Giovanni Boldini (Ferrara 1842 –  Parigi 1931)

 

 

Hanno detto di lui: 

 

  Vi è un lampo di vita fuggevole da acchiapparsi a volo ed egli l'esprime con un fregio, in uno svolazzo, in un fiocco; lo suggerisce con un tocco rozzo o livido sulle labbra, con un cerchio paonazzo intorno a due occhi febbrili, lo fa tremare in un ricciolo di capelli ribelli sur una nuca di donna. E lo fa bene.

A. SOFFICI, " La Voce " , marzo 1909  

  

Nelle opere di Boldini, come in quelle dei veri pittori, v'è sempre, a guardarle bene, qualcosa di interessante, in tutte, anche in quelle che alla prima lascian freddi.

F. De Pisis , Una visita a Giovanni Boldini, "Corriere padano ", 4 ottobre 1925      

 

….si finiva col perdonargli le sue malvage stravaganze soltanto in considerazione del suo enorme talento artistico.

SEM (Georges Gourçaut), "Le Figaro", 24 maggio 1931

 

... Giovanni Boldini incarna il genio vibrante e facile, la maestria posta sempre meglio al servizio del piacere dei sensi, l’artista della decadenza estrema dotato di parecchi fra gli espedienti che vennero ignorati dai maestri italiani delle grandi epoche.

J.-E. Blanche, Portraits feminins de Boldini, "L ' Illustration", 5 dicembre 1931

  

Macchiaiolo autentico, e dei maggiori ... Di lui è molto più conosciuta la produzione parigina, elegante, lusinghevole e mondana: ritratti ... condotti con un ' esecuzione spedita, sciolta, di tocco e di bravura, che rivela abbondanza di doni nativi, ma troppo spesso devia verso una facilità di cattiva lega ...[Invece] le sue pitture macchiaiole, e quelle dei primi anni di Parigi, hanno una sostanziosità della più genuina bellezza. Naturalmente, il suo spirito estroso, la sua briosissima frivolità ed eleganza si manifestano anche in quel periodo in mille modi; ma si concretano sempre in valori di pittura, e non si sperdono in divagazioni illustrative. 

A. M. Brizio, Ottocento - Novecento, 1944

 

La reazione della sua grande vitalità lo traeva a produrre genialmente. Aveva in sé, nel suo carattere irascibile, quel tanto di malumore maschio e quel resto di collera virile che occorrevano per poter affrontare la difficile impresa di dipingere delle belle o brutte donne francesi, con un impeto energico contrario alla loro faiblesse, che le costringeva a denudarsi anche psicologicamente. Riportata nel campo del ritratto virile, questa energia ferrarese, propria della progenie dei Cosmè Tura ...

E. SOMARÉ, La pittura italiana dell' Ottocento, 1944