Vittorio Cavalleri nacque a Torino il 16 febbraio 1860. Dal 1878 studiò
all'Accademia Albertina di Torino con Enrico Gamba, Andrea Gastaldi,
Giuseppe Giani e Pier Celestino Gilardi. Si dedicò
al paesaggio, trattato dal vero
con robusto colorito;
alla scena di genere; al ritratto, e saltuariamente, al soggetto sacro.
Fu costante presenza alle manifestazioni del Circolo degli Artisti di
Torino dal 1883 al 1917 e a quelle della Promotrice dal 1885 al 1923.
Nel 1885 presentò, sempre alla Promotrice, il dipinto Le
zappe abbandonate;
nello stesso anno
si stabilì a Nichelino, nei pressi di
Torino,
ospite del suo allievo Mario Gachet.
Nel 1889 soggiornò a Parigi, senza
peraltro
apportare grandi modifiche al proprio stile, ma con una maggiore
preferenza per la tecnica a pastello. Dal 1895 al 1910 partecipò anche
alle Biennali di Venezia.
Ottenne numerosi riconoscimenti, tra i quali la medaglia d'argento alla
mostra colombiana di Genova e la
medaglia d'oro a
Parigi con il quadro Turbine.
Si spense nella sua città natale il 22 maggio 1938.
Tra le sue opere ricordiamo ancora: Ritratto della signora Pelizzone;
Ritratto del Duca d'Aosta; Ritratto della madre; Autoritratto; Ritratto di bimba; La nonna; Flora alpina; Triste inverno; Tonio il galante; Fiori di
cimitero;
La pace; La guerra; I fedeli;
Storia d'amore; Ave Maria; Empirismo; Un bagno di sole; Un raggio di sole; L'ombra; La lavandaia; Domus Aurea; Aurora funesta; Assalita;
Veduta della Palestina;
Sentiero; Triste inverno; Flora alpina e Cortile del castello di Issogne (Torino, Galleria Civica d'Arte
Moderna).