Pieter van Bloemen detto Stendardo Anversa 1662 - Roma 1749
Cacciatori con cani presso una fontana Sosta di cavalieri durante una partita di caccia
Pieter van Bloemen detto Stendardo. Cacciatori con cani presso una fontana. Olio su tela, 38 x 47 cm. Collezione privata
Pieter van Bloemen detto Stendardo. Sosta di cavalieri durante una partita di caccia. Olio su tela, 38 x 47 cm. Collezione privata
Ritengo che questa bellissima coppia di dipinti sia opera di Pieter van Bloemen detto Stendardo (così solitamente soprannominato negli inventari come pittore di scene militari) che fu uno dei più famosi pittori animalisti attivi a Roma alla fine del Seicento. Nato ad Anversa nel 1657 ed ivi morto nel 1720, Pieter fu fratello maggiore di Jan Frans van Bloemen detto Orizzonte (Anversa 1662 - Roma 1749), destinato a diventare nella città dei papi un famoso paesaggista di gusto classicheggiante, al quale insegnò l'arte pittorica. Iscritto alla Gilda dei pittori di Anversa nel 1673, Pieter svolse l'apprendistato nella bottega del battaglista Simon van Douw. Trasferitosi a Lione, il successo incontrato in quella città indusse Pieter ad invitare il fratello minore, che nel frattempo si era reso attivo a Parigi, a raggiungerlo nel 1684. A Lione i due fratelli entrarono in rapporto con Adriaen van der Cabel che aveva acquistato notevole fama dipingendo paesaggi di gusto italiano, continuando a replicare i soggetti - per lo più baie e porti di mare - che aveva eseguiti durante il soggiorno a Roma dal 1665 al 1670. Sembra che fossero proprio quei dipinti ad istillare nei van Bloemen il desiderio di visitare l'Italia.Varcate le Alpi, i due fratelli si stabilirono a Torino dove ricevettero importanti incarichi da Vittorio Amedeo II di Savoia. Anche se non sono stati finora ritrovati dipinti che documentino l'attività artistica dei van Bloemen durante il soggiorno in Francia e il viaggio a Torino, è molto probabile che Pieter fosse suggestionato dal ciclo pittorico eseguito per la corte sabauda da Jan Miel a Venaria Reale. Nel 1685 i due fratelli giunsero a Roma dove lavorarono insieme fino al 1694, quando Pieter ritornò definitivamente ad Anversa, dove nel 1699 venne nominato decano della Gilda dei pittori .Specializzato nel dipingere cavalli con scene di battaglia e di caccia, carovane in marcia, casali campestri e fiere di animali sulla scia del Wouwerman, i dipinti di Pieter van Boemen incontrarono il favore di un gran numero di collezionisti ed entrarono a far parte di varie importanti quadrerie romane, come la Galleria Pallavicini, la Pinacoteca Vaticana, l'Accademia di San Luca. Molto rare sono le sue opere firmate e datate: una a York porta la data del 1697, un'altra, conservata a Roma presso la Galleria Nazionale di Arte Antica, reca il monogramma PVB e la data 1708, una terza a Dresda è datata 1710. Le ultime tele, datate 1718 e 1719, sono conservate a Schwerin. Un'altra opera datata è quella raffigurante il ritratto equestre del Duca di Marlborough, firmata "P.V. Bloemen 1714", di proprietà dei Trustees of the Chevening Estate. Un'altra coppia di dipinti, da me studiata in una collezione privata emiliana ("Mandria all'abbeveratoio" e "Sosta di cavalieri presso un'osteria", 77 x 92 cm., ciascuno), si aggiunge al piccolo nucleo finora conosciuto di opere datate e firmate: infatti la prima delle due tele reca il monogramma "P.V.B" e la data 1706. Questi dipinti confermano che l'artista, le cui opere esercitarono un notevole influsso sull'arte del paesaggista Christian Reder, continuò a dipingere soggetti legati al territorio laziale anche dopo il rientro ad Anversa, dove evidentemente continuò a servirsi dei disegni eseguiti durante il soggiorno a Roma. Nel primo dei nostri dipinti compare sullo sfondo un suggestivo scorcio paesaggistico laziale mentre il primo piano è animato da numerose figure di cacciatori, cavalli e cani in sosta presso una fontana. Nella seconda tela la scena viene ambientata in un tipico borgo della campagna romana con eleganti figure in primo piano, tra cui spicca la dama sontuosamente vestita, e una villa sullo sfondo, seminascosta dalle chiome di alcuni alberi. In questi ariosi e cromaticamente brillanti dipinti Pieter van Bloemen conferma le sue doti di specialista nella resa degli animali che sono i veri protagonisti delle composizioni, nelle quali spicca quasi sempre - come un motivo-firma - il superbo cavallo bianco posto nelle tele come elemento caratterizzante e captante. La sciolta stesura della pellicola pittorica ed il largo respiro compositivo ribadiscono il pregio di questa coppia che costituisce una interessante aggiunta al catalogo delle opere del maestro fiammingo.
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