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Guglielmo Ciardi, poeta di luci e di silenzi

Walter Abrami

 

 

Guglielmo Ciardi (Venezia 1842 – 1917) 

 

 

Guglielmo Ciardi  nacque a Venezia nel 1842 da una famiglia borghese, che per lui avrebbe preferito una carriera notarile. Si iscrisse all'Accademia di Venezia, sotto la guida di Domenico Bresolin, titolare della cattedra di "Vedute". Nel 1868, Guglielmo si recò per studio a Firenze e frequentando il Caffè Michelangelo entrò in contatto con i maggiori esponenti del movimento dei macchiaioli. Successivamente fu a Roma e a Napoli dove lavorò diversi mesi a contatto con gli artisti della Scuola di Posillipo e della Scuola di Resina, facendo la conoscenza di Filippo Palizzi e Domenico Morelli. Ai primi del 1869 è di nuovo a Venezia. I soggetti dei suoi dipinti sono quelli della laguna veneta e della campagna trevigiana, dove si reca sovente per lunghi soggiorni. Espose a Milano nel 1872, a Napoli nel 1877, a Torino nel 1880 a Firenze nel 1885. Dal 1894, fino alla morte, Guglielmo Ciardi sostituì il maestro Bresolin nella cattedra di paesaggio all'Accademia di Venezia.

 

 

A.R.

 

 

 

Guglielmo Ciardi

 

 

Fin dall'apprendistato, svoltosi presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Domenico Bresolin, insegnante di paesaggio, Ciardi viene avviato alla pittura en plein air. In questi anni il giovane si accosta a Ippolito Caffi e a Federico Zandomeneghi. Assetato di nuove conoscenze Ciardi parte da Venezia dapprima alla volta di Firenze, nel 1868, attratto dalle novità della scuola macchiaiola, poi verso Napoli dove entra in contatto con Morelli, Filippo Palizzi e la scuola di Resina. La critica dopo aver a lungo dibattuto se attribuire maggiore importanza al soggiorno fiorentino o a quello napoletano ha optato, infine, per un'uguale influenza dei due episodi nella formazione del veneziano. Nel 1869 Ciardi torna a Venezia; la sua pittura si afferma per il nitore della composizione, per «la luminosità sempre più tersa e tranquilla, le cui radici affondano in una tradizione tutta veneziana» (MENEGAZZI). L'artista spazia dalle vedute della sua città ai paesaggi della campagna trevigiana; ognuna di questa opere è caratterizzata da un'estrema minuzia descrittiva associata a un'armonia di toni che conferisce loro un senso di alta spiritualità. Un linguaggio ben accolto tanto dalla critica quanto dal pubblico. Nel 1894 gli viene assegnata la cattedra di paesaggio all'Accademia di Venezia. Artista sempre attento agli svolgimenti dell'arte, Ciardi tenta per breve tempo, nel 1909, la via del divisionismo. Nel 1909 la Biennale gli dedica una mostra personale.

 

 

Patrizia Fasolato

 

 

 

tratto da Punti di Vista  per gentile concessione di: © Edizioni della Laguna