Nato a Napoli il 21
giugno 1858, frequentò l’Istituto di Belle Arti della città partenopea
sotto la guida di G. Palizzi, D. Morelli e G. Ruo.
Agli esordi,
influenzato dal Morelli e dalle sue visioni d’oriente, trattò temi di
soggetto orientale che gli procurarono i primi successi di pubblico e di
critica. Tra questi sono da menzionare: Theodora (presentata a
Venezia nel 1887); Nell’harem e Preghiera della sera a
Bisanzio (esposti a Monaco nel 1888).
Si recò poi a
Londra, ove incontrò il pittore L. Alma-Tadema, e successivamente visitò
Parigi.
Dopo essersi
trasferito stabilmente in questa città, dove ebbe modo di entrare in
contatto con il Gérôme,
si rivolse alla pittura di genere, al paesaggio e in modo particolare al
ritratto femminile, trattando questi generi con buona vena e con
inclinazione impressionista (Verso sera; La Marna presso
Nogent).
Questa nuova ricerca
di occasionali suggestioni impressioniste riuscì a stemperare un
poco il linguaggio della sua arte, sino ad allora piuttosto povero di
consistenza pittorica, fino a renderlo maggiormente fresco e godibile,
ben appetito dal gusto della ricca committenza borghese, il cui status
era in costante ascesa a cavallo tra i due secoli, che gli procurava il
noto mercante Goupil per il quale nel frattempo si era messo a lavorare.
Il De Sanctis fu uomo
di vasta cultura e di fine temperamento, un artista molto coscienzioso
con una maniera di dipingere del tutto personale, aristocratica, dal
sapore francesizzante, che egli conserverà anche nella produzione di
soggetti partenopei, una volta fatto rientro nel paese di origine. Ciò
gli valse un vasto successo di pubblico in Francia e una discreta fama
in patria. Dal 1883 al 1922 tenne una intensa attività espositiva sia in
Italia (Bologna, Firenze, Milano, Venezia, Roma, Torino) che all’estero
(Londra, Berlino, Parigi, Monaco, Barcellona, Bruxelles, Buenos Aires,
S. Francisco), ottenendo lusinghieri successi.
Tra le sue opere
principali vanno ricordate: Dolores (esposta a Firenze nel 1883);
Curiosità
(esposta a Milano sempre nel 1883); La Senna vista dal ponte
Alessandro; Vecchia canzone e la già citata La Marna
presso Nogent (esposte a Venezia nel 1905); Garofano rosso e
il bozzetto Ritratto della principessa R. (esposti
all’Internazionale di S. Francisco nel 1915 e alla Primaverile di
Firenze nel 1922).
Oltre che con la
pittura ad olio, si espresse con l’acquarello ed il pastello, eseguendo
con quest’ultima tecnica alcuni ritratti assai accattivanti, non privi
di grazia e di sensualità.
Praticò anche
l’incisione all’acquaforte con buoni risultati (va detto che fu
insegnante di tecniche dell’incisione all’Istituto di Belle Arti di
Napoli) e l’attività di caricaturista con verve vivace ed aggraziata.
Si spense a Napoli
nel 1924.
Enzo Montanari