Giacomo
Fiamminghi
nacque
a Luzzara, in provincia di Reggio
Emilia,
il 9 ottobre 1815.
Allievo prima di Antonio Gualdi a Guastalla e per sei anni di Giovanni
Battista Borghesi all'Accademia di Parma, si perfezionò a
Firenze
presso Samuele Jesi, esercitandosi in copie da maestri del '400, e
frequentando la scuola del nudo. Nel 1840, durante il soggiorno
fiorentino, durato due anni, realizzò il San Sebastiano curato dalle
pie donne,
(Luzzara,
Parrocchiale).
Successivamente trascorse due anni a Mantova, dedicandosi
prevalentemente al ritratto, per trasferirsi a Verona nel 1845 ove
divenne socio dell'Accademia di Pittura e Scultura, e nel 1858
presidente della neonata Società di Belle Arti, alle cui mostre
partecipò assiduamente tra il 1865 ed il 1892. Del 1850 è
La Nina pazza d'amore, un
olio su tela conservato a Verona nella Galleria d'Arte Moderna di
Palazzo Forti.
Tra il 1860 e il 1865 si trasferì
a Milano,
esponendo a Brera: Primo passo, acquistato dalla Società di Belle
Arti di Verona; Una richiesta amorosa di ritratto, nel 1863;
Il sospetto e Premio di scuola,
nel 1865.
Rientrato a Verona, conseguì la cattedra
di Disegno presso la Scuola Normale
Femminile;
parallelamente
ebbe lo studio in Palazzo
Miniscalchi-Erizzo,
con assidue presenze alle esposizioni
veronesi,
accostando al filone del ritratto una
produzione di nature morte e fiori, come il soggetto della Rosa nel
bicchiere,
che replicò svariate volte.
U.G. Tessari, Dalla Verona austriaca alla Verona italiana 1830-1900.
Le grandi firme dell'Ottocento italiano nella raccolta civica,
catalogo della mostra, Verona 1982
S. Marinelli, in La pittura a
Verona dal primo Ottocento a metà Novecento, a cura di P. Brugnoli,
I, Verona 1986
AA.VV.:
La Pittura in Italia - L'ottocento -
Electa, Milano 1991
Thieme-Becker, Allgemeines
Lexikon der bildenden Künstler,
Leipzig 1992