Antonio Marini, Paesaggio roccioso con cavalieri.
Antonio Marini, Paesaggio roccioso con cavalieri. Olio su tela,
91 x 115 cm. Firmato in basso a destra:
Proveniente dalla collezione del conte Giacomo Carrara, il dipinto è ricordato per la prima volta, insieme a un pendant andato perduto, nel catalogo compilato nel 1796 da Bartolomeo Bassetti, che operava al servizio del conte: «Paese, opera del kavaglier Marini». Rimasta a lungo ignorata nei depositi dell'Accademia Carrara, la tela venne riscoperta nel 1962 da Roberto Bassi Rathgeb che, segnalando l'esistenza della firma, diede un contributo decisivo per la riscoperta di un autore completamente dimenticato, la cui produzione era stata spesso confusa con quella asseritamente giovanile di Marco Ricci. Poco dopo la mostra bassanese del 1963 dedicata al paesista bellunese e curata da Giuseppe Maria Pilo, Egidio Martini, avanzando dubbi sull'autenticità della firma, osservava che non si poteva basare la ricostruzione di un pittore su una sola opera «che non è poi tra le migliori», e che «anche se fosse del Marini, non potrebbe essere elemento sufficientemente probatorio per farci assegnare con sicurezza tutto il bellissimo gruppo di tele rosiano-magnaschesco a questo pittore». L'autografia della firma veniva però confermata da Fantelli, mentre Moretti, contestando l'affermazione di Martini, osservava che il dipinto poteva a buon diritto essere reputato come una delle opere più brillanti di Marini. In effetti questa tela, caratterizzata da un denso impasto materico e da un sapiente gioco chiaroscurale, va considerata come una delle cose migliori dell'artista che riesce a fondere le cupe desunzioni dall'iconografia rosiana con la fluidità della pennellata, imprimendo respiro e coerenza all'intera composizione.
Bibliografia: Bassi Ratgheb 1962, p. 133, nota 1; Pallucchini 1963, p. 197; Valcanover 1963, p. 240; Martini 1964, pp. 187-188; Donzelli, Pilo 1967, p. 272; Fantelli 1978, p. 167; Martini 1982, p. 490; Moretti 1984, p. 787; Rossi 1989, p. 131; Muti, de Sarno Prignano 1991, p. 202; Proni 1992, p. 82.
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