Luigi
Conconi
(Milano, 1852 – 1917)
Nato a Milano nel
1852, Luigi Conconi si laurea al Politecnico mentre nel contempo studia
all’Accademia di Brera, dove conosce Guido Pisani Dossi e Luca Beltrami,
coi quali coltiva una profonda amicizia. Terminati gli studi entra in
contatto con alcuni artisti “scapigliati”, tra i quali Daniele Ranzoni e
Luigi Cremona (fratello di Tranquillo, che verosimilmente ha fatto da
tramite tra il familiare e il Conconi), che lo avvicinano allo stile
proprio della loro “scuola”. Inconfondibili sono quelle peculiarità che
hanno fatto degli scapigliati dei veri e propri innovatori nella seconda
metà dell’Ottocento: si possono infatti notare, anche nelle opere del
giovane Conconi, i contorni indefiniti dei personaggi, l’analisi quasi
psicologica di quest’ultimi e il trattamento “annebbiato” dello sfondo,
che si fonde quasi con la figura dipinta e concentra maggiormente
l’attenzione dello spettatore sul volto del soggetto ritratto (Ragazzi
in giardino, 1879). Un semplice accostamento tra alcuni ritratti del
Conconi (Ritratto della signora Torelli, Ritratto di Ada
Valdata, oppure Ritratto di Primo Levi) e opere di Tranquillo
Cremona (I due cugini), o tra paesaggi del Nostro (Villa in
giardino) e vedute del Ranzoni (Ascona vista dalle isole di
Saint-Léger), puó dimostrare in modo soddisfacente il debito
artistico di Conconi nei confronti di questi maestri.
Nonostante
l’importante ruolo avuto nella pittura italiana tra secondo Ottocento e
primo Novecento (vince alcuni concorsi di pittura, tra i quali il Premio
Broggi, nel 1881, e medaglie d’oro a Parigi, nel 1900, e a Monaco, nel
1913), Luigi Conconi non puó essere ricordato solamente per
riconoscimenti ricevuti in questo settore artistico: infatti è anche
architetto, illustratore ed incisore. Nel primo campo si segnala per la
realizzazione di Villa Dossi a Como e per la facciata di Palazzo Turati
a Milano, nonché per i progetti (mai realizzati) per la sistemazione del
Foro Bonaparte a Milano e per il Monumento a Vittorio Emanuele a Roma.
Come illustratore di distingue per le vignette satiriche disegnate per
il “Guerin Meschino”, un giornale fondato nel 1882 dallo stesso Conconi
in collaborazione con Dossi, Borghi e Beltrami, mentre qualche anno piú
tardi collabora alla rivista “Riforma”, che gli permette di affinarsi
come grafico e illustratore politico. Per quanto concerne l’attività
incisoria, già nel 1877 è presente al salone di Parigi con
un’acquaforte riproducente una veduta del cortile di Palazzo Marino; tra
le altre incisioni note si ricorda La casa del mago, eseguita
intorno al 1880, mentre nel 1916 riceve un particolare riconoscimento
alla mostra londinese dell’Associazione degli incisori e acquafortisti
italiani.
Notevole importanza,
per la comprensione dell’uomo-Conconi, occupa lo studio di via San Paolo
10 a Milano: trasferitosi in questo palazzo verso il 1885 (dopo aver
condiviso un altro studio con Gaetano Previati, dal quale non rimase
peró stilisticamente affascinato), col trascorrere degli anni l’artista
lo trasforma in un vero e proprio museo della Scapigliatura. «In queste
stanze il Conconi aveva raccolto tutto quanto l'estroso e bizzarro gusto
del tempo poteva colpire la sua immaginazione, che al tempo s'adeguava
senza posa. C'era, negli scapigliati, un piacere un po' ironico un po'
convinto del macabro, dell'orrido, del grottesco malinconico, piacere
che stranamente si accompagnava alla bonarietà del carattere ed a certi
impeti d'allegria che parevano come il sale delle fedeli e numerose
amicizie […]. Il senso della morte e della distruzione è ovunque» (G.B.
Angeletti). E proprio questo senso del macabro e del misterioso, reso
tramite toni cupi e tetri, riecheggia in alcune sue opere eseguite dalla
fine dell’Ottocento (Variazioni sulla Mezzanotte, 1909), talvolta
alternate a visioni piú luminose e meno opprimenti.
Nel 1896 acquista una
parte del Chiostro di Voltorre (in provincia di Varese), che adibisce a
casa e a studio; l’anno seguente prende in moglie Eugenia Dal Co, con la
quale trascorre nella località varesina, sulle rive del lago di Gavirate,
la stagione calda. Attivo politicamente, tra il 1899 e il 1904 è membro
del Consiglio Comunale di Milano, compito che affronta sempre
accompagnato dalla sua verve satirica, che non abbandonerà mai neanche
col trascorrere degli anni: nel 1913, infatti, dopo che la
Sovrintendenza gli impedisce il restauro del suo chiostro, crollato a
seguito di un incendio, il Conconi dà vita all’ironica incisione Ai
benemeriti per la conservazione del Chiostro di Voltorre.
Muore a Milano nel
1917, in seguito ad una lunga malattia.
Mirko Moizi
BIBLIOGRAFIA:
M. Bianchi, Luigi
Conconi incisore, Milano, 1994.
Dizionario
enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani,
vol. 3, Torino, 1972.
SITOGRAFIA:
Artisti dell’Ottocento: Luigi Conconi.
C. Benzoni, Conconi Luigi.