Michele Cammarano (Napoli 1835 – 1920)
Nato a Napoli nel
1837 da una famiglia di artisti e poeti, studia dapprima a Napoli
all'Istituto di Belle Arti ed in seguito nello studio di Nicola Palizzi
dove conosce le opere del fratello Filippo, che hanno il merito di
fargli comprendere lo studio del paesaggio dal vero. Nel 1860,
affascinato da Garibaldi si arruola nella Guardia Nazionale contro il
brigantaggio. E? a Firenze al seguito di Filippo Palizzi proprio negli
anni in cui vi ?la diatriba sulla ?macchia?. Si dimostra sensibile al
realismo sociale, realizzando nel 1863 Ozio e lavoro (Napoli,
Galleria di Capodimonte). Nel 1865 è a Roma dove fissa la sua residenza
per ben ventè anni. Nel 1867 è a Venezia. Il soggiorno ?proficuo vista
la stupenda Piazza San Marco (Roma, Galleria Nazionale d'Arte
Moderna) che realizza di li a poco. Le opere di questo periodo,
improntate ad un realismo sociale molto connotato, lo vedono vicino alla
pittura di Courbet, in Italia pittore detestato. Deciso di incontrare
l'artista di Ornans si muove a Parigi nel 1870; dal viaggio riporta
notevoli impressioni di Delacroix, Ingres e Theodore Rousseau.
Inspiegabilmente però al suo ritorno si indirizza verso opere di
carattere militare che sfociano nel 1888 nella richiesta del governo
italiano di commemorare con un'opera il dramma di Dogali; parte quindi
per Massaua a studiarne gli effetti, e porta a termine il dipinto nel
1896. Nel 1887 è presente all'Esposizione Nazionale di Venezia ed
influenza, con le sue opere, diversi artisti veneziani presenti
all'evento. Nel 1899 succede al Palizzi quale professore di pittura
all'Istituto di Belle Arti di Napoli, dove muore nel 1920. Pittore di
carattere e tra i più intelligenti dell'Ottocento italiano, fin?con
l'essere imbrigliato da una pittura a tratti retorica.
|