Raffaele Armenise (Bari 1852 – Milano 1925)
Raffaele Armenise
nasce il 19 marzo 1852 a Bari. Inizia il suo percorso di studi nella sua
città natale con il maestro Nicola Zito. Vincitore di un concorso
provinciale per il disegno, si trasferisce a Napoli nel 1869, dove per
sei anni frequenta
i corsi di pittura dell'Accademia, diretta allora da
Domenico Morelli, Federico Maldarelli e Filippo Palizzi. Terminati i
corsi, nel 1875 apre un proprio studio a Capodimonte dove si dedica alla
pittura di genere, riscuotendo un buon successo di mercato. In questi
anni, dal 1872 al 1880, partecipa alle esposizioni promotrici
napoletane; l'opera di rilievo di questo periodo è il dipinto
Dall'usuraio ebreo (Napoli, Banco di Napoli), opera d'ambiente
realizzata con la tecnica verista. La sua carriera è un continuo
progredire, e gli vale frequenti premi nei concorsi. Partecipa
all'Esposizione di Torino (1880) con il dipinro I libertini, e a
Venezia nel 1887 con il ritratto di Giuseppe Verdi e con La
festa del paese. Si trasferisce a Milano nel 1881 per
collaborare allo stabilimento oleografico del suocero U. Borsino,
riproducendo opere a scopo commerciale, come il Cristoforo Colombo
e Leone X che visita Raffello, due opere di Raffaello
Postiglione. Armenise cura anche una fertile attività di illustratore,
collabora con disegni e litografie a diversi settimanali dell'epoca, è
per anni, con l'"Illustrazione Italiana" e illustra testi letterari,
come Napoli e i napoletani di Carlo del Balzo (1885). Artista
eclettico, si dedica anche all'affresco, affresca a Mendrisio nella
villa Bernasconi; a Bari nel 1889 decora insieme allo scultore Pasquale
Duretti il Teatro Petruzzelli. Quì l'artista realizza al centro del
soffitto un grande quadro allegorico con la Musica, il Ballo,
la Poesia e ai lati quattro medaglioni con i musicisti pugliesi,
G. Tritto, L. Capotorti, G. Insanguine, S. Fichera, e cinque medaglioni
più piccoli. Decora poi la volta del teatro, suddivisa in quattro
sezioni, con i seguenti soggetti: Il carro di Tespi, La corsa
romana, Il torneo medievale, La corrida.
Realizza inoltre il sipario con L'ingresso trionfale di Orseolo II in
Bari. Come pittore, Armenise rimane legato a generi pittorici
convenzionali, come la pittura di genere, da lui praticata come abbiamo
visto dai suoi esordi napoletani. Un esempio ne sono i dipinti con cui
partecipa alla I Biennale meridionale di Bari del 1924, Ponte vecchio
di Polignano
(Bari, Pinacoteca Provinciale) e Grotta di Polignano (ubicazione
ignota), risalente perlomeno al 1906. Muore il 14 gennaio 1925 a Bari.
Fra le sue opere migliori ricordiamo: Il Vaticano, acquistato
dalla Società di Belle Arti di Genova; Lo scotto troppo caro,
attualmente in una galleria privata di Boston; La prova del veleno;
I fratellini;
La visita a Sua Eminenza, nel Museo Revoltella di Trieste; I
compari di San Giovanni; La famiglia del cieco e
L'infanzia, nel Museo Mitchelle di Nuova Orleans.
Pasqualina Di Gaeta
BIBLIOGRAFIA:
Pittori e Pittura
dell’Ottocento Italiano, De Agostini, Novara 1997-1998
Thieme-Becker,
Allgemeines
Lexikon der bildenden Künstler,
Leipzig 1992
AA.VV.:
La Pittura in Italia - L'ottocento -
Electa, Milano 1991
Dizionario
Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al
XX secolo, Torino 1972
A. M. Comanducci,
Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni,
Milano 1962
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