teatro Carlo Felice di Genova
rappresentando le Feste Panatenee in onore di Minerva; suo anche
il sipario del Teatro Nuovo di Modena del 1833 rappresentante Alcide
al bivio. Si dedica anche all’affresco eseguendo temi religiosi ed
allegorici con una composizione tradizionale; tra essi ricordiamo quelli
di Palazzo Doria Tursi a Genova e quelli in S. Maria della Cella a
Genova-Sampierdarena (Nozze di Cana, Giustizia,
Prudenza). Di grande interesse è la sua attività di ritrattista
caratterizzata da tensioni morali ed emozionali che rivelano la sua
vicinanza al Romanticismo. Il 23 novembre 1835 fu eletto accademico di
merito della Accademia Linguistica di Belle Arti, di cui tra il 1836 e
il 1839 ne diventa il direttore. Tra i suoi allievi si annoverano
Francesco Gandolfi e Pietro Barbino.