Giulio Carpioni
Bacco, tabacco e Venere. Olio su tela, 114 x 135 cm. Collezione privata.
__________________
Il presente dipinto,
conosciuto anche con il titolo I
vizi umani, è una replica del prototipo
conservato al Museo Civico di Vicenza,
facente parte di una serie di scene di gusto
postcaravaggesco comprendente due
varianti sul tema del Gioco d'azzardo(una già in una collezione privata bolognese;
l'altra in una collezione privata veronese) e la Allegoria del
Tempo di
collezione privata veneziana (Pallucchini
1981, II, figg. 653-656). Questi dipinti,
databili agli anni trenta, sono ispirati ai
modelli di eleganza neocinquecentesca
"che il Carpioni fa scendere dal trono di
aulicità del Padovanino, mischiandola
ad una umanità caratterizzata secondo la
moda naturalistica importata a Venezia
dal Saraceni e dal Renieri. Una luce fredda
scivola sulle superfici setacee delle vesti
che si rapprendono in pieghe dense,
come bagnate dall'acqua. È probabile
che Carpioni apprendesse da Francesco
Ruschi, giunto a Venezia da Roma ai
primi del quarto decennio, il gusto dei
panni strizzati. [...] Una realtà da osteria
di suburbio e lo spunto che diviene materia
allegorica in chiave moralistica nel
dipinto del museo vicentino con i Vizi
umani, realizzati con una materia pittorica compatta e intonata su
colori lividi
(Pallucchini 1991, I, pp. 207-208).
Tratto, con il consenso dell'autore, da: Il Fiore di Venezia - dipinti dal Seicento all'Ottocento in collezioni private - Leg Edizioni, Gorizia
|