Antonio Vaccaro Napoli 1678 -1745
La moltiplicazione dei pani e dei pesci
Ritengo che questo bellissimo bozzetto sia un significativo esempio dell'arte di Domenico Antonio Vaccaro (Napoli 1678 - 1745), personalità di grande rilievo nell'ambiente artistico napoletano della prima metà del Settecento per la versatilità dei suoi interessi e per la varietà delle sue esperienze cui si applicò sempre con risultati di eccezionale modernità. Architetto, scultore e scenografo, Vaccaro ricevette la prima educazione dal padre Lorenzo, ricercatissimo scultore e cesellatore, seguendo successivamente un alunnato alla scuola di Francesco Solimena che il giovane pittore tuttavia abbandonò molto presto perché era, secondo quanto annotava De Dominici (Vite dei Pittori, Scultori e Architetti napoletani, Napoli 1742-1745), "portato dal suo gran fuoco a dipinger d'invenzione". Le prime opere dell'artista sono documentate tra il 1695 ed il 1708, periodo in cui realizzò una serie di pale d'altare per varie chiese di Napoli e dintorni. A quest'anno risalgono anche diversi bozzetti ed alcune finissime pitture su rame raffiguranti scene mitologiche. La produzione pittorica di più precoce datazione si caratterizza per la libertà di composizione e di tocco che quasi preannuncia la decorazione rococò; notevole è anche la brillante apertura del pittore verso soluzioni di gusto spiccatamente "profano" nella trattazione di temi religiosi riscontrabile, ad esempio, nelle tele dipinte per Sant'Agostino degli Scalzi negli ultimi anni del Seicento. Dopo questo promettente inizio seguì un periodo di pausa nell'attività pittorica che si protrasse fino al 1720, quando Vaccaro tornò ai pennelli eseguendo le tele per la chiesa della Concezione a Montecalvario, per Santa Maria del Pesco a Casamarciano, per la collegiata di Marigliano e per la chiesa di Monteverginelle a Napoli. In queste opere, pur svolte su di un piano di alta fantasia creativa, Vaccaro sembra volgere a soluzioni compositive e formali che, allontanandosi dalle originarie capacità fantastiche e creative, si richiamano esplicitamente ai modelli di Francesco Solimena della fase purista. Il bozzetto qui considerato si caratterizza per la scioltezza e la vivacità narrativa con cui l'artista affronta il tema evangelico seguendo il testo di Giovanni (VI, 1-15): giunto Cristo a Tiberiade era impellente offrire ristoro alla grande folla che lo seguiva ed Andrea, fratello di Pietro, disse sconfortato al Redentore "c'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci: ma che è questo per tanta gente? Ma Gesù disse: fateli mettere a sedere [...J. Si misero pertanto a sedere in numero di circa cinquemila. Allora Gesù prese i pani, e rese le grazie, li distribuì alla gente seduta; e così pure fece dei pesci, finché ne vollero". La scena è dominata dalle figure di Cristo tra Andrea ed il fanciullo che, ripartite a destra a semicerchio, seguono le direttrici di una prospettiva per angolo, accentuata dalle linee di fuga del tavolo in primissimo piano e dalla disposizione della folla a sinistra. L'impostazione, dinamica e scenografica, acquista sorprendente libertà e leggerezza per il tocco pittorico squisitamente guizzante che, senza soluzione di continuità, transita dal naturalismo della splendida natura morta dei pani e dei pesci all'evanescente sinuosità delle figure in secondo piano: una lievità di linguaggio che segna il passaggio dal barocco rutilante alla stagione argentea del rococò. La materia cromatica si fa sottile e raffinata nella definizione dei valori atmosferici che, nel rapido alternarsi di luce ed ombra, impreziosiscono i riverberi tono su tono della tavolozza accesa da limitate e vibranti campiture di rosso, di bianco e di blu. La vivacità e la modernità di linguaggio del nostro bozzetto, avvicinabile per qualità pittorica alle bellissime pitture su rame della collezione Riechers a Neuilly, consentono una datazione agli inizi del Settecento, la fase più originale di Domenico Antonio Vaccaro.
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