Raffaele Carelli
(Martina
Franca
1795
– Napoli 1864)
Nel 1815, dalle Puglie si trasferisce a Napoli, quale apprendista di
Raffaello Ciappa, restauratore e falsificatore di quadri. Qui, copia
scene di genere e costumi popolari secondo lo stile dei pittori
napoletani di fine Settecento. Successivamente, dal 1816 al 1820,
prosegue il suo apprendistato frequentando lo studio del tedesco Wilhelm
Huber, assieme ai compagni Vianelli e Gigante, facendo esperienza nella
realizzazione del paesaggio, sia ad olio che ad acquerello. Nel 1826,
espone una serie di paesaggi, alcuni dei quali furono acquistati dalla
Casa Reale. Nel 1830, viene nominato professore onorario dell'Istituto
di Belle Arti di Napoli.
Nel 1833,
all'Esposizione Borbonica, due suoi paesaggi (Lo scoglio di Frisio
e La cascata del Fibreno), ottengono
la medaglia d'oro. Nel 1834, accompagnò il duca di Devonshire in un
viaggio in Oriente e in Sicilia. Dopo il 1835, l'artista decide di
ritirarsi definitivamente dalle esposizioni ufficiali, ed apre una
scuola privata di pittura, dedicandosi anche al commercio di quadri
antichi ed alla professione di perito d'arte.
Durante la
sua carriera artistica si
dedicò a dipingere scene rustiche e popolari, feste e bambocciate,
vedute e marine, pur eccellendo anche nel ritratto. Tra i Carelli, è il
pittore più importante.
A.R.
BIBLIOGRAFIA:
Thieme-Becker,
Allgemeines
Lexikon der bildenden Künstler,
Leipzig 1992
AA.VV.:
La Pittura in Italia - L'ottocento -
Electa, Milano 1991
Dizionario
Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al
XX secolo, Torino 1972
A. M. Comanducci,
Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni,
Milano 1962