Giuseppe De Sanctis (Napoli 1858 - 1924)

 

 

Nato a Napoli il 21 giugno 1858, frequentò l’Istituto di Belle Arti della città partenopea sotto la guida di G. Palizzi, D. Morelli e G. Ruo.

Agli esordi, influenzato dal Morelli e dalle sue visioni d’oriente, trattò temi di soggetto orientale che gli procurarono i primi successi di pubblico e di critica. Tra questi sono da menzionare: Theodora (presentata a Venezia nel 1887); Nell’harem e Preghiera della sera a Bisanzio (esposti a Monaco nel 1888).

Si recò  poi a Londra, ove incontrò il pittore L. Alma-Tadema, e successivamente visitò Parigi.

Dopo essersi trasferito stabilmente in questa città, dove ebbe modo di entrare in contatto con il Gérôme, si rivolse alla pittura di genere, al paesaggio e in modo particolare al ritratto femminile, trattando questi generi con buona vena e con inclinazione impressionista (Verso sera; La Marna presso Nogent).

Questa nuova ricerca di occasionali suggestioni impressioniste riuscì  a stemperare un poco il linguaggio della sua arte, sino ad allora piuttosto povero di consistenza pittorica, fino a renderlo maggiormente fresco e godibile, ben appetito dal gusto della ricca committenza borghese, il cui status era in costante ascesa a cavallo tra i due secoli, che gli procurava il noto mercante Goupil per il quale nel frattempo si era messo a lavorare.

Il De Sanctis fu uomo di vasta cultura e di fine temperamento, un artista molto coscienzioso con una maniera di dipingere del tutto personale, aristocratica, dal sapore francesizzante, che egli conserverà anche nella produzione di soggetti partenopei, una volta fatto rientro nel paese di origine. Ciò gli valse un vasto successo di pubblico in Francia e una discreta fama in patria. Dal 1883 al 1922 tenne una intensa attività espositiva sia in Italia (Bologna, Firenze, Milano, Venezia, Roma, Torino) che all’estero (Londra, Berlino, Parigi, Monaco, Barcellona, Bruxelles, Buenos Aires, S. Francisco), ottenendo lusinghieri successi.

Tra le sue opere principali vanno ricordate: Dolores (esposta a Firenze nel 1883); Curiosità (esposta a Milano sempre nel 1883); La Senna vista dal ponte Alessandro; Vecchia canzone e la già citata La Marna presso Nogent (esposte a Venezia nel 1905); Garofano rosso e il bozzetto Ritratto della principessa R. (esposti all’Internazionale di S. Francisco nel 1915 e alla Primaverile di Firenze nel 1922).

Oltre che con la pittura ad olio, si espresse con l’acquarello ed il pastello, eseguendo con quest’ultima tecnica alcuni ritratti assai accattivanti, non privi di grazia e di sensualità.

Praticò anche l’incisione all’acquaforte con buoni risultati (va detto che fu insegnante di tecniche dell’incisione all’Istituto di Belle Arti di Napoli) e l’attività di caricaturista con verve vivace ed aggraziata.

Si spense a Napoli nel 1924.

 

 

Enzo Montanari