Gli studi condotti fino ad oggi danno
pochi elementi cronologici e biografici sulla vita e sulla formazione
artistica di Antonio Castelletti. L’ipotesi formulata in base alla
attività fin qui nota (tutta realizzata a Perugia), che l’artista abbia
soggiornato a lungo in questa città, non trova riscontro nelle poche
fonti locali né nella ricerca d’archivio per accertare una sua eventuale
frequentazione dell’Accademia di Belle Arti. Un documento comunque
datato giugno 1828 attesta la presenza di Antonio Castelletti,
denominato il pittore di Perugia, ad Assisi nella Basilica di Santa
Maria degli Angeli dove ha il compito di restaurare per "cento scudi" i
dipinti della cappella dell’Annunziata. La sua prima attività di rilievo
è costituita certamente dagli affreschi di quattro stanze del Palazzo
Della Penna, due dei quali firmati ed un terzo datato 1812. Le
decorazioni, influenzate dalla cultura neoclassica, si ispirano a
soggetti mitologici, quali il Giudizio di Paride, la Fuga di Elena da
Sparta, Apollo. In seguito, nel 1816, Castelletti realizza un ciclo
pittorico della stessa foggia in Palazzo Conestabile. Di tale lavoro
esiste una ricevuta stilata dall'artista stesso e datata 4 luglio 1817
che elenca le opere eseguite: Alessandro e Taide, la Morte di
Sofònisba, Trittolemo e Lineo.Sempre per Francesco
Conestabile, Castelletti realizza nello stesso periodo le decorazioni
con semplici ornamentazioni di alcuni ambienti nella villa di
Montemelino (Magione). Nel 1820 l'artista realizza alcune pitture, le
sue ultime opere note, in Palazzo Ranieri, nelle cui scene principali
rappresenta Ettore rimprovera Paride alla presenza di Elena e
Saul accusa Davide davanti a Micol.