Ottenuto
dal Consiglio Generale di Forlì un contributo annuo (lascito Bonucci),
tra il 1802 e il 1804 fu a Roma, ove,
all'Accademia di San Luca, ebbe come insegnanti
Vincenzo Camuccini e Gaspare Landi. Ultimati gli studi e rientrato a
Forlì,
intorno al 1810 realizzò una Santa Chiara per la chiesa di San
Sebastiano (Forlì, Pinacoteca). Venne
incaricato, dal
Consiglio Generale di
Forlì,
dell'insegnamento di pittura e disegno nel locale Ginnasio, ove
tenne cattedra per
molti anni.
Tra i suoi studenti vi furono:
Pasquale Bargossi,
Giovanni Giuliani, Luigi Pompignoli e Zauli Saiani.
L'attività pittorica di Paolo Agelli, svolta
interamente nel forlivese,
si rivolse prevalentemente al quadro storico ed al soggetto biblico.
Il suo capo d'opera è
indiscutibilmente Leena che si morde la lingua per non parlare al
tiranno Ippia,
episodio tratto dalla
congiura di Armodio e Aristogitone,
eseguito nel 1818.
Si spense a
Forlì, il 21 gennaio 1841.